Obbligo vaccinale, sì, no, se, ma, forse.

A gennaio 2022 potrebbe concretizzarsi l’ipotesi dell’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori. Dopo le dichiarazioni di Von der Leyen e la scelta della vicina Germania, anche in Italia comincia a prendere piede l’ipotesi del vaccino obbligatorio.

Il motivo principale è sempre rappresentato dai contagi: se l’indice Rt non calerà nei prossimi quaranta giorni, si passerà alle “maniere forti”. Finora il presidente del Consiglio Mario Draghi era stato molto cauto riguardo la possibilità di imporre un obbligo generalizzato a tutta la popolazione, anche per non creare un problema di opinione pubblica. Ma l’impennata dei CONTAGI e soprattutto i rischi di un ritorno al lockdown stanno facendo rapidamente cambiare la prospettiva. Anche perché il 13% attuale di popolazione No vax non lascia tranquilli medici e tecnici. É quanto riporta il quotidiano La Repubblica.

Se la scelta dovesse essere quella dell’obbligo va fatta con una legge e quindi, nell’ipotesi di un decreto, serve il voto del consiglio dei ministri prima e del parlamento poi. Usando l’articolo 279 del decreto legge 81/2008, ovvero il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro potrebbe concretizzarsi l’azzardata manovra dell’obbligo. Il Testo prevede per i datori di lavoro l’obbligo di messa a disposizione dei vaccini per quei lavoratori che non sono già immuni. Altrimenti il dipendente deve essere allontanato in quanto dichiarato non idoneo al lavoro. E quindi licenziato. Con questo grimaldello potrebbe essere imposto l’obbligo di vaccinazione anti covid da gennaio 2022.

È quanto leggo sul sito “Il meteo.it”. Già la pur rispettabilissima fonte la dice lunga sul brancolamento nel buio di chi ci governa.  Soprattutto però, al di là dell’incertezza, che colpisce è il girare intorno all’obbligo vaccinale con un tira e molla vergognoso e inaccettabile. Se obbligo ha da essere, lo sia per tutti, senza discriminazioni nelle discriminazioni. Un tempo si cantava “chi non lavora non fa l’amore”, oggi si potrebbe cambiare l’approccio: “chi non lavora non fa il vaccino”. Mi vergogno di fare dell’ironia, ma meglio l’ironia delle proteste di piazza, che finiscono col creare alibi, col legittimare la patente illegalità in cui navigano il governo e il parlamento.

Lasciamo perdere se l’obbligo vaccinale possa contribuire veramente a risolvere o quanto meno a contenere la reiterante pandemia, discorso molto complicato e assai poco trasparente. Restiamo sulla legittimità dei provvedimenti rientranti in questo ambito. Ho letto e riletto da profano il testo della Costituzione e non ho trovato nulla che possa giustificare provvedimenti così invasivi sui diritti fondamentali dei cittadini. Sarò ignorante, ma nessuno finora è riuscito a proporre argomentazioni convincenti se non quella di una generica e velleitaria difesa della salute dei cittadini. Voglio essere provocatorio al massimo: siamo sicuri che l’obbligo vaccinale ridotto a gioco valga la candela dei diritti? Con le arie che tirano verrò sicuramente catalogato come “cretino no vax”. Pazienza, la storia è piena zeppa di catalogazioni di regime per gli oppositori scomodi…

In questi giorni, a proposito di illegalità, mi sono trovato a fare questa malinconica e grave riflessione: forse nel dopoguerra nessun governo ha fatto simili forzature. Ebbene, non è curioso che le stia facendo un governo il cui ministro della Giustizia è una costituzionalista di fama e di fatto, peraltro in odore di Quirinale? Marta Cartabia passerà alla storia come la ministra che ha sostanzialmente e prepotentemente violato la Costituzione dopo esserne stata la vestale. Così va il mondo…

Si continua a (s)parlare di un obbligo per poi praticarlo surrettiziamente e contraddittoriamente: si abbia il coraggio di introdurlo con gli strumenti e i procedimenti legislativi di uno stato di diritto, previa una seria e canonica verifica costituzionale, e non con artifici degni del peggior azzeccagarbugli. Perché un lavoratore sì e un pensionato no? È l’ultimo gran busillis giuridico partorito dalle menti fervide dei governanti anti-covid. Forse non sarà l’ultimo!

Quando si prende la strada sbagliata, le correzioni di rotta fatte durante il tragitto finiscono sempre per complicare ulteriormente il percorso e per allontanare la meta. Il grande Enzo Biagi citava spesso la storiella di quella madre che, per difendere la castità della giovane figlia, ammetteva che fosse incinta, ma solo un pochettino. Il governo italiano sta comportandosi in modo illegale, ma solo un pochettino…