Le ultime notizie dal bailamme pandemico ci dicono che molte delle mascherine in commercio non proteggono, che l’Italia sbaglia gli indici per misurare la febbre del virus, che ogni governatore regionale vuol programmare la vaccinazione a suo modo, che la vaccinazione continua a suscitare perplessità disorientando i vaccinandi, che le riaperture, richieste a gran voce dai commercianti sempre più esasperati e strumentalizzati, non si sa se, come e quando avverranno, che gli ospedali continuano a scoppiare di malati, che i morti sono talmente tanti da mettere in crisi la cremazione al punto che a Roma si deve ripiegare su altre procedure di sepoltura.
Il libero mercato, uno dei presupposti del nostro sistema socio-economico, fa cilecca: gli affari sono affari e non contemplano il rispetto per le esigenze vitali delle persone; lo stato non è in grado di intervenire, perché abbiamo privatizzato tutto e indietro non si torna; lo stato imperialista delle multinazionali del farmaco non è purtroppo solo un residuato bellico del terrorismo brigatista rosso, ma una trista realtà che mette in ginocchio e paralizza i pubblici poteri.
L’Unione Europea, nata per difendere la vita dei cittadini, non riesce nemmeno a intervenire nelle situazioni estreme e getta vergognosamente la spugna lasciando tutti nelle braghe di tela dei rapporti con i produttori di vaccini. Speriamo che almeno sganci i quattrini promessi a sostegno della ripresa socio-economica, ma non ne sarei così sicuro.
La scienza è penosamente brancolante nel buio: ognuno dice la sua e tutti sbagliano regolarmente previsioni e soluzioni. Mi si dirà che è tutto molto difficile. Certo, ma allora si abbia il buongusto di centellinare le poche e relative certezze e trattenere le tante e assolute incertezze sparate a gola aperta.
I governatori regionali non abbandonano la loro verve, dicono anche cose giuste nel momento sbagliato e viceversa. Possibile che non si possa trovare un’intesa per affrontare una situazione di tale gravità? Niente da fare: dare aria ai denti e ai voti è l’imperativo principale ed imprescindibile.
La gente non ne può più, vuole riprendere a lavorare e vivere. Come darle torto? Bisognerebbe avere la credibilità e l’autorevolezza per fare ragionare i cittadini. Temo sia troppo tardi. Anche Mario Draghi sta vacillando. Sono stati commessi da parte dei governanti tutti gli errori possibili e immaginabili e allora con quale becco di ferro si va dai ristoratori a imporre di tenere le saracinesche abbassate. Magari fra un po’ salterà fuori che nei ristoranti il rischio di contagio era ed è minimo, visto oltre tutto che le mascherine danno una protezione più simbolica che effettiva e quindi si possono abbassare. Tutto paradossale.
Per rafforzare i reparti ospedalieri e di terapia intensiva non si è fatto un cazzo a suo tempo e ora ripiangiamo sul latte versato. C’era più di un anno per organizzare la vaccinazione, non abbiamo fatto un cazzo (uso questo termine brutale e volgare per meglio rendere l’idea) e ora stiamo improvvisando e recitando a soggetto, pretendendo ordine, disciplina e serietà dai cittadini sempre più confusi e stressati, quando non malati o…morti.
Persino i morti hanno problemi: sì, di sepoltura, perché la cremazione non regge i ritmi e quindi occorrerà ripiegare sulle fosse comuni. Sto esagerando? Sto facendo del terrorismo? Non lo so, sto solo esprimendo un disagio pazzesco in attesa di ammalarmi e morire solo come un cane. Faccio più terrorismo io o i governanti che ne combinano di tutti i colori e gli scienziati che ne pensano una e cento ne sparano? Non avrei mai più pensato di arrivare a questo punto di sfiducia. Spero che questo estremo imbarazzo non mi comporti l’abbassamento delle serrande umane a protezione dell’egoismo. Mi sembra che, tutto sommato, questo possa essere il rischio maggiore. Per me e per tutti.