Quando sento odore di pornografia, mi viene spontaneo ricordare quanto affermò Monsignor Riboldi, battagliero vescovo di Acerra, durante un convegno: disse di preferire la pornografia pura a certi spettacoli televisivi ammantati di perbenismo. Credo che, provocatoriamente e in stile perfettamente evangelico, intendesse bollare l’ipocrisia dei falsi moralisti che in teoria fingono di scandalizzarsi e in pratica si esercitano nella peggiore delle pornografie, quella della violazione sistematica dei valori.
Durante un convegno sulla “Trasparenza nella pubblica amministrazione”, organizzato dalla senatrice del M5S, Anna Laura Mantovani, tenutosi nella Sala dei presidenti, a Palazzo Giustiniani, immagini porno hanno invaso i monitor, creando imbarazzo nei protagonisti e nei partecipanti all’evento, che, tra l’altro, vedeva la presenza on line di Giorgio Parisi, un fisico e accademico italiano, premio Nobel nel 2021 per i suoi studi sui sistemi complessi.
L’organizzatrice del convegno ha vinto l’iniziale imbarazzo ed ha provato ad archiviare la vicenda (“in attesa di avere novità dalla polizia postale che sta conducendo le indagini per risalire a chi ha condiviso il video sulla piattaforma Zoom”): “Qualcuno ci ha scherzato pure su, dicendomi che quella cosa è quasi una medaglia che mi devo appuntare, poi anche Giorgio Parisi, il Nobel che era online, è stato molto gentile, mentre scorrevano le immagini hard non ha fatto una piega, poi mi ha detto che non dovevo scusarmi di nulla e che il convegno era andato davvero bene».
L’incidente a ‘luci rosse’ è finito su tutti i giornali: «Non riesco a spiegarmi chi e perché possa aver fatto questo blitz», spiega Anna Laura Mantovani. «Non si capisce quale fosse il messaggio che volevano dare – riflette – ora bisogna vedere se la polizia postale riuscirà a risalire agli indirizzi Ip, da chiedere ai gestori di Zoom per arrivare a capirci qualcosa di più».
Verranno portate avanti le dovute indagini anche sulla base della denuncia sporta per danno di immagine. Non so se l’accaduto debba essere catalogato come una goliardata informatica con intento dissacrante verso scienza e politica, che, mai come in questo momento, sembrano andare “grilloparlantescamente” a braccetto o come una sorta di provocazione anarchica in una fase storica in cui le Istituzioni stanno rivelando tutta la loro debolezza oppure come un colorito “j’accuse” al M5S per il tradimento perpetrato rispetto ai suoi bellicosi iniziali scopi della protesta anti-politica, una sorta di sberleffo post-grillino. Non riesco a intravedere intenti criminali o delinquenziali.
Al di là di tutto, riandando allo schema culturale di monsignor Riboldi, penso che sia opportuno accettare la provocazione, interpretandola come un invito per il mondo politico tutto (e non solo…) ad uscire dagli schemi pornografici del potere fine a se stesso: pornografia per pornografia meglio quella che tenta grossolanamente di sfogare gli istinti rispetto a quella che li blandisce e li “perbenizza”. Ognuno può tirare le proprie conclusioni applicando questo concetto a ciò che sta avvenendo: non è il caso di insistere anche perché il discorso si farebbe troppo (in)delicato.