Se questo è un ministro…

Durante una rappresentazione teatrale a livello parrocchiale, un attore improvvisato, che non aveva imparato a dovere la sua parte, ad un certo punto, nel momento di massima tensione drammatica della vicenda, si bloccò su una battuta: “questa casa va a catafascio”. Di lì non ci si muoveva, la frase veniva ripetuta alla ricerca dell’imbeccata da parte degli altri protagonisti che non arrivava, il suggeritore non sapeva più che pesci pigliare, la recita si impantanò, venne calato il sipario, sperando che il pubblico apprezzasse il colpo di scena, mentre invece si scatenò in urla e fischi contro tutto e tutti. La commedia finì malissimo: un fiasco pazzesco.

Seguendo il dibattito/intervista andato in onda a Otto e mezzo su La 7 con protagonista il ministro nonché vice-presidente del Consiglio, nonché leader contrastato della Lega, nientepopodimeno che Matteo Salvini, si aveva la sensazione di ascoltare un disco rotto o un attore che, come quello di cui sopra, si era dimenticato la parte e ripeteva continuamente una lezioncina frettolosamente imparata a memoria del tipo: “Io non mi curo di queste minutaglie (si parlava di intercettazioni telefoniche, di immigrazione, di armi all’Ucraina, etc. etc.) ho ben altro a cui pensare e da fare, ponti, strade, ferrovie, lavori pubblici; non mi posso distrarre…”. La puntata televisiva è andata avanti su questo binario, complice anche una scarsa capacità degli intervistatori di costringere il personaggio a venire giù dal pero.

Mi ricordo di un altro episodio occorsomi durante la mia vita professionale. Ero componente di una commissione d’esame ad un corso finalizzato alla formazione, selezione e assunzione di addetti contabili per società cooperative. Un candidato, alla domanda riguardante la struttura di un bilancio societario, rispondeva insistentemente con un “capirete se non so come è fatto un bilancio…”.  Al che il collega che mi affiancava sbottò: “Se lo sa, meglio per lei, ma ci faccia la cortesia di dimostrarcelo: è meglio anche per lei…”. Il botta e risposta surreale prosegui per qualche minuto, poi finalmente il candidato si sciolse e si sfogò: era stato trattato molto male in un precedente rapporto di lavoro in una cooperativa e quindi non credeva nella serietà della procedura in cui si era reimmesso. A quel punto, dopo avergli espresso tutta la nostra comprensione e l’impegno a sollecitare un più serio comportamento da parte delle aziende che attingevano ai candidati selezionati e proposti, il colloquio poté svolgersi regolarmente, con un discreto esito finale. Non ricordo come finì la storia. Ricordo solo che assomiglia molto al colloquio tra i “commissari de La 7” e il ministro Salvini sotto esame. Lui alla fine non si è sfogato, ha tenuto la parte fino in fondo, ha fatto una gran brutta figura da tutti i punti di vista.

E questo sarebbe un ministro del nuovo governo? E questo sarebbe un vice-presidente del Consiglio? E questo sarebbe il leader di un partito politico di maggioranza? E questo sarebbe uno che la sa lunga e ottiene consensi e voti? Sono stato pervaso da un senso di grande tristezza. Speriamo che almeno Matteo Salvini si dedichi veramente alle opere pubbliche dipendenti dal suo ministero. Ho seri dubbi però che chi non ha una visione generale della situazione possa dedicarsi alle cose particolari. Se si costruisce una casa non è che chi installa l’impianto idraulico possa fregarsene altamente del progetto, del progettista, del capo-mastro, degli artigiani ed operai impegnati in altri aspetti della costruzione. Sarà una casa destinata ad andare a catafascio…