La teo-politica dei cattolici di destra

Riporto di seguito un pezzo ricavato da ATS ed elaborato da Patrick Stopper. “Il Vaticano ha ammonito i vescovi conservatori statunitensi a frenare le loro pressioni per negare la comunione ai politici che sostengono i diritti all’aborto, tra cui il presidente Joe Biden, secondo leader alla Casa Bianca a essere cattolico praticante.

Ma, nonostante ciò, i vescovi americani insistono e si prevede che impongano un dibattito e forse un voto in materia in una conferenza virtuale che potrebbe scavare un solco tra la Santa Sede e la Chiesa cattolica degli Usa. Lo scrive il New York Times (Nyt).

La “crociata” è guidata da alcuni vescovi le cui priorità sono chiaramente allineate con quelle dell’ex presidente Donald Trump e che vogliono ribadire la centralità dell’opposizione all’aborto nella fede cattolica dettando una linea dura.

Tra loro l’arcivescovo José Gomez di Los Angeles, presidente della conferenza episcopale statunitense, che il pontefice non ha mai promosso al rango di cardinale. «La preoccupazione in Vaticano è di non usare l’accesso all’eucarestia come arma politica» spiega al Nyt Antonio Spadaro, direttore di Civiltà cattolica, gesuita molto vicino al pontefice. Papa Francesco ha detto questo mese che la comunione «non è la ricompensa dei santi ma il pane dei peccatori».

E il cardinale Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha scritto una lettera ai vescovi americani avvisandoli che un voto su tale questione potrebbe «diventare una fonte di discordia piuttosto che unire l’episcopato e allargare la chiesa negli Stati Uniti».

Questi balzi all’indietro mi fanno letteralmente venire la pelle d’oca. Non si tratta infatti solo di meri rigurgiti reazionari pretestuosamente coperti da principi religiosi, ma di una vera e propria cattolicità che vuole ritornare acriticamente al passato: di qui l’astio verso papa Francesco individuato come il nemico modernista da abbattere.

La rivista “Missioneoggi”, bimestrale dei missionari saveriani, pubblica un interessante dossier intitolato “il dio dei cattolici di destra”, che passa in rassegna le spinte esistenti all’interno del cattolicesimo in combutta con trumpismo, bolsonarismo e nazionalismo polacco. Massimo Faggioli, professore nel dipartimento di Teologia e scienze religiose nella Villanova University (Filadelfia), all’interno di questo dossier scrive: “Quella dei vescovi, preti e teologi cattolici, che simpatizzano con l’eversione del sistema costituzionale è una sintomatologia che non va sottovalutata né ridotta a materiale da satira. Chi ha contatti con la giovane generazione dei cattolici engagé in America dovrebbe aver notato che il post-liberalismo radicale di sinistra come anche l’anti-liberalismo e l’illiberalismo di destra non provengono solo da pochi intellettuali marginali, ma hanno messo radici. L’anti-liberalismo cattolico fa parte di un fenomeno più ampio, una nuova ricerca dell’identità cattolica che assume varie forme. Può essere espresso come entusiasmo per la messa tridentina e disgusto per il Novus ordo della riforma liturgica conciliare. Oppure può assumere la forma di un interesse per le comunità contro-culturali, nella versione della Benedict option o in altre opzioni di ripiegamento strategico per preparare la riscossa. Ma può anche assumere la forma di un’immaginazione teo-politica che rifiuta la democrazia liberale a favore di una nuova cristianità medievale in salsa post-moderna”.

Il discorso dell’aborto e della comunione ai politici che ammettono questo istituto giuridico è solo una “scoperta copertura” di un disegno ben più ampio ed articolato di carattere politico-religioso.  Anche Biden sarebbe nel mirino di questi cattolici anti-liberali che cavalcano l’America conservatrice.

Nell’ambito del cattolicesimo di destra, pericolosissime sono le tesi portate avanti da padre Paulo Ricardo, intellettuale ultracattolico del bolsonarismo brasiliano, il quale per sviluppare la sua tesi non esita a schierarsi a favore della liberalizzazione del possesso delle armi, usando il caso estremo della violazione della proprietà privata e affermando: “Cosa devi fare, se un ladro entra in casa tua, stupra tua figlia, tua moglie, e sperpera i tuoi beni? Dirai che sei per la pace? Avrai il coraggio di guardare tua figlia, tua moglie, e di dire loro: ‘Scusa, non ho reagito, non perché ho avuto paura, ma perché sono un pacifista’?”.

Per padre Paulo (e i bolsonaristi) la pandemia fa parte di una “isteria” collettiva” e serve come “pedagogia divina”: le sofferenze che ora stiamo attraversando sono piccole prove […] della grande tribolazione: discorsi che rasentano una vera e propria crudeltà teologica a servizio del più brutale dei conservatorismi.

Due brevi e provocatorie riflessioni. La prima è di metodo: cosa aspetta il Vaticano a mettere ordine in tale ginepraio pseudo-teologico? Forse, tutto sommato, questo oltranzismo cattolico, ammantato di falsa dottrina e politicamente destrorso, fa comodo: sono i tirapugni che si combinano  coi guanti di velluto delle sacre stanze. Molto più immediate e implacabili le scomuniche per i teologi della liberazione e per i profeti a favore dei poveri… Succede come nei contrasti alla violenza: molta decisione, al limite della cattiveria, con i contestatori che difendono i diritti degli ultimi e molta comprensione verso gli ultras degli stadi…

La seconda è di merito. Direbbe don Andrea Gallo a questi fanatici anti-abortisti: «State a sentire, non incastriamoci nei principi. Se mi si presenta una povera donna che si è scoperta incinta, è stata picchiata dal suo sfruttatore per farla abortire o se mi arriva una poveretta reduce da uno stupro, sai cosa faccio? Io, prete, le accompagno all’ospedale per un aborto terapeutico: doloroso e inevitabile. Le regole sono una cosa, la realtà spesso un’altra. Mi sono spiegato?».

E ai cattolici di destra in cerca di un dio a loro uso e consumo risponderebbe: «Non mi curo di certe sottigliezze dogmatiche perché mi importa solo una cosa: che Dio sia antifascista!».