Le bare della vergogna

“Nel naufragio della pietà, della solidarietà e dell’umanità, lo Stato si è inginocchiato ieri davanti alle 67 bare dei migranti morti nel mare di Calabria: ma il governo non c’era. Sergio Mattarella ha sentito il dovere di portare il lutto della nazione a Crotone, davanti alla disperazione dei sopravvissuti di una delle più grandi tragedie del Mediterraneo e della storia delle migrazioni”. (Ezio Mauro – La Repubblica)

Il governo non era fisicamente presente, ma soprattutto non lo era dal punto di vista politico e, ancor peggio, dal punto di vista etico. L’attuale governo, checché se ne dica ed anche se nato in base al successo alle recenti elezioni politiche, non rappresenta gli italiani, ne cavalca solo gli umori passeggeri, parziali e superficiali, è distante dalla sensibilità popolare, ne coglie soltanto la dura e vergognosa scorza. Le reiterate, sconclusionate e scandalose prese di posizione ministeriali sono la punta di un ben più profondo iceberg. Meno male che c’è Mattarella che riesce a rimediare in qualche modo (fino a quando?).

Cosa sta succedendo in Italia? Al di là della tragedia di Crotone, che macchia indelebilmente la nostra storia, e del macigno migratorio, che incombe sul nostro Paese, la politica sta allontanando le Istituzioni dalla gente e non è in grado di affrontare i gravissimi problemi che stanno drammaticamente segnando la nostra epoca.

Il fatto che la magistratura stia indagando su eventuali responsabilità della classe politica in merito all’emergenza covid e al naufragio calabrese – al netto di forzature giustizialiste e di invadenze istituzionali, senza voler enfatizzare il ruolo della Magistratura stessa e senza precipitarne i giudizi – è sintomo di una evidente carenza dei nostri governanti nel prendere sul serio le questioni che incombono sulla nostra vita.

Per non parlare della guerra: il governo italiano sembra rassegnato a subirla come un male minore, totalmente incapace di svolgere un’azione diplomatica stringente volta ad uscire dal tunnel; è orientato a subire la realtà europea, scaricando su essa gran parte delle proprie insufficienze, senza alcuna adesione alla visione europeista che dovrebbe caratterizzarci.

Si ha la sensazione di essere abbandonati in balia delle onde (tutti noi e non solo i migranti, con la piccola differenza che noi ci salviamo chiudendoci nel nostro egoismo mentre loro muoiono di questo nostro egoismo) e poi ci si chiede perché tanta gente non va più a votare. Mi è venuto spontaneo mettere in relazione le immagini di Sergio Mattarella di fronte alle bare dei naufraghi con quelle del suo predecessore Sandro Pertini davanti alle bare delle vittime della strage terroristica di Bologna nell’agosto 1980. Anche allora la nostra democrazia vacillava e il Presidente seppe interpretare lo sconcerto della gente tenendo una mano sul braccio del sindaco durante tutto il suo discorso commemorativo. Risulta che la gente di Crotone abbia chiesto ad alta voce al presidente Mattarella di non essere abbandonata così come ai funerali oceanici di Bologna rivolse applausi solo a Pertini.

Il governo Meloni non è all’altezza della situazione: per governare occorrono i voti, ma bisogna anche esserne capaci ed essere in linea con la miglior storia e la miglior cultura del Paese. A chi tiene occhi e orecchi aperti non può sfuggire questa triste realtà. Purtroppo scarseggiano le alternative. Anche i governi regionali non brillano e la gente lo ha ben capito scodellando una sorta di record nell’astensionismo elettorale. Teniamoci ben stretto il Presidente della Repubblica come istituzione e come persona che sta svolgendo questo ruolo. Lasciamo perdere il presidenzialismo, che isolerebbe ulteriormente il Parlamento, mettendo in discussione la natura della nostra democrazia e lasciamo che il Quirinale sia carismatico momento di saldatura col popolo e pungolo di impegno verso Parlamento e Governo.

D’altra parte ricordiamoci che il Parlamento non fu in grado di eleggere il successore di Mattarella e meno male che lui ebbe la disponibilità a rimanere al proprio posto. Ricordiamoci che la soluzione Draghi venne varata per coprire le clamorose lacune governative. Non per questo la soluzione dell’elezione diretta del Capo dello Stato potrebbe rappresentare una scorciatoia risolutiva.

Tuttavia non oso neanche pensare a chi potrebbe venire eletto dall’attuale Parlamento in sostituzione di Mattarella, mentre mi unisco ai brividi di chi in questi giorni ha osato pensare all’eventualità che sul più alto colle non ci fosse Mattarella. Non mi resta che augurare lunga vita all’ultimo dei giusti!