Disordine di governo, disordine di piazza

Durante un corteo di autonomi che a Roma ha ricordato Valerio Verbano (un giovane militante della sinistra extraparlamentare ucciso dai fascisti nel 1980 a Roma) è avvenuto il rogo di un manichino che raffigurava Giorgia Meloni. 

Cariche della Polizia alle manifestazioni di Firenze e Pisa pro Palestina. Sei studenti sarebbero rimasti feriti, e le immagini circolate su siti e social hanno fatto divampare le polemiche. Nel capoluogo toscano il corteo, composto da sindacati di base, studenti e comunità palestinese, era partito da piazza Santissima Annunziata per raggiungere, sfilando per il centro e piazza Ognissanti e ha poi proseguito il percorso sul Lungarno verso il consolato americano. A poche decine di metri era presente lo sbarramento delle forze dell’ordine; quando i manifestanti hanno provato ad avanzare sono partite alcune cariche. Il corteo ha poi fatto ritorno in piazza Ognissanti per gli interventi finali. (dal quotidiano “Avvenire”)

Sarò esagerato, ma le ritengo le due facce della stessa medaglia: al disordine politico non può che fare riscontro quello sociale. L’attuale governo sta facendo di tutto per irritare la piazza con politiche assurde a tutti i livelli, dopo di che è pressoché automatico che la protesta possa degenerare. L’ordine pubblico va gestito con equilibrio e cautela e non con i manganelli a go-go. Da quello che ho potuto intuire mi sembra che non ci fosse assolutamente bisogno di un intervento così invasivo da parte delle forze dell’ordine.  Chi ha manifestato a favore del popolo palestinese ha tutto il mio consenso e quindi, se fossi giovane e se abitassi a Pisa, prenderei anch’io la mia dose di manganellate.

In un clima di tensione sociale non mi stupisco che possa essere bruciato un manichino raffigurante Giorgia Meloni. È grave? Sì, è grave, ma non senza se e senza ma. Se il capo del governo infatti tenesse atteggiamenti meno presuntuosi e meno provocatori, sarebbe un gran bene e forse non si esporrebbe al rischio di diventare oggetto di atti intimidatori. E poi non si può forse considerare il corteo romano di autonomi come la risposta alla manifestazione di Acca Larentia? La polizia se ne è guardata bene dall’intervenire contro i neofascisti, lo ha fatto con i giovani pro-Palestina. Inneggiare a Mussolini è forse meno grave e violento che “manichinizzare” la Meloni?

Torniamo ai manganelli. La politica estera del governo non interpreta l’umore degli italiani e quindi non c’è da stupirsi che soprattutto i giovani reagiscano scendendo in piazza, non per questo vanno attaccati: le scuse dei responsabili dell’ordine pubblico appaiono risibili. Non voglio ripetermi sull’aria che tira: i poliziotti sono uomini, che avvertono quale sia il clima politico nel nostro Paese, e anche a livello istituzionale si fa di tutto per rimarcare un clima di prepotenza e di restaurazione.

«Si assiste a una intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese, più volte della stessa presidente del Consiglio, alla quale va espressa piena solidarietà». Sergio Mattarella, risponde alle domande di un gruppo di studenti in visita al Quirinale, e si schiera a difesa di Giorgia Meloni. Tutto parte una manciata di ore prima. (dal quotidiano “Avvenire”)

Fa benissimo il Capo dello Stato ad intervenire, ma gradirei che lo facesse anche in difesa dei diritti dei manifestanti e per bacchettare gli interventi sproporzionati e sconclusionati delle forze di polizia. Lo avrà probabilmente fatto in via riservata, ma, dico la verità, non mi basta. Il suo richiamo rischia infatti di essere la mozione degli affetti se non dice nulla sulle cause e sulle responsabilità di un clima che sta diventando violento.

Da Mattarella aspetto anche qualche parola in più sulla situazione internazionale: non abbia paura di scavalcare il governo. Rappresenta o no, come recita la costituzione, l’unità nazionale? Non penso si tratti di una rappresentanza formale, ma sostanziale rispetto ai profondi sentimenti del popolo italiano, che è contrario alle guerre, che non accetta la realpolitik, che è stanco di vedere l’Italia appiattita sulla mera difesa degli equilibri internazionali.

Altro che bruciatura di manichini, nella striscia di Gaza sta avvenendo un massacro bello e buono! E anche alla guerra scatenata dalla Russia non si può reagire solo con l’inflazione delle armi fornite all’Ucraina. E smettiamola di promuovere pur sacrosante manifestazioni anti Putin per distogliere l’attenzione dalla carneficina palestinese eseguita dall’alleato israeliano.

Nessuna forza politica italiana ha il coraggio e la coerenza per intervenire in tal senso. Poi non stupiamoci che la gente, soprattutto i giovani vadano spontaneamente in piazza e non vadano troppo per il sottile. Se la polizia usa i manganelli non si può pretendere che i manifestanti abbiano nei loro zaini baguette croccanti e fresche di forno.