I cani sciolti e i leoni morenti

Putin “testa di c….” insultato e deriso per il crollo del rublo sulla scritta elettronica di un palazzo in Siberia. “Putin è una testa di c… e un ladro. 100 rubli x $ – ti sei fottuto quella tua testa di c….”. Un pensiero che è impossibile stimare quanto sia diffuso in Russia, ma comunque esiste. A Surgut, in Siberia, hanno hackerato la scritta elettronica su questo palazzo di uffici. Sono stati presentati, dai vari organi della propaganda di stato, come “hacker burloni”, ma forse hanno intercettato un sentimento non così raro, e soprattutto un problema di enorme portata nella Russia di Putin: la situazione finanziaria del Paese, e specialmente per la classe media, è così grave che oggi la Banca centrale terrà una riunione non programmata del Consiglio di amministrazione. Molti analisti pensavano (fonte Moscow Times) che martedì Nabiullina avrebbe alzato il tasso di riferimento di 100-350 punti base al 9,5-12%. Ma la decisione è arrivata invece subito, nella mattinata del 15 agosto, con il rialzo massimo: 3,5 punti, con i tassi saliti al 12% per arginare il disastro del rublo. (Dal quotidiano “La Stampa” – Iacopo Iacoboni)

 

La telefonata che inchioda Trump: “Fu cospirazione criminale per sovvertire l’esito elettorale”: ecco cosa rischia l’ex presidente Usa. Per Trump si tratta della quarta incriminazione dopo quella per il presunto pagamento con fondi elettorali alla porno attrice Stormy Daniels, quella di Miami sui documenti classificati sottratti alla Casa Bianca e nascosti a Mar-a-Lago, e quella di Washington per i fatti del 6 gennaio 2021. (Dal quotidiano “La Stampa” – Francesco Semprini).

 

Non c’è alcun dubbio sul dato storico che tutti i dittatori siano dei furbacchioni, ma anche e soprattutto dei criminali e delle teste di c…. Purtroppo ci vuole tempo prima che i loro sudditi se ne accorgano e la causa scatenante quasi sempre non è un convincimento popolare, ma un disastro di vertice, non un crollo ideologico ma un patatrac economico.  L’invasione dell’Ucraina sta mettendo in gravi difficoltà il sistema economico-finanziario russo? Le opinioni al riguardo sono contrastanti: chi vede un’economia al collasso, chi la vede resistere abbastanza bene seppure a conti stretti. L’opinione pubblica, ammesso e non concesso che in Russia esista, sembra vacillare di fronte a messaggi provocatori come quello di cui sopra: la storia attualmente la fanno non solo e non tanto le fake news, ma gli “hacker burloni”. Ben vengano anche loro in mancanza di meglio, anche se il rischio è quello di trasformare la politica in una burla colossale e continuativa.

Mentre in Russia sembra che il punto d’attacco possa essere la situazione economica, negli Usa (forse è così in tutte le cosiddette democrazie occidentali) l’asse di equilibrio scricchiola sotto i colpi della magistratura. Lo aveva ben capito Silvio Berlusconi che si illuse di sfidarla a duello, lo sta capendo Giorgia Meloni che si illude di slanciare il cane (il ministro Nordio) a leon morente (i giudici in qualche difficoltà), lo sta addirittura cavalcando Donald Trump tutto intento a difendersi contrattaccando, puntando sull’inflazione e sulla conseguente svalutazione delle incriminazioni ai suoi danni. Non so se negli Usa possa succedere quanto avvenne in Italia alla fine degli anni ottanta con l’operazione mani pulite e se Trump finirà con l’essere sepolto sotto una pioggia di monetine, di foto porno, di documenti piccanti e di schede elettorali fasulle (chi di brogli ferisce può di brogli morire). So che l’unica vera spina nel fianco del tycoon è quella giudiziaria e non certo quella politica del traballante Joe Biden.

Le democrature che cadono sotto i colpi degli hacker, le democrazie (?) che cadono sotto i colpi dei giudici: sembrerebbe questo lo sconfortante quadro internazionale, in attesa cha anche in Cina possa succedere qualcosa magari a metà strada fra gli hacker e i giudici. Ci sarà un giudice a Pechino?

Nel frattempo, per tornare a casa nostra, stiamo ben attenti agli attacchi orchestrati contro la libertà di stampa e contro l’autonomia della Magistratura (se ne è ben accorto il Presidente della Repubblica nel recente intervento alla cerimonia del ventaglio). La sinistra non ripeta l’errore commesso in regime berlusconiano, delegando la battaglia ai pochi media di libero pensiero e ai pochi o tanti magistrati di esagerato zelo.