Il numero non è dei più alti nella storia, la qualità è tutta da scoprire, il metodo della nomina è consistito nel bilancino partitico: mi riferisco alla sfornata o infornata (a seconda dei punti di vista) di sottosegretari del governo Draghi. Il premier lo metteva in conto, se l’aspettava e ha fatto buon viso a cattiva sorte: è successo coi partiti quanto capita nei confronti dei bambini insistenti e capricciosi che, anche nelle situazioni più inadatte, vogliono giocare e allora il buon papà finisce col cedere e lascia i figlioletti liberi di giocare nella loro stanza, pregandoli di non fare troppo baccano e soprattutto di non creare danni.
I partiti erano usciti piuttosto malconci dal varo della compagine ministeriale e, anziché capire la lezione e cogliere l’occasione per rivedere seriamente il loro ruolo assai compromesso, hanno colto la prima occasione per riprendersi spazio e peso. Forse si illudono, ma comunque ci stanno provando: con un po’ di sottogoverno si può rimediare e ritornare in sella.
Di fronte al Paese non hanno fatto una gran figura, quella degli arraffa-seggiole (nel caso direi seggiolini). È un’accusa che i partiti si lanciano reciprocamente, ora invece si trovano tutti d’amore e d’accordo nel cercare almeno qualche strapuntino. A proposito, c’era una mia parente alla lontana, più avara che povera, la quale, quando partecipava a una gita organizzata dalla parrocchia, prenotava e pagava uno strapuntino per il viaggio sul pullman, salvo arrivare per tempo e occupare un bel posto, magari nelle prime file e vicino al finestrino. Non c’era verso di farla alzare e di retrocederla: tutti si lamentavano, ma alla fine scuotevano il capo, lasciavano perdere e compativano questo piccolo sopruso, complice l’età avanzata e la condizione sociale dell’interessata.
Si sono quindi seduti tutti, il pullman è al gran completo e può partire col suo abbondante carico, paritetico a livello di genere, di sottosegretari e vice-ministri. E chi li schioderà mai dal…lasciamo perdere. L’importante è che durante il viaggio i componenti politici del governo non comincino a litigare, a dare fastidio al conducente, a pretendere soste non concordate, a voler mutare il percorso, a intonare inni e canti fuori copione.
Ho provato a scorrere l’elenco e non ho trovato personaggi di primo piano, potrebbe essere un bene, ma potrebbe essere anche un segnale inquietante. Il bene verrebbe eventualmente dagli onesti artigiani della politica messi lì per lavorare a testa bassa, il male invece consisterebbe nella collocazione di personaggi di serie inferiore con la mission di guastatori o amici del giaguaro. Chi vivrà vedrà.
Il timore è che tutto rientri in un gol segnato in zona cesarini per riaprire la partita in vista del match di ritorno previsto per il dopo-Draghi. Probabilmente però i partiti non si rendono conto o fanno finta di non rendersi conto che non si gioca per vincere le elezioni, ma per salvare il Paese, anche se tutti dichiarano insistentemente di voler prescindere da interessi di parte. Mia madre, quando sentiva il solito ritornello della politica rivolta al bene della gente, aggiungeva con sarcasmo: «Am sa che li lôr i fagon pù che ätor i sò còmod…». Sono diventato qualunquista, lo so, ma non è tutta colpa mia.