Le insulsaggini pubbliche e le furbizie private

“Niente ristori alle famiglie dei medici morti di Covid, gli anestesisti: “Ci hanno chiamato eroi, erano solo parole”. Antonino Giarratano, presidente della Siaarti: «Ci sono Regioni che stanno utilizzando i fondi del Pnrr solo su base politica, senza coinvolgere operatori sanitari e società scientifiche»

«Siamo stati chiamati eroi, ma il no ai ristori per le famiglie dei medici morti per Covid e quello che sta succedendo con i fondi del Pnrr sono chiari segnali di una gratitudine solo a parole. Sono brutti segnali del fatto che presto non saremo più considerati».

Con una punta di amarezza, Antonino Giarratano, presidente della Siaarti, la società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, commenta all’Adnkronos Salute la bocciatura, in Senato, del subemendamento che prevedeva i ristori per le famiglie dei medici che hanno perso la vita durante la pandemia. Giarratano pone anche la questione del Pnrr in sanità. «Sta viaggiando, a seconda delle Regioni, con 20 modalità diverse di spesa per migliorare la medicina territoriale, la dotazione tecnologica, la formazione. Non c’è uniformità né controlli, ma soprattutto ci sono Regioni che stanno utilizzando i fondi del Pnrr solo su base politica, senza coinvolgere operatori sanitari e società scientifiche, ma nemmeno i tecnici. Così si rischia di bruciare questa mole di risorse mai vista e di allargare il divario fra le regioni, e di trovarsi alla prossima pandemia con un sistema sanitario non adeguato perché noi medici non abbiamo un ruolo nelle scelte del Pnrr. E saranno sempre le stesse figure professionali a pagare»”

“Insulso” è colui che irrita o delude per la banalità e la sciocchezza. Non so trovare altro aggettivo per definire il comportamento dei pubblici poteri che sembra studiato appositamente non tanto per danneggiare ma per irritare e deludere. Avviene quasi sempre, oserei dire immancabilmente, per quanto concerne l’atteggiamento nei confronti delle vittime di eventi tragici, alle quali dovrebbe spettare di diritto un trattamento agevolato e un sostegno da parte di chi governa: è questione di incompetenza legislativa, di imperdonabile trascuratezza, di menefreghismo burocratico, di insensibilità amministrativa. Bene ha fatto il presidente degli anestesisti a denunciare questa clamorosa contraddizione e a mettere le mani avanti per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi Pnrr a favore della sanità.

Non solo negli anni passati si è scriteriatamente tagliato il bilancio della sanità, scelta che si è rivelata un clamoroso boomerang in tempo di pandemia, non solo non si è fatto niente durante la pandemia al di là dei retorici e stucchevoli panegirici degli operatori sanitari, massacrati forse più dalle insufficienze del sistema sanitario che dal virus, non solo si fa una confusione pazzesca tra le competenze del governo centrale e quelle delle Regioni, non solo le Regioni giocano a fare le prime della classe a scapito di un comportamento chiaro ed omogeneo verso tutti i cittadini, ora si specula sui ristori e si programma a tavolino.

È pur vero che la gracilità del bilancio sanitario dipende in gran parte dalla carenza di fondi dovuti alla colossale evasione fiscale che ci squalifica ed è vero che gli sprechi sono all’ordine del giorno anche nel settore sanitario.  Al riguardo rammento quanto mi diceva un amico medico che aveva lavorato in strutture pubbliche e private: «Nelle case di cura private ho visto riciclare le garze, negli ospedali pubblici ho visto medici e infermieri pulirsi le scarpe con pacchetti di garze».  Gli sprechi finiscono oltre tutto per giustificare l’evasione fiscale innescando il meccanismo perverso del gatto che si morde la coda.

Si sperava e si spera che la lotta al covid potesse e possa rappresentare una discontinuità rispetto ai meccanismi suddetti. Finora sembrerebbe di no. Quando c’è stata la necessità di prendere decisioni dolorose e impopolari la politica si è nascosta dietro la scienza e la tecnica, in una vergognosa gara allo scaricabarile. Ora che si profila all’orizzonte una grande torta finanziaria da spartire, la politica rischia di prescindere dalla scienza e dalle competenze professionali per ripiegare sui soliti meccanismi che gridano vendetta.

Se dietro l’angolo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sono in agguato le truffe mafiose, davanti al piano stesso c’è il rischio di scelte pressapochiste, clientelari, opportunistiche e improvvisate. Che l’accortezza, la professionalità, la competenza e l’esperienza di Mario Draghi fungano da antidoto a questi mali. In fin dei conti è a Palazzo Chigi proprio per questo e speriamo che se lo ricordi e che soprattutto riesca nell’impresa titanica di voltare pagina.