Il mostro di Mosca e il ballerino di Kiev

Tra un dispiegamento di forze dell’ordine e uno di forze mediatiche si è svolta la stucchevole visita di Volodymyr Zelensky a Roma, nella evidente indifferenza della popolazione italiana, stanca di sentire parole di guerra e di vedere soltanto prospettive belliche.

L’Italia, a dispetto di sorrisi, baci e abbracci, non è né carne belligerante né pesce pacificante: pochi (anche troppi per il sottoscritto) e divisivi aiuti militari, molte chiacchiere affaristico-ricostruttive, insignificante impegno diplomatico, parecchia scriteriata retorica europea ed internazionale.

Il Quirinale si è limitato a timbrare il cartellino delle collaudate ma sfinite alleanze internazionali; Palazzo Chigi ha giocato a vincere la gara del “filoucrainismo”, mentre il vero ruolo politico lo ha svolto, seppure sullo sfondo, il Vaticano. Il tutto in un vomitevole, assordante e superficiale contesto mediatico.

Mentre Sergio Mattarella tirava il freno a mano di un’auspicabile ma assente diplomazia, Giorgia Meloni accelerava per guadagnare la pole position di chissà quale gara e gli italiani stavano a guardare come le stelle del famoso romanzo. Una recita assai poco seria, al termine della quale non rimane che sperare nella sotterranea azione vaticana.

Basti dire che la diplomazia è tutta nelle mani di un fatiscente Erdogan, di un fregoliano Xi Jinping e di un ridicolo Joe Biden. Le prospettive di pace dipendono dalle gambe di questi squallidi personaggi. Non ho idea se gli emissari vaticani dribbleranno tutti e punteranno ad un confronto diretto fra le parti in conflitto oppure se sfrutteranno i falsi umori delle parti esterne alla commedia. La storia insegna, che la Chiesa, se vuole, può molto, anche se troppe volte si è voltata dall’altra parte preferendo disegni utilitaristici ed omertosi. Non è la mentalità di papa Bergoglio, ma quale controllo avrà della sua troupe diplomatica non è dato sapere.

Nel frattempo ci dobbiamo rassegnare ad un (non) ruolo italiano: forse qualcuno si accontenterà delle sbruffonate femminili di Giorgia Meloni. Dai colloqui tra un ex ballerino ed una soubrette c’è poco da aspettarsi, mentre il mostro di Mosca continua a digrignare i denti. Con la squadra anti mostro che mettiamo in campo…