Quando a mio padre rimproveravano di essere esageratamente suscettibile di fronte a certe espressioni, era solito affermare convintamente: «L’ è al tón ch’a fà la muzica…».
È stata licenziata la maschera della Scala che lo scorso 4 maggio, all’ingresso della premier Giorgia Meloni in teatro, ha urlato «Palestina Libera». Lo denuncia il Cub del Piermarini. «È arrivato il verdetto ghigliottina della direzione nei confronti della giovane donna del personale di sala che dalla prima galleria ha urlato “Palestina libera” prima del concerto del 4 maggio, all’ingresso di Giorgia Meloni in palco reale», informa il sindacato scaligero. «Evidentemente per la direzione la giovane ha detto qualcosa da punire severamente – aggiungono -. Nel provvedimento di licenziamento, firmato dal sovrintendente Fortunato Ortombina, viene sottolineato che ha tradito la fiducia disobbedendo a ordini di servizio ma a noi vien da dire che lei ha dato retta alla sua coscienza. L’obbedienza non è più una virtù, così come scrisse Don Milani». (da lastampa.it)
Questa è una stonatura fotonica che fa musica antidemocratica, antisindacale, “antipacifica”: un’autentica cazzata di regime! Viene alla mente Arturo Toscanini quando si rifiutò di eseguire l’inno fascista “Giovinezza” a Bologna nel 1931. Per questo motivo, fu aggredito e picchiato da fascisti. Questo evento contribuì alla sua decisione di lasciare l’Italia e andare in esilio.
Ma cosa sta diventando questo Paese in cui si licenziano le persone per non dispiacere alla premier? Probabilmente la Cocomeri non sarà nemmeno stata informata di questo insulso provvedimento, ma non bisogna darle fastidio. Siamo a questo punto?
Un semplice gesto di protesta costa il posto di lavoro? Si rende conto il sovrintendente alla Scala di avere commesso un gravissimo atto contro la democrazia? Se ha verso la musica lo stesso rispetto che dimostra di avere verso i diritti dei lavoratori, povera Scala…
D’altra parte forse bisogna ringraziarlo perché ha contribuito a scoprire un “altarone” della nostra attuale politica estera: siamo schiacciati su Israele al punto che chi osa reclamare i diritti dei palestinesi perde il posto di lavoro e quindi, se due più due fa quattro, ciò significa che Giorgia Meloni è culo e camicia con Israele e vuol essere la più filo-israeliana di tutti.
Non so come finirà la causa contro il licenziamento totalmente ingiustificato, so come sta finendo la democrazia in Italia: una gara alla piaggeria nei confronti di un governo che di democratico ha solo una lontana parvenza. L’aria che tira è viziata e faccio fatica a respirare…