Ogni tanto spunta la notizia che un prodotto alimentare sarebbe contaminato da sostanze chimiche utilizzate nelle colture e negli allevamenti. Titoloni, polemiche, paure, allarmismi, inchieste, distruzioni e poi tutto va in tacere. Queste vicende mi fanno pensare alle retate contro la delinquenza più o meno organizzata. Anche in tali casi grandi sceneggiate, grandi spiegamenti di forze, poi tutto in tacere.
Viviamo nell’epoca in cui si sa tutto di tutti, in realtà non si sa nulla di nulla. Per mia modesta esperienza professionale credo che la tracciabilità dei prodotti alimentari finisca con l’essere una montagna di carte, da cui non traspare un bel niente. Anche i marchi biologici mi lasciano piuttosto perplesso. Forse è meglio non pensarci. È come quando si va al ristorante: se andassimo a vedere in cucina probabilmente ci scapperebbe l’appetito. Se approfondissimo il contenuto di tutti gli alimenti che ingoiamo, rischieremmo di morire di fame.
D’altra parte perfino Gesù non era molto incline ai rigorismo alimentare, sosteneva infatti che non è quel che entra nell’uomo a contaminarlo, ma quel che cova nel suo animo. Infatti le frodi e gli inquinamenti sono opera nostra. Facciamo solo finta di preoccuparci, in realtà ce ne freghiamo altamente. Tutti ricordano l’allarme sui coloranti di parecchi anni fa. Ben pochi oggi scelgono bevande senza coloranti. Succederà così anche per le uova: per un po’ di tempo se ne gioverà il fegato, si abbasserà il colesterolo. Altra mania salutista dei giorni nostri. Tempo fa un carissimo amico medico mi confessava paradossalmente: «Per controllare la salute dei pazienti oggi si guarda il tasso di colesterolo nel sangue. Se va bene quello, tutto il resto non conta. Hai un tumore? Niente paura, l’importante è il colesterolo basso…». Avrete badato anche voi come si comportano certe persone con alto tasso glicemico, certi soggetti diabetici: mangiano pane, pasta, dolciumi etc, in fondo arriva il caffè, tirano fuori dalla tasca il contenitore della saccarina e ne mettono una pasticchina nella tazza, così mettono a posto tutto…
Pensiamoci: continuiamo a fumare come turchi, beviamo alcolici a più non posso, ci droghiamo con roba leggera e pesante, straviziamo da tutti i punti di vista, poi un bel giorno esce la notizia che ci sarebbero delle uova contaminate da un antiparassitario. Ebbene allora ci sentiamo tra color che son sospesi e tremiamo dalla paura di morire avvelenati. La natura ci incute giustamente paura: quando però si ha veramente timore di qualcuno non lo si prende in giro. Noi invece istighiamo la natura, ce la tiriamo addosso, salvo piangere sulle uova rotte nel paniere, anzi ci tiriamo addosso da soli le uova marce.
È stato ed è tutto un costruire in barba alle norme (in riva al mare, usando materiali inadeguati, fregandocene altamente dei vincoli idrogeologici o paesaggistici, sprecando suolo, disboscando i terreni, appiccando il fuoco per meglio fare tabula): ce ne accorgiamo quando arriva un terremoto, quando crolla qualche fabbricato anche senza terremoto, ma è troppo tardi. Qualcuno addirittura ci ride sopra, pregustando speculazioni immobiliari in vista della ricostruzione, che magari avverrà ancora in barba alle norme antisismiche, così arriverà il prossimo terremoto e via col gioco dell’oca.
In questi ultimi giorni l’abusivismo tiene banco nei discorsi: sanatoria sì, sanatoria no, demolizioni sì, demolizioni no, arriviamo persino a teorizzare l’abusivismo di necessità…
Mi sovviene dell’ aneddoto in materia di peccato. Un prete in confessionale ascolta l’accusa di un penitente, che ammette di avere bestemmiato. Il sacerdote vuole approfondire e chiede: «Ma lei bestemmia molto?». Arriva l’imbarazzata e sdrammatizzante risposta: «Una cosa giusta…».
Buon ferragosto (salutista, naturista, dietetico, perbenista, un po’ disincantato e un tantino qualunquista) a tutti!