I licenziamenti a tappeto sono già iniziati, e toccheranno più della metà del personale, mentre i programmi di assistenza saranno sottoposti a sforbiciate drastiche. L’organizzazione umanitaria internazionale cattolica Catholic Relief Services (Crs), che fa capo ai vescovi statunitensi, sta cercando in queste ore un modo di sopravvivere dopo il congelamento delle spese, la chiusura degli uffici e gli ampi tagli ai dipendenti dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, Usaid, ordinati dall’amministrazione Trump.
In seguito al colpo di mannaia che ha decapitato Usaid, Crs è stata costretta a iniziare a chiudere tutti i programmi finanziati dall’agenzia, che fornisce circa la metà del budget di 1,5 miliardi di dollari dell’organizzazione cattolica, ha spiegato l’amministratore delegato Sean Callahan con una e-mail inviata a tutto lo staff. Callahan ha aggiunto che Crs è stata informata che alcuni progetti che gestisce sono stati eliminati e che altri lo saranno presto.
La Conferenza episcopale degli Stati Uniti, che ha creato l’organizzazione nel 1943 per servire i sopravvissuti della Seconda guerra mondiale in Europa, non ha finora rilasciato dichiarazioni al riguardo. (dal quotidiano “Avvenire”)
I tanti cattolici che hanno votato Trump sono serviti. Mio padre direbbe sarcasticamente: «Bizòggna ésor stuppid bombén, a ne s’ pól miga där dil cozi compagni». Tanto va la gatta al lardo dell’aborto che ci lascia lo zampino del Crs. Non sto a fare tante indagini sulle motivazioni socio-politiche che hanno portato molti cattolici a scegliere Trump, mi permetto solo di tirare una scurrile conclusione: “Chi vota con la pancia non si deve poi lamentare della diarrea”.
Intendiamoci bene: esiste effettivamente il problema dell’eccesso politico nella legittima difesa dei diritti civili Lgbtq. Sembra l’unica e pregiudiziale questione. Di qui a saltare il fosso per andare dietro al primo delinquente di turno che promette di combattere l’aborto per poi tormentare gay e transgender e imporre il ripristino di una morale bigotta che di evangelico non ha proprio nulla…
D’altra parte non risulta forse che i vescovi americani siano piuttosto tradizionalisti e abbiano molte perplessità sul papato di Francesco e le sue aperture sul piano sociale? Tutto si tiene! Li voglio vedere piangere sul latte versato. Basti considerare che il Papa si è sentito in dovere di inviare una lettera ai vescovi Usa, diffusa in inglese e spagnolo, le due lingue più parlate nel Paese nordamericano, in cui critica duramente la politica migratoria di Donald Trump: “Deportare persone che in molti casi hanno lasciato la propria terra per motivi di estrema povertà, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o grave deterioramento dell’ambiente, lede la dignità di molti uomini e donne, e di intere famiglie”. Francesco aggiunge: “Ho seguito da vicino la grande crisi che si sta verificando negli Stati Uniti”, “la coscienza rettamente formata non può non esprimere un giudizio critico e il proprio disaccordo”. “Esorto tutti i fedeli della Chiesa cattolica e tutti gli uomini e le donne di buona volontà a non cedere a narrazioni che discriminano e causano inutili sofferenze ai nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati”. Il Papa sottolinea poi che non si può assistere alle decisioni senza reagire: “Tutti i fedeli cristiani e le persone di buona volontà sono chiamati a considerare la legittimità delle norme e delle politiche pubbliche alla luce della dignità della persona e dei suoi diritti fondamentali, non viceversa”. (da l testo della lettera pubblicato da molti organi di stampa)
In Italia siamo purtroppo avvezzi a simili contraddizioni clericali: il berlusconismo venne visto di buon occhio perché foraggiava direttamente o indirettamente la Chiesa-istituzione, gli si perdonavano persino le bestemmie, poi, quando emerse il marciume sessuale in cui era sprofondato Silvio Berlusconi, vescovi, preti, suore etc. cominciarono ad aprire gli occhi anche se era tardi e certi guasti erano stati irrimediabilmente portati a compimento.
Trump nemmeno foraggia la Chiesa cattolica, le taglia i viveri, è un puttaniere di razza, ma va bene lo stesso. Quando si dice che la minestra è fredda senza averla effettivamente assaggiata, rimane tale anche se poi ci si accorge che scotta.
I cattolici non sono gli unici che hanno votato Trump alla leggera. In troppi hanno preferito Trump pensando di fare un dispetto alla sinistra da cui magari si sono sentiti abbandonati: è un po’ la storia del marito che si taglia l’uccello per far dispetto alla moglie infedele.
Senonché i cattolici hanno una doppia colpa perché non solo hanno tradito gli interessi clericali ma anche il Vangelo. Dovrebbe servire di lezione ai cattolici meloniani del “Dio, patria e famiglia”. Purtroppo, finita la (nonostante tutto) virtuosa esperienza della Democrazia Cristiana, che riusciva a coniugare l’ispirazione religiosa con la politica di centro più o meno aperta a sinistra, i cattolici in libera uscita si sono vocati all’irrilevanza rincorrendo il perbenismo della destra sedicente cattolica.
Chissà che il “ghignone” americano non faccia riflettere i cattolici italiani. Se il buon giorno si vede dal mattino, temo che governanti e cittadini italiani abbiano bisogno di parecchie docce fredde per svegliarsi di fronte alla deriva trumpiana. Servirà vedersi toccati nel portafoglio dalla dissennata politica dei dazi? Servirà vedersi schiacciati nella morsa cino-statunitense? Servirà vedere i super ricchi che stritolano i poveri? Servirà accorgersi di essere rimasti senza uccello pur avendo tanta voglia di…?