Il sacro si immischia nel profano

  • “Ho ricevuto una telefonata bellissima dal presidente Mattarella: era commosso per l’omaggio che il Festival gli ha tributato e mi ha anche confessato che è un grande fan di Mina. Il suo gesto mi commuove, grazie presidente”. Amadeus, in conferenza stampa, svela la telefonata ricevuta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui il Festival di Sanremo 2022 ha reso omaggio ieri nel corso della terza serata con ‘Grande, grande, grande’ di Mina. “E’ una cosa che non dimenticherò mai, avrei voluto registrare la telefonata per farla sentire in futuro ai nipoti. Il presidente ha usato un tono diretto, di affetto: mi ha emozionato questo”, dice Amadeus. In generale “ricevo tantissimi messaggi e tante telefonate, moltissime manifestazioni d’affetto. Fiorello mi chiama in continuazione, ricevo messaggi dagli ospiti. É un sogno che diventa realtà, voglio godermi questo momento”, aggiunge.

 

  • Papa Francesco da Fabio Fazio, con un’intervista a Che tempo che fa, concordata direttamente dal pontefice. L’intervista è stata organizzata direttamente tra i due interlocutori, come è nello stile di Francesco, che all’inizio della pandemia aveva espresso pubblicamente il suo apprezzamento per il celebre conduttore. Bergoglio era in collegamento da Casa Santa Marta. E i cattolici tradizionalisti si sono agitati: “Denota una accentuata secolarizzazione (o sconsacrazione) del papato”, si legge in un editoriale de La nuova bussola quotidiana.

Due fatti che, se in piena era mediatica non fanno alcun scalpore, mi inducono tuttavia a qualche riflessione strettamente personale. Evito come le pozzanghere gli eventi televisivi di cui il festival di Sanremo è l’insopportabile emblema. Ammetto di avere una visione culturale aristocratica al limite dello snobismo.  Dal punto di vista religioso tendo sempre più ad incallirmi in una visione interiore e radicalmente critica della vita di fede. Questi atteggiamenti mi hanno sempre “fregato” e tagliato i ponti con la società, che è quel che è e non quello che io vorrei. Ragion per cui ammetto di essermi visto spiazzato e contestato nella mia farisaica intolleranza.

D’altra parte non era ritualità la cerimonia di insediamento del presidente della Repubblica, che, come ha detto un esperto di queste cose, rappresentava un mix di monarchia, militarismo e religione? Ritualità per ritualità, ci sta anche il festival di Sanremo: in quelle serate, davanti al video c’era il popolo italiano e quindi ben venga che chi lo rappresenta si immischi seppur con sobrietà e stile. Oltre tutto il Presidente sarebbe stato maleducato se non avesse risposto ad un indirizzo di saluto condiviso da milioni di spettatori.

Non è pomposa e fastidiosa ritualità la liturgia vaticana che rischia di ridurre le celebrazioni eucaristiche a spettacolari parodie? Tutto sommato meglio la ritualità di “Che tempo che fa”, una sorta di festival delle canzoni socio-politiche del nostro tempo. E allora ci sta che papa Francesco si chini e approfitti di questa occasione per dialogare col mondo, lanciando qualche provocazione in stile evangelico.

Non credo che il presidente Mattarella e papa Francesco ne escano contaminati e sminuiti. Tutto può servire al bene della società e della Chiesa, anche se ho i miei dubbi che i messaggi pur autorevolmente lanciati in queste occasioni possano mettere in crisi l’andazzo mondano, politico e religioso. Mai dire mai!