La minestra della ministra

La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina in questo anno di attività non ha brillato per competenza e capacità amministrativa. La caratteristica che più mi infastidisce è però un’altra, che purtroppo risulta essere un classico di molti politici investiti di responsabilità settoriali a livello governativo: il loro orto è sempre e comunque il più verde, anche se le evidenze dimostrano il contrario o almeno mettono in discussione il loro convincimento.

Come si fa a ripetere continuamente che la scuola è sicura e quindi deve essere aperta o riaperta? Da dove provengono queste certezze? Tutto sembra dimostrare il contrario: dai trasporti alla logistica, dalla scarsità numerica degli insegnanti ai difetti organizzativi. Mi sovviene un quasi aneddoto capitato nel mio condominio: ho avuto la sfortuna di incappare in rumorosi ed invasivi lavori di ristrutturazione eseguiti nell’appartamento situato sopra il mio. La proprietaria mi tranquillizzava con un “lei signor…. non si preoccupi”.  Sulla mia testa c’era un casino pazzesco e io non mi dovevo preoccupare. Quando vuoi tranquillizzare a tutti i costi una persona, finisci col preoccuparla ancor di più e col trasmettere ad essa un’ansia incontenibile.  Se vuoi agitare una persona, dille di stare calma.

Si intuisce chiaramente che la ministra Azzolina non ha assolutamente in mano la situazione della scuola, peraltro assai complessa e problematica, purtuttavia vuole tranquillizzare operatori, insegnanti, studenti e famiglie con un certificato di sicurezza a cui non può obiettivamente credere nessuno. Cerchi di fare il possibile e l’impossibile per riaprire le scuole, ma la smetta di raccontare balle che stanno in poco posto.

La riapertura autunnale fu un flop tremendo e con ogni probabilità lo stiamo ripetendo. La ministra in questione avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni da diversi mesi e invece è ancora al suo posto, “più bella e più superba che pria”. Non solo, ma ostenta sicurezza un giorno sì e l’altro pure. I faciloni mi hanno sempre dato irritazione: nella vita non c’è niente di facile. Immaginiamo se il carrozzone scolastico possa essere ritenuto sicuro in piena pandemia… Un po’ di buon senso non guasterebbe.

Non mi metto a cantare il solito ritornello: apertura o chiusura. Non sposo a priori nessuna delle due posizioni, vorrei capire e verificare. Un ministro dovrebbe aiutarci in questo senso, senza demagogia (la scuola è più importante della salute), senza comode prudenze (non rischiamo assolutamente niente), senza propaganda verso le famiglie in difficoltà nell’accudire i figli impossibilitati a recarsi a scuola, senza lisciare il pelo agli studenti che si sentono orfani di una istituzione essenziale.

Bisogna avere il coraggio di rimboccarsi le maniche al fine di riaprire i battenti, ma, se ci si accorge che i rischi non sono sopportabili, occorre avere la freddezza di tenere chiuse le porte senza peraltro illudersi che l’istruzione a distanza possa rappresentare una soluzione organica e completa.

La ministra Azzolina deve capire che non è in gioco il suo posto nel governo (se è per quello la sua seggiola balla da quel dì), ma una partita di importanza colossale da affrontare con estrema serietà. I colleghi di governo la aiutino, ma lei si metta in condizione di farsi aiutare da tutto il mondo della scuola e la finisca con questi insulsi e assurdi assiomi con cui da mesi sta inondando il Paese. Faccia la ministra e non l’imbonitrice.