Il manto rituale dell’ignoranza

In questi giorni c’è stata la concomitanza di tre eventi: la riapertura della restaurata cattedrale parigina di Notre-Dame, l’inaugurazione della stagione lirica alla Scala di Milano, la celebrazione del Concistoro per l’investitura ufficiale di nuovi cardinali.

Avvenimenti diversi, a loro modo significativi, in tutti i casi interessanti. Mi è venuto spontaneo individuare un filo che li (col)legasse. L’ho trovato nelle più bieca, vuota e fuorviante delle ritualità.

A Notre-Dame si doveva celebrare la festa dell’arte ripristinata in tutto il suo splendore: è diventata la penosa passerella dei potenti (?) della terra, che facevano finta di salutarsi e scambiarsi qualche parola importante per il futuro dell’umanità.

Alla Scala di Milano si doveva partecipare ad un ragguardevole evento musicale in onore di Giuseppe Verdi e del melodramma: è stata la solita festa mondana in cui la musica e il canto erano il pretesto per ben altre disgustose ostentazioni.

Alla Basilica di San Pietro si doveva pregare per e con i nuovi cardinali: invece la solita insistente ed irritante parata liturgica vaticana (se tanto mi dà tanto, chissà cosa succederà all’apertura e durante il Giubileo…). Una piccola digressione anticlericale richiamando a proposito di cardinali una gustosa barzelletta (bisogna anche sorridere…).

“Dio Padre osserva, con attenzione venata da una punta di scetticismo, l’attivismo dei cardinali di Santa Romana Chiesa, ma non riesce a capire fino in fondo lo scopo della loro missione. Con qualche preoccupazione decide di interpellare Dio Figlio in quanto, essendosi recato in terra, dovrebbe avere maggiore dimestichezza con questi importanti personaggi a capo della Chiesa da Lui fondata. Dio Figlio però non fornisce risposte plausibili, sa che sono vestiti con tonache di colore rosso porpora a significare l’impegno alla fedeltà fino a spargere il proprio sangue, constata la loro erudizione teologica, la loro capacità diplomatica, la loro abilità dialettica, ma il tutto non risulta troppo convincente e soprattutto rispondente alle indicazioni date ai discepoli prima di salire al cielo.  Anche Dio Figlio non è convinto e quindi, di comune accordo, decidono di acquisire il parere autorevole di Dio Spirito Santo, Lui che ha proprio il compito di sovrintendere alla Chiesa.  Di fronte alla domanda precisa anche la Terza Persona dimostra di non avere le idee chiare, di stare un po’ troppo sulle sue ed allora il Padre insiste esigendo elementi precisi di valutazione, minacciando un intervento diretto piuttosto brusco e doloroso. A quel punto lo Spirito Santo si vede costretto a dire la verità ed afferma: «Se devo essere sincero, anch’io non ho capito fino in fondo cosa facciano questi signori cardinali, sono in tanti, ostentano studio, predica e preghiera. Pregano soprattutto me affinché vada in loro soccorso quando devono prendere decisioni importanti. Io li ascolto, mi precipito, ma immancabilmente, quando arrivo col mio parere, devo curiosamente constatare che hanno già deciso tutto!»”.

Torno a bomba, vale a dire alla ritualità che tutto copre col suo manto e tutto riempie col suo vuoto pneumatico. Dell’arte non frega niente a nessuno; della musica invece pure; della religione, lasciamo perdere. Hanno trionfato e trionfa la politica fine a se stessa, ha prevalso e prevale l’istinto autocelebrativo, è passata e passa l’idea di una religione avulsa dalla realtà evangelica.

Se l’arte, la musica e la religione le riduciamo a questi minimi termini, cosa sarà della politica? Forse resterà solo l’ignoranza. Mi hanno detto che su internet gira una (quasi) barzelletta in cui Trump, imbucato di lusso a Notre-Dame, si sarebbe stupito della presenza della presidentessa della Georgia, Stato europeo confuso con lo Stato Usa, e si sarebbe chiesto: “Ma cos’ha combinato Biden con la Georgia? Ha creato uno Stato nello Stato? Dovrò correre ai ripari, prima di avere una concorrente in casa…”.

A proposito di ignoranza, c’è da considerare anche quella dettata dall’opportunismo. In questi giorni, ascoltando e leggendo i pareri degli addetti ai lavori, mi è parso che, dopo l’iniziale choc per l’elezione di Donald Trump con le conseguenti perplessità e preoccupazioni, sia subentrata, da una parte, una sorta di rassegnazione al peggio a cui non c’è limite, dall’altra parte la inconfessabile speranza che fra delinquenti, tutto sommato, ci si possa intendere. Ogni riferimento a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale (o causale?).

In questi giorni mi è stato acutamente ricordato che nell’uomo il cuore è situato circa a metà strada fra cervello e pancia, lasciando intendere che occorrerebbe trovare un equilibrio virtuoso fra questi tre stadi della vita umana. Ebbene con ogni probabilità in questa fase storica prevale ( a dir poco), a livello di classe politica, la parte bassa, vale a dire la pancia.