Un sacro stanzino in via Bellerio

Non ha avuto notevole risalto mediatico l’incontro tra Matteo Salvini e Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario del Vaticano per i Rapporti con gli Stati. Probabilmente è stato sepolto sotto le concomitanti cronache ben più rilevanti e interessanti del viaggio papale in Ungheria e Slovacchia. Qualcosa è comunque trapelato: niente che vada però ufficialmente al di là di una visita di cortesia concessa su richiesta ad un parlamentare italiano.

Salvini ha espresso grande soddisfazione e gioia e si è detto «convinto che oggi sia possibile e doveroso uno scambio di idee con il mondo della Chiesa su argomenti di grande attualità come il valore della vita e della famiglia, il ruolo della comunità internazionale nella costruzione della pace e la ricerca di un più diffuso benessere sociale per le persone più fragili».

Il cardinale Parolin, numero due d’Oltretevere, che non ha partecipato all’incontro, ha comunque riferito che Gallagher «è stato contento di aver trovato, in modo sereno, qualche punto di intesa anche sulle tematiche più scottanti».

Attenzione però, perché la diplomazia in genere e quella vaticana in particolare, è fatta più di forma e di gesti che di contenuti veri e propri. Di qui la conclusione, un po’ esagerata, ma non destituita di fondamento, dell’apertura di un nuovo corso nei rapporti tra Lega e Vaticano alla luce di intese sui temi scottanti di questo periodo: la situazione in Afghanistan, il futuro dell’Europa, interventi a favore della natalità, corridoi umanitari e gestione dei flussi migratori.

Nelle stanze vaticane nulla avviene per caso anche se viene ribadito che si è trattato di un «colloquio senza risvolti particolari, rientrante nella prassi, fatto di ascolto e di prudenza per evitare di trasmettere visioni internazionali della Santa Sede attraverso Salvini, quindi nessuna svolta dirompente nei rapporti tra la Lega e la Chiesa».

Non mi sento di retrocedere l’evento a mero scambio di cortesie e non posso fare a meno di cogliere un significato ecclesiale e politico. Il papato di Francesco (inutile nasconderlo) è sotto attacco da parte di un cattolicesimo tradizionalista, conservatore e populista, che trova sicuramente simpatie nelle gerarchie centrali e periferiche. La Lega di Salvini rappresenta a livello italiano questo sentire piuttosto diffuso e aggressivo. Forse in Vaticano si illudono di addomesticare questa tigre reazionaria imbavagliandone un esponente di grido? Con tutto il rispetto per l’abilità diplomatica delle alte gerarchie ecclesiali, se fossi in papa Francesco non mi fiderei: sento puzza di bruciato lontano un miglio. Giudico l’iniziativa, comunque la si voglia giustificare, come intempestiva e inopportuna.

Se si voleva lanciare un messaggio distensivo al nostrano cattolicesimo di destra, si deve considerare che la posta in palo è molto alta e la situazione non può essere di certo affrontata in modo così semplicistico e fuorviante. Se si voleva aprire un dialogo costruttivo si è scelto il momento e l’interlocutore sbagliato. In poche parole: troppo per una seppur graduale strategia dell’attenzione, poco per un disgelo evangelico.

Non è meglio che la Chiesa vada avanti per la sua strada senza farsi parlare nella mano da un tizio qualsiasi che si chiama Matteo Salvini? Da parte sua Salvini dice strumentalmente: «Sono l’ultimo dei buoni cattolici perché sono un peccatore, ma avere questo dialogo aperto e diretto per me è motivo di orgoglio». Non si faccia illusioni, non sarà trattato come il figliol prodigo, ammesso e non concesso che ne abbia le intenzioni: sarà comunque una marionetta nelle mani dei burattinai curiali.

Non sarebbe meglio parlare apertamente senza usare penosi mezzucci o untuose tattiche di potere? Se qualcuno sta cercando punti d’appoggio per sollevare questioni concordatarie (legge Zan etc. etc.) o giù di lì, sponde politiche per assurde resistenze etiche (vedi eutanasia etc. etc.) mostra di essere vomitevolmente molto intrigante e poco trasparente. Se poi qualcuno sta giocando sporco contro papa Francesco (sono purtroppo convito che ci sia) faccia almeno la cortesia di non nascondersi dietro personaggi che non hanno nulla a che vedere con la realtà ecclesiale.