Una bandiera per “giocare” al nazi-fascismo

Una bandiera utilizzata dai neonazisti è apparsa in una camerata della caserma dei carabinieri Toscana. A mostrarla è un video sul web. Nelle immagini, per un attimo, accanto alla bandiera, definita “la bandiera di guerra del secondo Reich”, appare anche un poster, forse un fotomontaggio, con l’immagine di Salvini. Dall’Arma si rende noto che il comandante del battaglione sta “valutando provvedimenti disciplinari” ed eventuali conseguenze penali del gesto. La caserma si trova non lontano dal centro storico di Firenze. Accertamenti sono condotti dai carabinieri del comando provinciale per raccogliere gli elementi utili a fare luce sull’episodio.

Il ministro della difesa Pinotti ha chiesto al comandante dei Carabinieri, generale Del Sette, “chiarimenti rapidi e provvedimenti rigorosi” sull’esposizione della bandiera neonazi. L’Italia e la sua Costituzione “si fondano sui valori della Resistenza” scrive Pinotti. “Chiunque giura di essere militare lo fa dichiarando fedeltà alla Repubblica, alle leggi, alla Costituzione. Chi espone una bandiera del Reich non è degno di far parte delle Forze Armate avendo violato quel giuramento. I carabinieri sono un simbolo. Per questo è ancor più grave l’esposizione della bandiera neonazista”.

Fin qui la scarna e burocratica cronaca del fatto, letteralmente scaricata da Televideo. Mi sono augurato che si trattasse di una falsa notizia, di quelle che gironzolano subdolamente sui social e in internet e di cui si fa un gran parlare, temendo che possano seriamente (?) influenzare la pubblica opinione anche in vista della prossima consultazione elettorale. Mi sto convincendo che il castello informatico in cui viviamo sia fatto di carte piuttosto false, che però purtroppo non crollano al primo soffio di verità, ma si autoriproducono all’infinito e rischiano di portarci fuori dalla mentalità democratica.

Ammettendo quindi che la notizia sia vera, confesso che un brivido mi corre nella schiena: non credo che i carabinieri di quella caserma si giustificheranno dicendo di giocare a bandiera per distrarsi dalle tensioni accumulate nell’espletamento del loro servizio. Era un innocuo gioco che un tempo si faceva nei cortili delle scuole, a metà strada fra la (mal)educazione fisica e la sciocca competizione ludica. Probabilmente si scherza col fuoco o si infuoca lo scherzo: è inutile nascondersi che queste divagazioni culturali (?) albergano negli uomini in divisa e non solo a livello di truppa. I tristi fattacci di Genova e altri episodi piuttosto frequenti dimostrano che il richiamo della foresta nazifascista è sempre in agguato in chi deve garantire la difesa, l’ordine e la sicurezza: a ben pensarci è un dato gravissimo che grida vendetta al cospetto della storia e della Costituzione italiana (lo dice con parole un po’ troppo retoriche il ministro, come sopra riportato).

La storia purtroppo si ripete: nei giorni scorsi seguendo le belle ricostruzioni trasmesse dalla Rai (manco a farlo apposta il ciclo si intitola “Passato e presente”) mi sono rinfrescato la mente sull’omertoso, se non addirittura complice, comportamento delle forze dell’ordine verso i fasci di combattimento, prima ancora che si instaurasse il regime mussoliniano: lasciavano fare, chiudevano un occhio sulle violenze e le distruzioni verso persone e strutture riconducibili ai ceti operai e contadini, in quanto si sentivano appoggiati e protetti da questi scalmanati contro i pericoli rivoluzionari del socialismo.

Temo che nelle forze armate e in quelle di polizia permanga questo senso di psicologica subordinazione verso l’estrema destra politica e la sua strumentale e demagogica capacità di difendere sempre e comunque l’onore di chi porta una divisa. Questo è l’iceberg le cui punte sono rappresentate dagli episodi clamorosamente filo-fascisti e filo-nazisti, come quello del vessillo agitato in quel di Firenze.

Invece di baloccarsi stupidamente con vomitevoli bandiere, sarebbe opportuno che carabinieri e polizia si impegnassero e sprecassero il loro coraggio in battaglie come la lotta allo sfruttamento delle ragazze immigrate: cosa ci vuole a individuare e arrestare i protagonisti di questa vera e propria tratta? Molti diranno che è tutta colpa di una politica permissiva e remissiva verso il fenomeno migratorio e quindi si ritorna daccapo. Non è un caso che (fotomontaggio o accostamento vero e proprio) accanto alla bandiera nazi-fascista ci fosse l’immagine di Salvini: mentre i carabinieri si sentono più tranquilli sventolando questi scandalosi vessilli presi a prestito da certi ben noti gruppi estremisti, questi ultimi si sentono protetti da certi ben noti politici. E il cerchio anti-democratico si chiude.

Un’ultima notazione: un mio insegnante non poteva sopportare (giustamente) la retorica della gloriosa Marina, dei gloriosi Carabinieri etc. etc. Diceva infatti: siamo tutti gloriosi se facciamo bene il nostro dovere di cittadini e di democratici. Grazie ancora professore!