In potere di un Mandrake qualsiasi

Della tempestosa vicenda grillin-capitolina non mi stupiscono la clamorosa inesperienza (era quasi scontata), la notevole impreparazione (non ci si improvvisa amministratori pubblici a certi livelli), l’incertezza nel muovere i primi passi (è più che normale quando si comincia a camminare sulle proprie gambe), gli errori iniziali (al primm cavagn al vôl bruzä). Che mi lascia interdetto è la debolezza del sistema immunitario rispetto alle manifestazioni infette del potere.

Raffaele Marra, uomo indiscutibilmente legato al divenire del potere capitolino, riesce, con la collaborazione di Salvatore Romeo, altro chiacchierato personaggio, con una facilità estrema, stando alle carte dell’inchiesta in cui è coinvolto in prima persona, a diventare il burattinaio del grillismo romano, il suggeritore di Virginia Raggi, il play maker del nuovo (?) corso politico in Campidoglio.

«Ho messo in fila le cose per lo staff del sindaco. Ho segnalato incarichi e possibili retribuzioni. Ho lasciato tutto a Virginia Raggi»: questo scriveva Marra in vista delle elezioni. E pochi giorni prima del trionfo grillino mandava un messaggio a Romeo: «Domani ti mando un foglio Excel con i provvedimenti da adottare subito ed un foglio Word in cui ci sono i possibili incarichi e le possibili retribuzioni».

Ma chi era questo potentissimo soggetto? Il Mandrake della situazione? E Grillo dov’era? Il movimento cinque stelle si apprestava a curare l’epidemia capitolina affidandosi ad un portatore sanissimo della malattia? Il tutto ha dell’incredibile, anche se spiega quanto è capitato successivamente.

Qualcuno sospetta che l’ingenuità sia stata eccessiva e che ci possa essere stato qualcosa di più: un patto sporco per occupare il potere con disinvoltura ed amministrare senza scrupoli. Non arrivo a tanto, ma forse se si resta sulla mera ingenuità è ancor peggio. Della serie buoni ma stupidi, ben peggio che cattivi e intelligenti.

A Roma è partito infatti un tormentone che temo non finirà mai: c’è il punto critico nella radice e quindi…La capitale italiana in mano a un manipolo di imbecilli, manovrati da uno spregiudicato uomo d’apparato.

E questi signori vorrebbero governare l’Italia? Sappiano che nell’alta burocrazia ministeriale c’è ben più di un Marra qualsiasi. Gente capace di stritolare Grillo, Casaleggio, Di Maio, Di Battista e chi più ne ha più ne metta. Ma mi facciano il piacere. Il grave è che la gente non riesce a scoprire il gioco di prestigio. È talmente prevenuta da affidarsi a questi sprovveduti catapultati in politica per puro caso, che oltretutto cominciano a prenderci gusto.   E si pensava che potessero fare da argine per incanalare e rappresentare l’irruenta e generale spinta al nuovo. Andiamo proprio bene.