Mattarella salvaci tu

“Il Signore li fa e poi li accompagna”, così recita un vecchio adagio. Salvini e Conte non li ha messi in pista il Signore, ma i cittadini distratti e sconclusionati, che hanno votato alle ultime elezioni politiche, con la complicità di Beppe Grillo, sempre più comico e sempre meno politico. Resta il fatto che sono stati i protagonisti della vicenda elettorale quirinalizia. In questi anni Sergio Mattarella se li è trovati fra i piedi e, con il suo ammirevole rispetto per tutti, li ha sopportati fin che ha potuto.

Nel campo del centro destra giganteggia (?) la figura di Matteo Salvini nonostante la sua fronda interna, nonostante i suoi governatori regionali, nonostante il vecchio e malandato Berlusconi: sta bullizzando la Repubblica, giocando a risiko con le istituzioni e tentando di accreditare la propria sgangherata leadership.

Nel campo del centro sinistra spadroneggia (?) Giuseppe Conte: non ha in mano e non rappresenta niente, ma si permette di pontificare a destra e manca, ammiccando alla Lega e persino a Fratelli d’Italia, condizionando il partito democratico in un patto cronicamente traballante.

Da una parte ci sono le forze che puntano alla continuità degli equilibri di governo, dall’altra quelle che puntano, più o meno apertamente, alle elezioni anticipate. In tutte le combinazioni però i partiti sono divisi al loro interno e aggiungono confusione e incertezza al (soq) quadro politico.

Nessun senso delle Istituzioni (un casino pazzesco fra parlamento, governo, etc. etc.), nessuna capacità di mediazione ai livelli più alti (c’è solo la ricerca dello scoop mediatico), nessun senso di responsabilità (sembra addirittura che prevalga la voglia di andare alle urne…). Non hanno voluto capire che il Presidente della Repubblica deve essere un personaggio politico e allora sono andati alla disperata ricerca di un tecnico (Belloni) oppure hanno ripiegato su un politico in senso deteriore (Casini) o hanno pensato di affidarsi al padreterno (Draghi). Basti dire che l’iniziativa politica è stata nelle mani di Matteo Salvini: peggio di così… Quanta nostalgia per la cosiddetta prima repubblica!!!

Mattarella aveva mille ragioni di chiamarsi fuori da questa gabbia di matti: vedere la politica ridotta così fa molto male a lui, ma anche a me. Solo lui però ha la possibilità di salvarci per l’ennesima volta. Lasci perdere le disquisizioni costituzionali sull’ammissibilità del rinnovo della massima carica dello Stato, abbia pietà di noi e ci dia una mano.

È partito finalmente un appello rivolto a Mattarella dai capi-gruppo dei partiti che sostengono il governo affinché ripensasse alla sua rinuncia e si rendesse disponibile ad un nuovo mandato. Credo che lui abbia apprezzato l’origine parlamentare di tale pressante richiesta, peraltro in linea con il sentimento popolare, rispetto ad una striminzita e penosa domanda partitica. La gente ne sarà oltremodo soddisfatta (vox populi vox dei). Resti al Quirinale senza limiti di tempo: sarà lui a decidere, ci fidiamo ciecamente.

La politica politicante, sotto-sotto, puntava alla nomina di Pierferdinando Casini, uno squisito doroteo, un uomo per tutte le stagioni: mi scappa detto che a lui avrei preferito paradossalmente addirittura Silvio Berlusconi (meglio la “pornopolitica” pura di quella perbenista). Per (s)qualificare Casini lo si definisce un democristiano. Non è un democristiano, è un doroteo vale a dire un democristiano in senso deteriore, vocato al potere per il potere. Però bisogna avere l’onestà di ammettere che, nel casino,  Casini ci faceva persino un figurone.

Chi voleva prescindere dalla politica è andato in cerca di un finto tecnico (ogni e qualsiasi nome veniva infatti immediatamente e inevitabilmente vagliato dal punto di vista politico) da spacciare come personaggio al di sopra delle parti. Il balletto delle candidature ha comportato anche la considerazione di facciata alle opzioni femminili (discorso peraltro molto serio), che sono servite a coprire i giochi: le donne hanno rischiato di fare da paravento o da pretesto alla bagarre istituzionale ed alle manovre in corso.

Ho spesso definito Sergio Mattarella come l’ultimo dei giusti della politica post-bellica, a lui poteva succedere l’ultimo degli ingiusti (Pierferdinando Casini) o il primo o la prima degli apolitici. Tutto è bene quel che finisce bene. Mattarella resta in sella con ancora maggiore credibilità e forza, concede alla politica i tempi supplementari per tornare ad essere protagonista seria della vita del Paese. Draghi rimane al coperto anche se leggermente indebolito, il governo, nonostante prevedibili ripercussioni politiche, resta comunque pienamente in carica, le elezioni si terranno alla scadenza prevista. Fra un anno si vedrà. “Tant nin nasa e tant nin móra”.