Quando cavillare sui voti serve a poco…

Il caso ha voluto che i risultati della fase interna del congresso PD siano stati diramati proprio nel giorno in cui l’attenzione mediatica è puntata sui problemi della sicurezza alla luce di una rapina a mano armata finita nel sangue della vittima, un barista di Budrio, un paese che oltre tutto aveva cercato di impostare una seria e ragionata azione preventiva di lotta alla criminalità.

Mi è venuto spontaneo accostare le due scene: da una parte un partito che termina una fase della sua vita democratica con assurde polemiche, dall’altra una società che, al di là delle solite vomitevoli strumentalizzazioni della destra, comunque la si voglia chiamare (estrema, radicale, populista, sovranista, ribellista, protestataria, qualunquista, anti-politicista etc.), si interroga sui fenomeni delinquenziali sempre più spietatamente e prepotentemente aggressivi.

Partiamo dal PD, che anziché evidenziare una notevole e significativa partecipazione dei suoi iscritti ad una battaglia democratica, si perde nelle polemiche interne sui dati considerati non convincenti dai due candidati perdenti, i quali diffondono risultati con percentuali leggermente diverse. Si badi bene le differenze sono risibili o quanto meno assai poco incidenti: Renzi 68%, Orlando 25%, Emiliano 6%, i dati comunicati dalla direzione del partito; Renzi 62%, Orlando 30%, Emiliano 8% quelli diffusi dagli sfidanti. Quelli ufficiali sarebbero numeri da propaganda secondo un autorevole sostenitore di Emiliano, il quale mi dovrebbe spiegare cosa si nasconderebbe di tanta importanza dietro la differenza tra il 6% e l’8%. Cerchiamo di essere seri: sono elezioni interne che non comportano una rappresentanza a livello parlamentare, ma segnano solo il consenso di un candidato, che nel caso di Emiliano, è comunque molto basso, quasi irrilevante. Ma anche il comitato di Orlando non scherza: Renzi, per arrivare a certi risultati, si è appoggiato sui capibastone (termine di chiara “etimologia” mafiosa, quindi…). Una dimostrazione di democrazia (un congresso è tale fino a prova contraria) viene stupidamente sciupata in polemiche senza senso.

E volete che la gente non abbia pensato: mentre il PD litiga sul conteggio dei voti, la gente viene ammazzata a causa di una dilagante delinquenza!? So benissimo che non è il modo di ragionare, ma solo quello di creare turbamento e sfiducia. Non mi associo al qualunquismo, mancherebbe altro…Ma anche il PD…si dia una regolata: ha trovato un ministro degli Interni, Marco Minniti, che sta lavorando seriamente, faccia quadrato intorno a lui e la smetta con queste schermaglie correntizie assurde, che alla gente non interessano un cazzo. Ma cosa volete che importi ai cittadini italiani se Emiliano ha preso il 6 o l’8 per cento… Caso mai interesserà il suo latente conflitto tra posizione di magistrato in aspettativa e politico di professione. Cosa volete che interessi al popolo italiano se Orlando abbia ottenuto la percentuale del 25 o del 30… Caso mai vorranno capire cosa stia combinando da ministro della giustizia, visto che non riesce a concludere uno straccio di riforma del settore.

Il PD è l’unico partito rimasto in piedi, il resto, a destra, sinistra e centro, è un marasma pseudo-politico: vada avanti per la sua strada, si occupi dei problemi, proponga delle soluzioni ed esca da questa diatriba continua che lo attanaglia, prima i frazionisti, adesso i correntisti, domani i disfattisti, dopo-domani gli anti-renzisti e via di questo passo.

Per tornare al discorso sicurezza, Marco Minniti sta combattendo a livello governativo una difficile battaglia per coniugare, da sinistra, giustizia e sicurezza, solidarietà e garantismo, aperture e regole. Lo aiutino e la smettano di contare i mesi e giorni di governo che ci separano dalle elezioni politiche, di perdersi negli equilibrismi interni, di cavillare sui risultati del congresso, di sferrare colpi bassi. Basta per cortesia! In nome del popolo italiano, soprattutto quello che vorrebbe credere in una forza di sinistra democratica e riformista.