Putost che cédor…Costitusión!!!

Il cardinale Zuppi, vescovo di Bologna, ha avuto l’originale, oserei dire geniale, idea di scrivere una lettera alla Costituzione italiana, parlando a nuora perché suocera intenda, esaltando la politica per mettere a nudo i politicanti, invocando la solidarietà per tacitare gli egoismi.

Tutti sappiamo e vediamo come qualsiasi atleta, prima di affrontare un ostacolo o lanciarsi in una corsa, faccia un passo indietro per raccogliere le forze, per trovare la concentrazione, per sintetizzare le migliori intenzioni. Questo uomo di Chiesa ci consiglia di ricorrere allo spirito della Costituzione per cercare e individuare la direzione in cui muoverci in un tempo in cui tutto sembra crollare intorno a noi.

Mi ha particolarmente colpito, nel contesto di questo profondo e analitico omaggio costituzionale, una frase molto incisiva: «Abbiamo bisogno di vero “amore politico”!». Ce la dovremmo sentire tutti addosso, più che mai in un momento in cui la politica sembra tradire i cittadini e viceversa, per tante e complesse cause, ma anche e soprattutto per colpa degli “amanti clandestini e traditori” della politica con la “P” maiuscola.

Traduco immediatamente il discorso collocandolo nell’ambito dell’avventurosa e sconvolgente crisi di governo. I politici, che stanno tradendo la politica con i loro stupidi giri di valzer, dovrebbero fare ammenda e cospargersi il capo di cenere. Come? Tacendo e facendosi da parte! Invece purtroppo continuano a sparare cazzate per giustificare la loro fuga dalle responsabilità.  Sono andati al Quirinale a ballare una sorta di squallido “bunga bunga” politico. Dal momento che Sergio Mattarella li ha messi gentilmente alla porta invitandoli a più miti consigli, si sono trasferiti a Montecitorio, riprendendo, come se nulla fosse successo, il loro balletto di assurdi e reciproci penultimatum.

Questa crisi di governo più la si gira e più puzza. Se errare è umano, perseverare nell’errore è diabolico. È quanto sta succedendo con gravissimo ed inevitabile discredito della politica tradita e umiliata. Tutti sostengono di avere a cuore le sorti del Paese e tutti dimostrano di avere a cuore i propri obiettivi particolari. Tutti auspicano un governo forte e capace e tutti lavorano per un “governo fragile degli incapaci”. Tutti chiedono tempi stretti e tutti si esercitano in lungaggini verbose e inconcludenti.

Se rimane nella classe politica attuale, le cui preesistenti carenze sono state messe impietosamente a nudo dalla pandemia, un minimo di dignità e di “amore politico”, ciò dovrebbe comportare l’inizio di un lungo digiuno quaresimale per ritrovare il bandolo della pur aggrovigliata matassa in cui siamo ingarbugliati. Invece, “putost che cédor limón”, laddove i limoni si chiamano elezioni politiche anticipate. Questa prospettiva comincia a farsi strada anche nelle analisi di autorevoli (?) opinionisti e commentatori: se proprio la palla non riesce a rotolare, ritorni ai cittadini. Senza capire che gli elettori, con una palla bucata e sgonfia, finiranno col giocare una partita truccata. Quanti cittadini non andranno a votare per timore degli assembramenti pandemici o per un attacco di vomito o diarrea da “parlamentite” acuta? Non posso andare al ristorante, non posso cenare con amici e parenti, non posso muovermi liberamente e dovrei recarmi al seggio elettorale in mezzo a centinaia di persone rischiando di contaminarmi per fare un piacere a Giorgia Meloni che crede di aumentare i propri inutili voti? Per darla vinta a Giuseppe Conte che non vuol mollare l’osso? Per darla su a Matteo Renzi che intende dare libero sfogo al suo incontenibile e insopportabile ego? Si potrebbe continuare…

Ma c’è un rischio ancor maggiore che intravedo all’orizzonte. Se finalmente il presidente della Repubblica tentasse la carta di salvare in extremis l’unione tra politica e cittadini, a costo di trasformare il matrimonio d’amore in convivenza di interessi, ci potrebbe essere il colpo di coda degli amanti traditori, i quali potrebbero fingere di accontentarsi di dormire sul divano in salotto con l’intento di sbirciare in camera da letto e guastare l’idillio coi nuovi, seppur provvisori, amanti, i tecnici prestati alla politica per salvare il salvabile. E se poi il nuovo matrimonio funzionasse troppo bene, dove finirebbero i vecchi e logori arnesi? Potrebbero finire in cantina o in solaio…in attesa di tempi migliori, in attesa cioè che rispunti il sempre giustamente agognato “amore politico”. Come?

“È proprio nei momenti di confusione o di transizione indistinta che le Costituzioni adempiono la più vera loro funzione: cioè quella di essere per tutti punto di riferimento e di chiarimento. Cercate quindi di conoscerla, di comprendere in profondità i suoi principî fondanti, e quindi di farvela amica e compagna di strada. Essa, con le revisioni possibili ed opportune, può garantirvi effettivamente tutti i diritti e tutte le libertà a cui potete ragionevolmente aspirare; vi sarà presidio sicuro, nel vostro futuro, contro ogni inganno e contro ogni asservimento, per qualunque cammino vogliate procedere, e per qualunque meta vi prefissiate” (Giuseppe Dossetti, Discorso tenuto all’Università di Parma, 26.IV.1995).