Tutti in ferie…da tutto

Nel 1984 si votò per l’elezione del Parlamento europeo. Il 17 giugno di quell’anno il Partito comunista italiano raggiunse il suo miglior risultato elettorale di sempre battendo anche la Democrazia cristiana: 33,3% contro 32,9 per cento. A pesare su quel voto fu soprattutto un’assenza: quella di Enrico Berlinguer, morto l’11 giugno dopo un malore accusato in uno dei comizi finali della campagna elettorale.

In quei giorni si raccontava una cinica barzelletta: i dirigenti comunisti per dare il massimo risalto alla loro vittoria elettorale sorvolarono in aereo il territorio italiano ospitando sul velivolo i più importanti osservatori politici del mondo. Passando sopra le fabbriche più importanti dissero: “Coloro che stanno lavorando in questi stabilimenti sono i vincitori!”. Proseguendo la ricognizione sorvolarono le pittoresche coste frequentate dai vip con le loro imbarcazioni da diporto. Gli ospiti chiesero maliziosamente: “E questi?”. I comunisti non poterono che rispondere: “Sono quelli che hanno perso le elezioni!”.

Mai come in questi giorni, complice l’aver vissuto un lungo periodo di restrizioni, ci si buttano i problemi alle spalle per andare in ferie. Sembra che Draghi, complici gli enormi problemi sul tavolo del governo dimissionario, non abbia alcuna intenzione di staccare la spina e stia addirittura chiedendo ai ministri un supplemento a perdere di impegno governativo.

Dalla politica all’impresa, corsi e ricorsi aneddotici, qualcuno ricorderà quando nel 2013 il manager Sergio Marchionne, raccontando i suoi primi mesi di lavoro alla Fiat, disse: “Nel 2004 perdevamo cinque milioni di euro al giorno, ma quando andai in ufficio in Italia ad agosto non c’era nessuno. Così chiedo: ‘Ma dove sono tutti?’ e mi dicono: ‘In ferie’. ‘Ma in ferie da cosa?’, dico io”. (uffpost)

Il governo passerà le ferie nel disbrigo degli affari correnti, scantonando in provvedimenti che di corrente non hanno proprio niente: si parla, con qualche piccola (sic!) forzatura costituzionale, addirittura di legge finanziaria, di PNRR, di armi all’Ucraina, etc. etc. Vorrò proprio vedere i parlamentari che avranno il coraggio di sollevare eccezioni al riguardo, dopo aver creato in modo indegno una vacanza di potere che con le ferie non ha proprio nulla a che vedere.

I parlamentari si consoleranno con i vitalizi assicurati in extremis, in attesa dei responsi elettorali che taglieranno quantitativamente i seggi loro riservati e osservando (sarebbe meglio dire subendo) una campagna elettorale che li costringerà a rimettersi qualitativamente in discussione (sarebbe meglio dire a riciclarsi).

Qualcuno con le tasse (giustamente) vorrebbe far piangere i ricchi, in questo periodo qualcuno (mi ci metto in mezzo anch’io) godrà nel mettere in discussione le ferie dei politici, tutti però soffriamo a causa delle vacanze vissute come scriteriata fuga dalle responsabilità. Barzelletta più barzelletta meno, ricordiamo quella che si potrebbe ripresentare durante questa estiva campagna elettorale. “Lavorerete un mese all’anno!”, prometterà un Berlusconi qualsiasi. E il pierino di turno griderà: “Sì, va ben e il férij?!”.

Stiamo buttando il prete nella merda e non diamo la colpa solo ai politici. Non so se il prete sia Mario Draghi. So che nella merda ci siamo tutti, si salvano i privilegiati che sono tanti e non solo i vip di cui alla barzelletta di apertura.