In una recentissima intervista al quotidiano la Repubblica papa Francesco ha affermato: «L’ho detto più volte e lo ripeto: la violenza non è la cura per il nostro mondo frantumato. Rispondere alla violenza con la violenza conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiché grandi quantità di risorse sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficoltà, degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo. Nel peggiore dei casi può portare alla morte, fisica e spirituale, di molti, se non addirittura di tutti». Ogni commento è superfluo.
Il tempo di girare la pagina di giornale e mi sono imbattuto in una incredibile dichiarazione di Donald Trump: «Io e Xi stavamo mangiando una bella torta al cioccolato quando ho ordinato l’attacco alla Siria». Ogni commento è superfluo.
Sempre lo stesso giorno leggo sul quotidiano Avvenire l’intervista a Jared Daimond, scienziato e premio Pulitzer Usa, nella quale questo illustre personaggio esterna le sue riflessioni: «Sto pensando a questo pianeta dal futuro così incerto e sempre più in balia delle decisioni di pochi uomini. Sto pensando al rischio nucleare. Se Trump spingerà un bottone, anche la Cina spingerà un bottone. A una guerra atomica resisteranno gli insetti; ma dei mammiferi non sopravviverà nessuno. Moriranno uomini ed elefanti. Penso spesso a quello che può combinare il presidente americano e confesso di aver paura. Penso che guidare un grande stato non sia esercitarsi su twitter; è qualcosa di enormemente complesso». Ogni commento è superfluo.
Accendo il televisore e su televideo appare una notizia: la leader del Front National, Marine Le Pen, candidata alle elezioni presidenziali francesi, in un intervista al quotidiano La Croix ha detto di essere “estremamente cattolica”, ma al tempo stesso “arrabbiata” con papa Francesco per le sue parole sui migranti. Che il Papa faccia appello “alla carità, all’accoglienza dell’altro, non mi meraviglia”, ma che inviti gli Stati a “non porre condizioni all’accoglienza degli immigrati, può costituire un’interferenza politica”, spiega Le Pen. Ogni commento è superfluo.
Nell’agenda della visita che il presidente Usa farà in occasione del G7 di Taormina (26-27 maggio) non figura la tappa in Vaticano per l’udienza dal Pontefice. Nessuna richiesta è arrivata al Vaticano dallo staff della Casa Bianca. A questa punto mi concedo un breve commento: meglio così, mangi le sue torte, lanci le sue bombe, dica le sue cazzate, si goda le sue ricchezze, prosegua nelle sue follie a suon di muri, pugni di ferro, minacce e blandizie. Continui a prender per i fondelli gli americani che l’hanno votato e quanti nel mondo simpatizzano per lui. Faccia visita a Marine Le Pen, Viktor Orbán e, se vuole rimanere in Italia, a Matteo Salvini e Beppe Grillo. Sappia comunque che, come dice Fra Cristoforo a don Rodrigo nei Promessi sposi, anche per gli uomini (pre)potenti come lui, “verrà un giorno…”. Anzi è già venuto, è la Pasqua di Cristo!