Di fake news sulla pandemia, sui vaccini e su tutto quanto riguarda il discorso covid, ne sono state indubbiamente sparse parecchie: le responsabilità di questa pazzesca confusione sono di tanti, non ultimi gli scienziati e gli esperti in materia, che hanno perso credibilità vomitando “bullisticamente” un tourbillon di pareri superficiali, approssimativi e contraddittori. E non è ancora finita. “Méstor mi e méstor vu e la zana d’indò vala su?” direbbe mia nonna: erano ingegneri che si scambiavano complimenti, ma che si erano dimenticati l’uscio nella porcilaia. Non voglio esagerare, ma non vorrei che succedesse così a livello Covid. Questa gag nonnista mi sovviene quando ascolto le tiritere di virologi e infettivologi che danno più aria ai loro denti che esposizione alle loro teorie.
Andiamo quindi adagio a squalificare tutti i discorsi di un certo tipo come notizie false e tendenziose. Che poi fra di esse ci sia anche il fatto che i vaccini contro il covid 19 siano sperimentali, mi sembra proprio un ulteriore fake news. Il grande scrittore Leonardo Sciascia aveva, provocatoriamente ma realisticamente, snidato e bollato i “professionisti dell’antimafia”. Ora sarebbe necessario individuare i professionisti dell’antifakenews.
Se scorriamo la vicenda della vaccinazione nei suoi tira e molla, tra un tipo di vaccino e l’altro, fra una sospensione della somministrazione e l’altra, fra continui allarmi e imbarazzate “tranquillizzazioni”, fra balletti di cifre sul potere immunizzante e sulla durata dell’immunizzazione, e compagnia stonando, non emerge forse che tutta la vicenda vaccinale altro non è che una sperimentazione di massa, dal momento che i vaccini sono stati approntati a tempo di record e senza le necessarie e graduali preventive verifiche. Per tutti i farmaci c’è una lunga fase di attesa sperimentale prima dell’ok definitivo all’uso, previo approntamento dei cosiddetti bugiardini. Non è stato così per il covid e a tempo di record si è arrivati ai vaccini e ai bugiardini (mai forse la loro ironica titolazione è stata più appropriata), stretti dalla comprensibile spinta a rispondere alla drammaticità della situazione, dalla “politica” urgenza di affrontare in qualche modo una situazione esplosiva e totalmente fuori controllo, schiavi di una invadente, spietata e incontrollata concorrenza fra le multinazionali del farmaco, presuntuosi nel voler accreditare come infallibile una scienza molto balbettante e traballante. Vaccino doveva essere e vaccino è stato! Questa è la realtà sotto gli occhi di tutti e non mi pare si possa parlare di fake news.
La migliore risposta alle fake news non consiste nel demonizzare i pareri e le opinioni contrarie all’impalcatura costruita in fretta e furia, senza fondamento, senza progetto, con una pletora di architetti e ingegneri del piffero. Il più serio antidoto alle notizie false e tendenziose sta nel dialogo, nella pacata argomentazione e nella capacità di convincere e non di spaventare, angosciare, criminalizzare e obbligare. L’atteggiamento giusto mi sembra quello emergente da una cronaca di Antonella Mariotti su La Stampa, che riporto di seguito integralmente.
“C’era anche il primario di Malattie Infettive di Novara, l’alessandrino Pietro Luigi Garavelli, in piazza con i “No-Pass” sabato 24 luglio ad Alessandria. «Sono andato a quella manifestazione – ha spiegato il medico – per informare le persone. Non sono un no-vax, sono vaccinato, si è vaccinata mia moglie e tutti i miei familiari, se sarò obbligato vaccinerò anche le mie figlie. Ma la popolazione deve essere informata in modo chiaro, e questo non è successo purtroppo. Per questo adesso scendono in piazza».
Garavelli, che è stato nominato Cavaliere della Repubblica, ha aggiunto: «Pensare di risolvere la pandemia solo con i vaccini – dice – non è possibile. Nei giovanissimi, per esempio il vaccino può provocare problemi cardiaci, mentre se si ammalano di Covid il rischio è pari a zero».
«La mia attività è stata di tipo formativo, non di sostegno – conclude Garavelli -. Una attività che è giusto che un infettivologo faccia. Così come tanti anni fa mi sono confrontato con centinaia di mamme sulla libera scelta per i vaccini dei bimbi»”.
Invece, gira e rigira, si vuole arrivare a introdurre prima surrettiziamente e poi apertamente l’obbligo di vaccinarsi contro il covid. Ho seri dubbi sulla legittimità costituzionale di una tale legiferazione a suon di green pass anche per andare al cesso di casa propria e forse addirittura di trattamenti sanitari obbligatori.
Scrive Alessandro Di Matteo sempre su La Stampa: “Conversando con alcuni dei più eminenti costituzionalisti italiani si ricava un verdetto unanime: la Costituzione consente sia l’obbligo di vaccinazione che il lasciapassare sanitario e le polemiche non hanno alcun fondamento, almeno dal punto di vista giuridico. Il dibattito sull’obbligo si sta svolgendo in modo «improprio», secondo Giovanni Maria Flick: «È un obbligo presente nel nostro ordinamento da molto tempo, pensiamo alle vaccinazioni per la polio, il morbillo, altre malattie infettive»”.
Sono (quasi) sicuro che ci arriveremo (attento Draghi, perché il terreno si fa molto scivoloso). Il sottoscritto, che non ha alcun timore nel dichiarare di non essersi vaccinato in quanto affetto da numerose e sperimentate allergie, non costituirà certamente l’eccezione alla regola e allora vorrà dire che non gli resterà altro da fare che mettere agli atti una missiva nei confronti del presidente della Corte Costituzionale, al quale chiederà preventivamente che si accolli gli oneri relativi alla sua eventuale morte o invalidità in conseguenza della vaccinazione. Sto facendo le corna anche se non sono superstizioso…