L’elefante capitalista e la mosca etica

Con la guerra tra Russia e Ucraina che infuria alle porte dell’Europa è «perverso» che gli investitori che applicano criteri di sostenibilità continuino a evitare il settore della Difesa. È quello che due sottosegretari del governo britannico, Andrew Griffith e James Cartlidge, con delega, rispettivamente, ai servizi finanziari e agli appalti militari, hanno scritto in una lettera al Mail on Sunday del 1° agosto.

Per Griffith e Cartlidge la finanza etica è un «virus» che avrebbe pericolosamente contaminato l’industria e la finanza britannica. Il tabù degli investimenti in armamenti è a loro dire una chiusura al mercato che fa a pugni con l’idea su cui si regge l’appoggio dell’Occidente a Kiev nella guerra contro Mosca ovvero che la libertà e la democrazia si difendono anche con la forza. I due membri dell’esecutivo si sono spinti fino a considerare questo approccio come un «malinteso» che espone la nazione alle minacce di Paesi dittatoriali e che, a lungo termine, «rischia di far morire di fame» il mercato dei capitali d’Oltremanica. (dal quotidiano “Avvenire” – Angela Napoletano – Londra)

Semplicemente agghiacciante! Il capovolgimento radicale dell’etica vista come male da evitare per salvaguardare la logica capitalistica della guerra e delle armi. Lo spegnimento delle coscienze auspicato quale salvaguardia del sistema di mercato. È stato facile profeta papa Francesco quando ha affermato: «Il giorno in cui le imprese di armi finanzieranno ospedali per curare i bambini mutilati dalle loro bombe, il sistema avrà raggiunto il suo culmine. Questa è l’ipocrisia» (discorso del 04 febbraio 2017 ai partecipanti all’Incontro “Economia di Comunione”, promosso dal Movimento dei Focolari).

Per finanza etica si intende un insieme di attività finanziarie sviluppate con metodi, strategie e strumenti che, discostandosi dall’ottica del massimo profitto, consentono di perseguire un congruo guadagno anche attraverso l’assunzione di impegni di rilevanza sociale. Non sono un esperto in materia e faccio fatica a comprendere in cosa possa effettivamente consistere un meccanismo virtuoso fra finanza e socialità: una sfida quasi paradossale da affrontare tuttavia con estremo coraggio. Visto che la storia ha dimostrato che il sistema capitalistico non ha alternative radicali bisogna ripiegare su meccanismi correttivi interni al sistema stesso.

Un elefante incontra una mosca. Lui non capisce come mai la mosca non riesca a stare ferma, la mosca non comprende invece la costante immobilità del pachiderma, …. La mosca si avvicina all’orecchio del pachiderma e comincia ad entusiasmarsi vedendo le grandi orecchie del mammifero. Comincia a ronzarvi intorno facendo una gran rumore che inevitabilmente disturba il colosso. Con un colpo deciso di orecchie il pachiderma allontana la fastidiosa mosca. Ma, quest’ultima, non si arrende, e, dopo qualche secondo riprende la sua attività e comincia nuovamente a disturbare il mammifero. Si ripete la scena, e, questa volta, con maggiore decisione. La mosca rischia davvero di essere tramortita nella sua attività. Sembra che quell’ultimo colpo debba avere avuto un effetto devastante inculcando tanta paura nella mosca, invece l’insetto, sfidando il destino, si riavventura nello stesso luogo cominciando a dare fastidio. A quel punto l’elefante termina la sua attività di mangiare e rivolgendosi alla mosca le dice: “Mi spieghi perché continui a ronzare senza stare ferma intorno al mio orecchio? Perché non riesci a stare ferma? Quantomeno non ti fai sentire con questo ronzio irritante!”. La mosca, dopo che sentì la voce del pachiderma, decise di planare e rispose dicendo “beh vedi, i miei sensi e soprattutto i miei occhi sono fatti in modo tale che veda ogni oggetto sotto mille sfaccettature diverse, e mi entusiasmo, e non riesco a resistere, devo toccare, vedere da vicino quello che i miei occhi mi propongono”. L’elefante, senza scomporsi, rispose: “Al contrario, amica mia, i miei occhi sono piccoli e non molto acuti, e vedo a malapena quello che mi circonda, dunque non mi lascio prendere troppo dai miei sensi ma piuttosto cerco di governarli! Ecco perché non ho necessità di spingermi in luoghi dove rischio di morire!”.

La stessa situazione si può verificare tra il pachiderma capitalistico e le mosche etiche? Mi auguro che l’elefante si lasci guidare troppo dai suoi meccanismi e senza rendersene conto si possa imbattere in idee e comportamenti che finiscano col metterlo in seria difficoltà.

La reazione stizzita di rappresentanti del guerrafondaio Regno disunito di Gran Bretagna e Irlanda del nord potrebbe essere la dimostrazione di una certa qual debolezza del mercato delle armi se gli fanno paura gli investitori che intendono dribblare il settore della difesa. A volte basta poco per mettere in crisi un equilibrio. Non pretendo che la finanza etica diventi il Robin Hood del mercato moderno, mi accontenterei che funzionasse da pacifico don Chisciotte che non combatte contro i mulini a vento della guerra, ma investe sui mulini a vento della pace.