Un doroteo per il Quirinale

Se la memoria non mi tradisce, esisteva un adagio goliardico che chiedeva a gran voce il “ripristino dei sani casini”. Il discorso alludeva ironicamente al controllo della prostituzione, auspicandone un frettoloso rientro in strutture controllate sul piano sanitario e difese dagli attacchi dello sfruttamento.

Giocando sulle parole, senza voler forzarne il significato, anche nella bagarre in vista della nomina del nuovo presidente della Repubblica spunta una profezia, quella di Umberto Bossi riapparso a Buguggiate in provincia di Varese per la messa di Natale: “Draghi o Berlusconi? La spunterà Casini”.

Mi ha fatto tenerezza e dato nostalgia la riapparizione fugace di questo personaggio, che di politica ne capisce certo molto più dei suoi successori. Se lo dice lui quindi sono portato a considerare seriamente (?) la candidatura al Quirinale di Pierferdinando Casini.

Conventio ad excludendum è una locuzione latina con la quale s’intende definire un accordo esplicito o una tacita intesa tra alcune parti sociali, economiche o politiche, che abbia come fine l’esclusione di una determinata parte terza da certe forme di alleanza, partecipazione o collaborazione.

Per Casini ci potrebbe essere al contrario una conventio ad comprehendum. Per dirla brutalmente, sarebbe il candidato non sgradito a tutti per diversi motivi. Il centro-destra lo ha avuto per diversi anni tra i suoi esponenti di rilievo: dopo la fine della cosiddetta prima repubblica Casini si è furbescamente (di qui il soprannome di Pierfurby) riciclato nell’onda berlusconiana, garantendo ad essa un (ignobile) gancio con il passato democristiano.

Al fumoso e galleggiante doroteo, Pierferdinando Casini, acutamente e impietosamente soprannominato Pierfurby, mia sorella avrebbe saputo come rivolgersi (lo ammetteva lei stessa), dal momento che  lo conosceva bene e le friggeva la lingua: “Forlani aveva in tribunale la bava alla bocca, è stato condannato a due anni e quattro mesi di reclusione per finanziamento illecito ed affidato in prova al servizio sociale presso la Caritas di Roma…mentre tu sei ancora in pista a blaterare, a ricoprire incarichi prestigiosi e non hai il buon gusto di andartene a casa…”.

Negli ultimi tempi si è avvicinato al partito democratico, diventandone il candidato al Senato in un collegio bolognese e rientrando dalla finestra in nome della componente cattolica del Pd con cui Casini niente ha da spartire se non la viziosa e rovinosa digressione del potere per il potere.

E i grillini? Potrebbero sopportarlo proprio per la sua sfumata identità, ma soprattutto per la sua abilità a trovare un modus vivendi con tutti senza scontentare nessuno: con Giuseppe Conte, un novello doroteo in piena regola, si troverebbe benissimo, quindi…evviva il doroteismo di ritorno!

Nella galassia centrista Casini dovrebbe andare a nozze, anche se dovrebbe fare i conti col protagonismo renziano e con il pragmatismo calendiano: del centrismo, seppure in versione datata, lui se ne intende e quindi ci salterebbe fuori senza infamia e senza lode.

Forse avrebbe qualcosa da ridire l’area della sinistra estrema (Leu e dintorni), ma non riuscirebbe a disturbare più di tanto: un minimo di opposizione può addirittura fare comodo per scongiurare il rischio dell’immagine di una disgustosa ammucchiata.

In fin dei conti poi Casini ha rivestito ruoli istituzionali importanti. Nel corso della sua lunga carriera politica è stato Presidente della Camera dei deputati nella XIV Legislatura. Nella XVII legislatura è stato Presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche.

In conclusione la candidatura casiniana potrebbe rappresentare un compromesso al più basso livello al fine di garantire la Costituzione, che rappresenta il compromesso al livello più alto: i paradossi della politica non finiscono mai. Una sorta di manifesto all’insegna del motto “dorotei di tutta Italia unitevi”.

Come detto all’inizio se gli studenti gridavano “ridateci i sani casini”, i parlamentari potrebbero mormorare fra i denti: “Vi ridiamo il sano Casini”. Che sia poi sano è tutto da scoprire. Non oso pensare cosa aggiungerebbe mia sorella.