I calciatori gonfiati

Si è fatto un gran parlare della disgustosa e vergognosa rissa fra Slatan Ibrahimovic e Romelo Lukaku. Gli attuali calciatori simbolo di Milan e Inter si sono scambiate offese verbali, si sono dati appuntamento al dopo partita per la resa dei conti, trattenuti a stento dai compagni e sotto gli occhi omertosi dell’arbitro intimidito e intimorito dalla triste personalità dei contendenti e dal peso “politico” delle società calcistiche di cui i litiganti fanno parte. Fosse successo su un campetto di terza categoria sarebbero partite squalifiche a vita per i giocatori e penalizzazioni esemplari per le squadre.

Pochi giorni prima un arbitro, che aveva avuto l’ardire, di consigliare allo sbraitante allenatore dell’Inter, Antonio Conte, di calmare gli ingiustificati bollenti spiriti con una iniezione di sportività (bisogna saper perdere o, nel caso, bastava saper non vincere), era stato criticato per essersi intromesso e avere ancor più incendiato il clima. Evidentemente il collega, memore del flop del suo simile, ha ritenuto di fare orecchie da mercante limitandosi a sventolare un pallido cartellino giallo ai due galli che meritavano, come minimo, di essere sbattuti fuori dal pollaio.

Tutto sommato però l’episodio dello scontro tra Ibrahimovic e Lukaku, pur nella sua gravità comportamentale, può essere catalogato come fatto di stupidità e cattiveria fra colleghi di lavoro: un litigio triviale tra colossi del pallone e nani dell’etica professionale. Lasciamo perdere i discorsi sull’impatto diseducativo per i giovani, in aggiunta agli esempi negativi provenienti da tutta la società.

Passo oltre e vado ad una notizia oltremodo clamorosa dal mondo del calcio. Secondo quanto riportato dai giornalisti spagnoli, il contratto quadriennale firmato nel 2017 con il Barcellona avrebbe garantito a Lionel Messi un ingaggio di 555.237.619 euro. Più di mezzo miliardo di euro lordi. La cifra si compone di un bonus di 115 milioni di euro “alla firma” (già incassato), un secondo bonus “fedeltà” dal valore di 80 milioni di euro e 360 milioni di euro di ingaggio tra parte fissa e parte variabile. Ossia, uno stipendio di 90 milioni di euro l’anno per quattro anni. Non so se le cifre siano esatte e quanto incidano le tasse su questo stipendio da nababbo. Una cosa la so e la dico: è uno scandalo!!!

Mentre la baruffa milanese rientra nella fesseria di un ambiente in cui professionalità fa rima con stupidità, l’ingaggio di Messi è il simbolo di un sistema malato in cui la disequità regna sovrana ben al di là delle più blasfeme regole del cosiddetto libero mercato. Tutto il mondo dello spettacolo (il calcio è ormai una sua componente di diritto, non avendo niente da spartire con lo sport) è pervaso da cachet astronomici che spesso non rispecchiano nemmeno il valore artistico delle prestazioni. Posso ammettere cifre iperboliche per un grande tenore, per un attore di grido, per un musicista di successo, faccio molta fatica a giustificare i guadagni di chi corre, seppure con abilità ed impegno, dietro un pallone.

Aveva ragione un mio carissimo e indimenticabile zio: stroncava ogni e qualsiasi velleità da tifoso, affermando che lui si sarebbe recato allo stadio solo nel caso in cui in campo ci fossero stati undici palloni che rincorrevano un uomo. Attualmente, tra l’altro, questi signori del calcio non riescono nemmeno a riempire gli stadi, non per colpa loro per la verità e non ho idea del ritorno agli spalti gremiti. C’è in atto un certo disamore verso il calcio, se è vero che anche gli incassi dalle Tv a pagamento si stanno sensibilmente riducendo. Non so fino a quando i nababbi potranno continuare a succhiare: probabilmente stanno cercando di fare il pieno fintanto che è possibile.

Il calcio mercato italiano vede una serrata trattativa tra il portiere Donnarumma e la società del Milan per il rinnovo del contratto: si fanno ipotesi milionarie. Fossi il presidente di questo storico club non esiterei a mandarlo al paese dei balocchi e a difendere la porta del Milan chiamerei il portiere di riserva o addirittura quello della squadra primavera. Alla fine la classifica non peggiorerebbe di molto, mentre migliorerebbero le casse societarie e, forse, in parecchi si darebbero una regolata.