Scherza coi fanti e lascia stare i santi

Prima e più di pacifista mi sento, a tutti gli effetti, antimilitarista. Sono allergico alla mentalità militare e guardo infatti con senso di compassione coloro che svolgono l’ufficio di Ministro della Difesa. Mi stupisce che una donna accetti di ricoprire un tale incarico, non per sottovalutazione delle doti femminile, ma semmai per sopravvalutazione. Compiango la ministra Pinotti proprio perché mi sembra una donna in gamba, sciupata in mezzo a baionette, sfilate e “presentatarm” .

Figuriamoci con quale gioia io sia venuto a sapere che San Giovanni XXIII è stato nominato, con tanto di bolla pontificia, protettore dell’Esercito italiano. Sulle prime ho pensato a uno scherzo, magari tirato a papa Francesco. Poi mi sono dovuto rassegnare all’evidenza e all’ufficialità della notizia. Meno male che anche il presidente di Pax Christi ha espresso perplessità, constatando lo stridente contrasto tra il papa della “Pacem in terris” e le armi che si troverà sotto la sua giurisdizione patronale.

È vero che Angelo Roncalli è stato uno zelante cappellano militare ed è riuscito a promuovere le virtù cristiane fra i soldati. Non mi sembra tuttavia il modo migliore per indirizzare la sua preferenziale protezione. I Santi patroni di categoria mi hanno sempre fatto sorridere: la santità è una cosa seria da non ridurre a patacca, come se in Paradiso ci fosse un vero e proprio sindacato protettivo.

Qualcuno ha sottolineato, non ho capito se contro o a favore della nomina, come l’Esercito di oggi, formato da militari professionisti e non più di leva, sia molto diverso da quello del passato e che pure il modello di difesa sia cambiato e teso a difendere gli interessi vitali ovunque minacciati o compromessi. E allora?

“Scherza coi fanti e lascia stare i santi” dice il sagrestano nel primo atto di Tosca, quando il pittore Cavarodossi mischia con una certa disinvoltura i visi di donna (ammirata e/o laicamente amata) con il volto di Maria Maddalena da lui dipinto in S. Andrea della Valle. Mi sembra una battuta oltremodo appropriata.

Anche i militari, i soldati, gli ufficiali, i generali, etc. sono popolo di Dio, sono chiamati ad essere buoni cristiani e, perché no, santi: la storia ce ne ha offerto qualche fulgido esempio. Il discorso però è un altro.

Scrive il quotidiano Avvenire: “La ricerca di un patrono per i soldati italiani affonda le proprie radici nel lontano novembre 1996, quando in occasione della consegna della bandiera di guerra dell’Esercito italiano nell’allora ordinario militare, l’arcivescovo Giuseppe Mani, e in moti cappellani militari nacque la domanda sull’individuazione di una figura significativa per questo ruolo. Hanno impiegato 21 anni per arrivare al dunque: deve essere stato un parto piuttosto difficile. Cosa dire? Spero, anzi sono certo che san Giovanni XXIII farà di tutto per evitare ai nostri soldati l’uso delle armi. A proposito della mentalità militare, di cui ogni tanto affiorano episodi disgustosi, basterebbe applicare il Vangelo. A volte, forse sempre, vale la pena fermarsi lì. Il resto potrebbe venire dal maligno, altro che santi protettori…