Sant’Alcide aiutaci tu

“Joe Biden e Mario Draghi parleranno dei costi da imporre alla Russia per la sua guerra in Ucraina”. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca in un briefing con la stampa sull’Air Force One delineando la visita del premier italiano a Washington. I due leader, ha aggiunto, parleranno anche delle relazioni bilaterali Italia-Usa e della collaborazione in diversi settori, tra cui i cambiamenti climatici. (Ansa)

Il 10 maggio prossimo ci sarà questo importante appuntamento internazionale: un incontro fra il nostro premier e il presidente Usa in un momento caldissimo per i rapporti internazionali. Ammetto di guardare con un certo scetticismo a questo evento relazionale anche se mi sforzo di sperare in un miracolo di Sant’Alcide De Gasperi.

In questi giorni ho letto la lunga intervista a Maria Romana De Gasperi, figlia di tanto padre, morta un mese fa. Un piatto davvero succulento nel penoso panorama culinario italiano, europeo e mondiale. Per chi volesse approfittare segnalo che la si può leggere su dellaportaeditori.it/marginalia/intervista a maria romana de gasperi.

Ne ho fatto un’autentica scorpacciata e ne sono uscito commosso, ammirato, pieno di nostalgia, con il “magone”: la politica che non esiste più…  É perfettamente inutile che Draghi si voglia rifare il trucco usando il fondotinta degasperiano: non ne ha la levatura morale, la sensibilità politica e la base culturale. Non gliene faccio una colpa. Tuttavia rilegga la storia e legga l’intervista di cui sopra, ne trarrà benefiche indicazioni. Lui è provvisto di tanta esperienza e competenza tecnica: per non appiattirsi su schemi burocratici di alto bordo ha bisogno di schemi politici di grande cuore. Tolga, almeno per un attimo, la mano dal portafoglio e se la metta sul cuore, così come sapeva fare De Gasperi. Col cuore italiano conquistò il portafoglio americano. Costringa Biden ad ascoltare e adottare parole di pace nonostante i venti di guerra, così come De Gasperi, rappresentante di una nazione sconfitta ed umiliata, riuscì a farsi ascoltare in nome della pace dai vincitori della seconda guerra mondiale.

Credo che l’intervista alla figlia di De Gasperi a cui faccio riferimento sia una lezione di storia, umanità e religione, peraltro attualissima su punti delicatissimi (i superlativi ci stanno): come si fa ad essere riconoscenti alleati/amici degli americani senza perdere autonomia e dignità; come si fa ad essere europeisti senza guardare solo ai conti della spesa.

Mi sono presuntuosamente messo nei panni di Draghi, immaginando cosa direi a Biden e sono arrivato a stendere un breve promemoria, fatto di pochi concetti terra-terra, anche perché non so se Biden sia in grado di affrontare discorsi molto complessi. Volendo semplificare la problematica, ci sono in ballo due scelte adottate per fronteggiare l’invasione dell’Ucraina e per esorcizzare l’invadenza russa: le sanzioni economiche e la difesa armata. Ecco di seguito cosa mi sentirei di dire umilmente, ma decisamente al potente interlocutore d’oltre-atlantico.

“1) Gli Usa tengano conto che la politica delle sanzioni mette in difficoltà più l’Europa (in modo del tutto particolare l’Italia) che Putin. La storia insegna che la scelta delle sanzioni finisce col creare più problemi alle democrazie che le impongono che alle dittature che le subiscono. In democrazia infatti ci si pongono salutari dubbi, mentre nei regimi dittatoriali si somministrano solo perfide certezze. Quale senso può avere per gli Usa indebolire economicamente i Paesi europei? Ammesso e non concesso che abbia valide motivazioni l’escalation bellica scelta dagli Usa e dalla Nato per contrastare e indebolire a morte lo zarismo putiniano, c’è il gravissimo rischio di buttare il bambino europeo assieme all’acqua sporca russa. Non ha senso nemmeno per Zelensky, diventato la testa di ponte americana per la cruenta ricerca di nuovi equilibri internazionali: quale aiuto potrà avere per la ricostruzione del suo Paese da nazioni sprofondate in una crisi economica devastante? L’Ucraina, ammesso e non concesso che l’esito del conflitto in corso la metta in condizione di effettuare libere scelte di campo, dovrà inserirsi nel contesto europeo e non accontentarsi di rimanere un semplice avamposto di frontiera per gli Usa e quindi la forza economica dell’Europa cui appoggiarsi le sarà essenziale. Il discorso delle sanzioni va quindi calibrato nei modi e nei tempi altrimenti diventa un boomerang.

2) La fornitura di armi all’Ucraina ed ancor più le prospettive di un riarmo da parte dei Paesi Nato sollevano parecchi dubbi nella popolazione e nelle forze politiche italiane legate da profondi sentimenti di amicizia e riconoscenza verso gli Usa, ma sempre più propense alla ricerca paziente della pace. Anche la Nato non può prescindere da tutto ciò andando avanti lancia in resta. Fermiamoci dunque, discutiamo, promuoviamo iniziative pacifiche, scegliamo difficili e complessi schemi di pace piuttosto che semplicistici e brutali schemi di guerra. Ne guadagneremo tutti. Gli Usa si sforzino ci capire che in questo momento storico gli interessi statunitensi ed europei non collimano e quindi prima di partire con reazioni contingenti, tattiche di breve periodo e strategie di lungo termine bisogna discutere e trovare punti di convergenza. Gli americani non possono illudersi di dettare legge, l’Ue non può permettersi il lusso di prescindere da un rapporto di leale collaborazione con gli Stati Uniti”.

Alcide De Gasperi subito dopo la guerra andò in visita negli Usa e portò a casa un enorme assegno, che costituì un imprescindibile aiuto alla ricostruzione italiana. Spero che Draghi possa tornare dall’America senza assegni, ma con un serio e costruttivo rispetto per le ragioni italiane ed europee e soprattutto con speranze concrete verso una politica di pace.

Alcide De Gasperi, assieme ai colleghi Schumann e Adenauer ideò e avviò l’Unione Europea anche in senso militare. Il suo lavoro rimase purtroppo incompiuto. Mi auguro che Draghi possa riprendere questo disegno. L’attuale terzetto, Draghi- Macron-Scholz è di ben altro livello, ma cerchiamo comunque di fare le nozze europee coi fichi secchi di cui disponiamo.