Guerra, Bonaccini, Bersani e compagnia stonando

Per affrontare il discorso delle prossime elezioni amministrative in quel di Parma, bisogna sforzarsi di ritornare ad essere giovani. Lo storico vescovo di Parma nel presentare ai parrocchiani un nuovo giovane aitante parroco, davanti alle perplessità di una comunità abituata alla rassicurante saggezza dei sacerdoti di una certa età, rassicurò tutti in modo molto simpatico: «Il vostro nuovo parroco, da me scelto, ha un “difetto”: è molto giovane. Non preoccupatevi perché questo è l’unico difetto che si perde con assoluta certezza e anche più alla svelta di quanto si possa pensare…».

In una situazione in cui è difficile trovare motivi di interesse e impegno, ci si deve sforzare, con entusiasmo giovanile, di individuare uno spazio di partecipazione persino nella nostra città, laddove lo squallore politico, se possibile, è ancora più intenso. I giovani di belle speranze cosa fanno? Partono dagli ideali: pacifismo, ambientalismo, ecologismo, solidarietà. Per poi guardare più alle persone che agli schemi. Il percorso deve essere proprio questo. Solo così si recupera la politica.

Qualche sera fa, per puro caso, ho seguito sulla Rai (primo canale radiofonico) una trasmissione dedicata alle elezioni amministrative a Parma: hanno brevissimamente parlato i vari rappresentanti delle liste. Devo ammettere che, in mezzo al nulla detto più o meno bene, gli unici che, coniugando la politica con l’amore per la pace, la natura e la socialità, hanno buttato col cuore qualche idea (problema casa, salvaguardia dell’ambiente, immigrati, povertà crescente, etc.) sono stati i giovani rappresentanti delle liste che appoggiano Andrea Bui come sindaco (potere al popolo, partito comunista, rifondazione comunista). Sentivo con tanta nostalgia un profumo di antico, che squarcia la moderna puzza di vecchio. Non sono mai stato comunista e non lo sono certamente ora, ma ammetto che c’è molto da imparare da questi giovani nostalgici. Non posso che ringraziarli per avermi riportato coi piedi nel cielo dei valori che contano, inducendomi ad andare a votare e a riprendere un minimo di interesse per la politica parmense.

Forse i giovani a cui faccio riferimento si affacciano alla politica, guidati dall’entusiasmo per i temi dell’ambientalismo, del pacifismo e dell’ecologia. Il mio approccio alla politica è partito invece dal mio forte sentire verso i problemi sociali della povertà, della discriminazione e della giustizia. Due epoche diverse, ma per la verità due facce della stessa medaglia, che vanno quindi entrambe valutate, approfondite e vissute. E poi non è forse giusto tentare di rifondare la politica partendo dai problemi concreti di una città, non quindi partendo dai massimi sistemi, ma dalla politica di base illuminata comunque dai grandi valori? Non mi stupisce un certo “radicalismo d’esordio”: lo meritano i valori che li ispirano, la situazione politica piatta che li circonda, la loro giovane e bella coscienza. Lo dice uno che del radicalismo valoriale ha fatto uno stile di vita. In poche parole questi giovani ingenui e scapestrati mi portano a nozze. Solo loro hanno il potere di snidarmi dallo splendido isolamento in cui mi sono rinchiuso.

Non nego che il mio passato prossimo e remoto mi abbiano portato a valutare la candidatura a sindaco di Michele Guerra, sostenuto anche dal Partito Democratico. Non mi ha convinto il suo ciarliero atteggiamento pseudo-culturale dimostrato da assessore “pienissimo di séissimo” più che di idee da spandere sul territorio parmense; mi ha stupito il consenso carpito al PD che per tanti anni gli aveva fatto opposizione e che non è riuscito a trovare “uno straccio” di candidato rappresentativo della sua storia e della sua identità; mi ha irritato la solita intromissione verticistica dei Bonaccini e dei Bersani, che peraltro portano sfortuna (candidatura e trombatura di Bernazzoli docet) e non sanno resistere alla tentazione di  confabulare dall’alto alla ricerca di compromessi di basso profilo (una nutrita pattuglia di assessori nell’eventuale giunta Guerra, un posto in lista alle prossime elezioni politiche per Federico Pizzarotti, inconsistente mentore politico del chiacchierone di turno, una conferma periferica per la penosa strategia dell’alleanza tra PD e M5S, etc. etc.).

Avevo tirato giù la saracinesca anche perché mi rifiutavo categoricamente di esaminare squallide alternative provenienti da minestre scaldate, da fantasmi del passato, da signori nessuno che rappresentano se stessi, da personaggi che non hanno niente da offrire a Parma se non quello di affermare che è caduta in basso.

Poi sono spuntati quei giovani a cui sopra alludevo e li ho messi in corrispondenza con una città sazia (?) e disperata (!). Ed è giunta “l’ora che volge il disio ai navicanti e che mi ha ‘ntenerito il core”. Caso mai ne uscirò deluso: meglio coltivare qualche illusione con gli ingenui, testardi e velleitari giovani di sinistra (non si offendano per il mio benevolo paternalismo) che abbandonarsi allo sconforto per i soliti e camuffati destrorsi (o giù di lì).