La saccarina nel gas

In molti avranno notato come si comportano certe persone con alto tasso glicemico nel sangue: mangiano a volontà pane, pasta, dolciumi etc., al termine del pranzo, quando arriva il caffè, tirano fuori dalla tasca il contenitore della saccarina e ne mettono una pasticchina nella tazza, così mettono a posto tutto…

Inoltre perché non ricordarsi di quel tale che mise ben undici cucchiaini di zucchero in una tazza di caffelatte. L’amico, che gli faceva compagnia, disse scherzando: “Perché non ne metti dodici? Dicono che porti fortuna…”. Rispose l’altro: “No, il caffelatte mi piace un po’ amaro…”.

Questi episodietti, più volte da me citati (l’arteriosclerosi incombe…), calzano alla perfezione per chi fino a ieri ha fatto autentiche scorpacciate di putinismo economico e anche politico e ora si scandalizza di andare a mendicare il gas da Paesi istituzionalmente e democraticamente impresentabili come Egitto, Arabia Saudita, Venezuela, etc. etc. Ironia del destino: le fonti energetiche sono nella disponibilità di dittatori e bisogna rassegnarsi ad entrare in rapporti d’affari con essi.

Si sono svegliati un po’ tutti, anche il dormiglione Enrico Letta: con l’Egitto non si può, ce lo chiede Giulio Regeni, massacrato dalle spie egiziane, mentre le istituzioni di questo Paese da anni ci stanno prendendo per il sedere negandoci uno straccio di riparazione giudiziaria.

Non si può essere più realisti del re per poi improvvisamente scoprire che il re è nudo. Ho i miei dubbi sulla giustezza ed efficacia delle sanzioni economiche verso la Russia e non torno sull’argomento. Se le sanzioni hanno da essere, dove andiamo a prendere il gas? In questo atteggiamento puritano sono accomunati gli ex-amici sotterranei di Putin, gli ecologisti della domenica, gli ex-comunisti sempre più pentiti e i politici in cerca d’autore. Se aspettiamo di raggiungere l’autosufficienza energetica tramite le fonti alternative, rischiamo di morire tutti di freddo, di caldo e di fame. Per cortesia non facciamo i demagoghi: tutti allineati e coperti quando si tratta di riarmarsi, poi, quando giunge il momento di partire, molti si defilano nascondendosi dietro questioni di principio adottate a corrente alternata.

La principale questione rimane quella delle armi e della guerra: abbiamo dribblato bellamente la Costituzione, ce ne freghiamo altamente del Vangelo, facciamo orecchie da mercante con papa Francesco. Poi, improvvisamente ci svegliamo dal sonno guerrafondaio e facciamo gli intransigenti democratici con i Paesi produttori di gas. Ma fatemi il piacere…

Mario Draghi ha scodellato una battuta infelice quando ha detto “preferite la pace o i condizionatori accesi”. Gli italiani sembrano tuttavia dargli retta. L’invasione della Russia in Ucraina ne ha concentrato l’attenzione: più di nove cittadini su dieci, come mostra il sondaggio di Demos per l’Atlante Politco di Repubblica, si dicono preoccupati. E proprio per questo si dicono disposti a ridurre i consumi di riscaldamento o aria condizionata per mettere fine al conflitto. Due su tre preferiscono «la pace al condizionatore», per usare l’espressione del presidente del Consiglio Mario Draghi.

La domanda è una “cagata pazzesca”, le risposte le tengono dietro. È la solita solfa del “scusi, lei è favorevole o contrario”. Ragionare non serve a niente, meglio rimanere in bilico referendario. Sarebbe sgradevole che agli italiani venisse posta la domanda: “preferite la giustizia per Giulio Regeni o il gas egiziano per alimentare i condizionatori?”. Di bene in meglio. Evviva i demagoghi del cavolo.

Al di là di tutto bisogna considerare come la vita sia strana e riservi sorprese, che vanno al di là delle nostre pur giuste aspirazioni e convinzioni. Mia sorella condensava questa filosofia in una battuta dialettale: “as fa cme as pól e miga cme as vól” (si fa come si può e non come si vuole). Bisognerebbe fare innanzitutto ciò che si può per evitare le guerre e per farle cessare (e non si dica che non si può fare, perché si deve fare!). Solo dopo aver fatto tutto ciò ci si può anche rassegnare ed “inalare” il compromettente gas egiziano. Noi abbiamo saltato il passaggio fondamentale e adesso, con la coscienza sporca, diventiamo allergici all’Egitto e vogliamo disquisire sulla provenienza del gas.  Che razza di ipocriti…