Dalla padella al padellino, andata e ritorno

Stando a quanto scrive su Avvenire Andrea Lavazza nel suo giornaliero punto sulla guerra in Ucraina, “un elemento importante di lungo periodo viene dagli Stati Uniti. Il Senato ha approvato il pacchetto di sostegno e aiuti militari all’Ucraina di 40 miliardi di dollari proposto da Biden. La maggioranza bipartisan è stata schiacciante: 85 sì su 100. Ma 11 senatori repubblicani trumpiani hanno detto no.

Sembrerebbe questa la quota degli eletti che l’ex presidente può controllare direttamente (alla Camera i no sono stati 57), anche su una questione così delicata in cui l’opinione pubblica per la maggior parte è attualmente schierata a favore di Kiev e contro Mosca. Tuttavia, la presa di Trump sui gruppi parlamentari Usa sembra destinata ad aumentare dopo il voto di Midterm di novembre, con il quale si rinnova una quota del Parlamento. I candidati allineati con le posizioni filorusse del magnate accusato di avere fomentato l’assalto al Congresso sono favoriti in tanti collegi. Questo può significare che il presidente Biden non ha molto tempo per trovare una soluzione alla crisi ucraina prima che alla Camera e al Senato cominci a soffiare un vento diverso. Potrebbe essere questa una “manovra a tenaglia”, anche se non certo concordata, tra Trump e Putin. Il primo vuole vincere le elezioni e cavalca il crescente malcontento per la “costosa e inutile guerra che l’America sostiene”, il secondo spera in un allentamento del supporto militare e di intelligence americano a Zelensky. Questi due obiettivi, indipendenti, se perseguiti fino in fondo avrebbero come effetto quello di prolungare la guerra di altri mesi. Perciò il presidente democratico dovrebbe avere adesso un preciso interesse a intensificare gli sforzi diplomatici al fine di arrivare a una tregua e a veri negoziati di pace”.

Si starebbe quindi configurando una edizione geopoliticamente riveduta dei “ladri di Pisa”: la tradizione toscana vuole che andassero a rubare insieme durante la notte e poi litigassero fra loro tutto il giorno per dividere il bottino.

Forse si tratta della riprova di quanto acutamente sostiene il grande giornalista Furio Colombo, il quale fa risalire le follie politiche di Biden alla sofferta e nefasta eredità culturale di Trump, che ha lasciato un segno, una ferita difficilmente rimarginabile: l’egoismo, la menzogna e l’aggressività istituzionalizzati e fatti penetrare profondamente nel tessuto americano. Non basta per assolvere i democratici statunitensi e soprattutto per giustificare la deriva bellicista imboccata dall’attuale presidente Usa.

Qualcuno, i più incalliti sostenitori dell’ex presidente americano in primis (ne ha tanti in tutto il mondo), sostengono però che, in presenza di Trump, Putin non si sarebbe permesso di fare quel che sta facendo: avrebbe temuto i contraccolpi e soprattutto non avrebbe avuto alcun interesse a mettere in discussione l’equilibrio cercato e trovato fra due “delinquenti” che sotto sotto se la intendevano parecchio.

Avremmo quindi un’altra squallida tessera del mosaico politico internazionale, che scombinerebbe ulteriormente tutto lo scenario. La democrazia italiana mostra indubbiamente segni di pericolosa involuzione, ma quella statunitense mostra evidenti e sconfortanti segni di inesistenza: se gli americani dopo avere impunemente seguito la rotta mostrata loro da un “paperon de’ paperoni” qualsiasi, hanno persino qualche nostalgia per lui, vuol dire che l’Occidente democratico, oltre e più che temere le aggressioni putiniane e cinesi, deve avere paura di se stesso e della propria confusione mentale.

Speravo vivamente che il cambio di presidenza negli Usa potesse significare una nuova pagina storica all’insegna della riscoperta dei valori democratici: se esiste il rischio di un ritorno sotto traccia di Trump e se il nuovo che (non) avanza è interpretato da Biden e dalla sua dissennata tattica, stiamo proprio freschi. Non solo siamo passati dalla padella al padellino (non dico alla brace per non esagerare), di cui l’Europa rappresenterebbe i manici, ma addirittura si potrebbe tornare alla padella di cui i Paesi europei costituirebbe la frittura mista. Valli a capire gli americani…e gli europei…