Attenti a quei due

Se agli Usa è concessa la realpolitik, io mi prendo la libertà della “realcommentik”. Non mi lascio incantare dai baci e abbracci fra Joe Biden e Giorgia Meloni, anche perché avvengono all’ombra di una guerra e sinceramente non credo alle amicizie cementate da intenti bellici. Le guerre da sempre servono a deviare l’attenzione dai veri problemi: a Biden quella tra Russia e Ucraina serve a ribadire la propria potenza (?) a livello internazionale, a Meloni serve a superare la propria debolezza a livello italiano ed europeo.

“Diamo il benvenuto al Primo Ministro, siamo diventati amici”. Joe Biden fa gli onori di casa nello Studio Ovale accogliendo Giorgia Meloni: “Ed è bello averti alla Casa Bianca. Grazie per essere venuta”. L’incontro tra due leader è durato poco più di un’ora. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha sottolineato davanti alle telecamere come lui e la premier Giorgia Meloni “sono diventati amici”, ha detto prima dell’incontro a porte chiuse. (da Il tempo.it)

A quanto pare nessun problema in merito alla credibilità democratica di una governante dal passato politico equivoco: l’importante è inchinarsi alla strategia Usa senza battere ciglio. Non fu così con Aldo Moro negli anni settanta del secolo scorso: “Lei la pagherà cara” gli dissero e mantennero la promessa, “brigando” non poco, direttamente e indirettamente, con le brigate rosse per far fuori chi osava rompere i coglioni aprendo ai comunisti. Come si permetteva questo signore di scombussolare la guerra fredda, tentando una qualche collaborazione col Pci, portandolo progressivamente e definitivamente nell’area democratica?

Sui baci e abbracci americani c’è quindi da essere molto cauti ed attenti. Sono un sostenitore di una sorta di neo-atlantismo in salsa europea: gli Usa, la Nato, l’Occidente visti in un rapporto amichevole ma paritario con l’Europa in una logica multilaterale e pacifica. Giorgia Meloni ha porto a Biden un piatto di lenticchie africane, sventolando lo specchietto delle allodole di un finto e strumentale protagonismo filo-africano in spudorata chiave anti-immigrazione.

Intendiamoci bene, non è che Mario Draghi potesse permettersi una grande autonomia rispetto alla strategia Usa, ammesso e non concesso che ne abbiano una. Poteva però almeno spiegare a loro cosa sta succedendo in Italia e in Europa a livello economico. Cosa volete che spieghi Giorgia Meloni a Biden al di là dei debordanti casini italiani ed europei? Gli avrà forse garantito una linea conservatrice in Europa che assomiglia molto al trumpismo e poco al pur timido bidenismo? Gli avrà promesso di tenere a bada i sovranisti e populisti europei? Ma a questo ci sta già pensando lui con maggiore forza persuasiva.

In conclusione, operazione d’immagine! Quando assisto alle strette di mano fra i capi di Stato, da una parte mi sento un po’ più tranquillo (meglio uno scambio di cortesie piuttosto che un’esibizione muscolare), dall’altra però mi chiedo cosa combineranno dopo (l’amicizia è una cosa seria). Dopo la visita di Giorgia Meloni negli Usa non mi sento affatto rinfrancato, perché rientra in un dilettantesco maquillage della nostra premier e, se proprio vogliamo trovarvi un significato più sostanzioso, in un inaccettabile consolidamento dello status quo a livello italiano, europeo e mondiale. Morale della favola: se restava a casa forse era meglio!