Un milione di posti di lavoro andati in fumo, ben oltre 100mila persone morte, un casino pazzesco negli ospedali, migliaia di ammalati in pericolo di vita, tutti con la vita attaccata ad un chiodo, l’operazione vaccini in continuo tilt, lontane prospettive di una ripresa che ci cambierà comunque la vita…e c’è chi disserta con ansia sulla possibilità o meno di disputare in Italia le partite dell’europeo di calcio con un pezzetto di pubblico presente sugli spalti.
Già il fatto che (giustamente) siano state chiuse le scuole mentre il campionato di calcio va avanti in mezzo a tamponamenti a getto continuo grida vendetta al cospetto della nostra insulsaggine. Adesso, mentre la gente è sballottata fra un vaccino e l’altro, tra l’ansia di soccombere al virus e quella di rimanere impigliata negli effetti indesiderati degli antidoti, tra la fretta di contare sull’immunità di gregge e i colpevoli ritardi nella somministrazione dei vaccini, tra la prudenza delle sofferte chiusure e la tenue speranza delle timide riaperture, ci preoccupiamo se sarà possibile ospitare a Roma alcuni incontri rientranti nel campionato europeo di calcio.
Anche questo, e non solo questo, è segno di una società basata sul nulla e il covid ce lo sta sbattendo in faccia drammaticamente. D’altra parte non era così quando migliaia di poliziotti venivano impiegati per garantire l’ordine pubblico negli stadi, mentre mancavano le forze per garantire l’ordine a livello territoriale? Non era così quando si sopportavano i disordini provocati dai teppisti del pallone e si usava il pugno di ferro contro le manifestazioni a favore della tutela ambientale e la giustizia sociale. Non era così quando il sistema pallone navigava su un mare di (finti) soldi mentre tante imprese navigavano su un mare di (veri) debiti. Tutto un paradosso attorno a cui girano interessi di scarsissimo rilievo sociale.
E io ho ancora il coraggio di tentare di divertirmi guardando le esibizioni dei pedatori, mentre tutti aspettano con ansia le decisioni del ministro Speranza sulla fattibilità delle partite di cui sopra e magari sbuffano se il ministro osa imporre qualche spiacevole disposizione sanitaria.
La risposta alla Uefa è stata positiva, quindi si riaprirà a fette lo stadio olimpico con procedure stabilite dal comitato tecnico-scientifico: mobilitazione a livello di tamponi, quei tamponi che fino a qualche tempo fa si facevano col contagocce anche per chi correva seri rischi? Non so se il coronavirus abbia avuto origine dalla colpevole o dolosa distrazione di qualche laboratorio per poi prosperare come vendetta ambientale e sanitaria contro le nostre inadempienze, incongruenze e incompetenze. Non so se la natura si stia prendendo la rivincita inchiodandoci alle nostre enormi responsabilità di cretini anti-ecologici.
Non so se ne usciremo mai e come eventualmente ne potremo uscire. Certamente avremo in una mano un pallone a cui dare calci per divertirci e nell’altra mano un pallottoliere con cui contare i morti, i disoccupati e i poveri. Però il calcio non si deve e può fermare a costo di dare un calcio al cuore ed al cervello.