La più grande provocazione della storia

Cerco di stare in linea con il messaggio natalizio che va controcorrente (cosa c’è più controcorrente di un Dio che si fa uomo) e voglio di seguito sviluppare, parafrasare e, in un certo senso, politicizzare la riflessione che ho inviato ad alcuni amici.Il Natale se non è profondo è solo un’occasione per intristirci e demoralizzarci.In esso si scontra la grandezza di Dio che si fa piccolezza con la nostra piccolezza (direi nullità…) che vuol farsi grandezza (che becco di ferro abbiamo!): un incrocio pericoloso da cui si esce solo rinunciando alle nostre mire, altrimenti è veramente triste vivere un Natale che rischia di sprofondarci e lasciarci nel nostro nulla (da cui emergono rimpianti, rimorsi, ricordi: tutto pieno di tristezza).Una bella provocazione per tutti, ma soprattutto per i potenti della terra (si ritengano o siano ritenuti tali). In particolare vorrei indirizzarla a due personaggi inquietanti sullo scenario mondiale: Trump e Putin, i due contemporanei, emblematici Re di ingiustizia e di guerra. Sulla loro sanguinosa scia camminano e si lasciano trascinare in molti, tutti coloro che, a livello di vertice ma anche di base, amano il percorso facile del potere a tutti i costi.Coloro che hanno accolto Gesù hanno saputo fare un percorso diverso, a rovescio.Giovanni Battista nella sua radicalità ha capito e si è fatto da parte.Imparino da lui tutti gli integralisti religiosi (islamici, ma non solo islamici) che pensano di dar lode a Dio imponendo i dogmi e le regole, mettendoli prima delle persone umane e caricandoli sulle loro spalle, quanti giudicano in base alle loro bigotte classifiche, quanti obiettano più per proprio comodo religioso che per umana solidarietà .Lui, dopo aver pagato di persona, si è eclissato lasciando la parola e la testimonianza a chi la sapeva molto più lunga; troppi pontificano, squalificano, condannano ritenendo di avere la verità in tasca.Maria ha accettato di “sputtanarsi” pur di partorire questo bambino speciale.Penso sia il più moderno appello alla maternità e paternità responsabili, al rispetto della vita partendo dalla coscienza delle persone e non prevaricandola con assurdi, freddi e rigidi precetti. Maria non ha fatto chiacchiere inutili, si è rimboccata le maniche, ha pedalato, alla faccia di quanti si riempiono continuamente e chiccamente la bocca di famiglia, pensando di difenderla con i proclami e i divieti.Elisabetta si è fidata di una gravidanza sui generis e di una cuginetta che diceva cose grandi.Da queste due donne e madri tutte speciali viene un perentorio invito al rispetto della dignità e del ruolo femminili in tutte le Chiese e le società. Da queste due coraggiose protagoniste (non spettatrici) della venuta di Gesù in terra si ricava la convinzione che le religioni e gli ordinamenti statuali saranno sempre carenti e deficitari se non sapranno aprirsi e conformarsi alla ricchezza dei valori della donna. Violenza, terrorismo, guerre, cattiverie varie aspettano di essere redente anche e soprattutto dal contributo delle donne.Giuseppe ha rinunciato al suo maschilismo pur di far parte di questa strana famiglia di Nazaret.Un eloquente messaggio a tutti gli uomini che si sentono padroni delle donne, a tutti coloro che abusano, sfruttano, strumentalizzano, disprezzano, discriminano sessualmente altre persone.I pastori sono usciti dalle loro tane fatte di sporcizia, isolamento e condanna pur di curiosare su cosa stava accadendo.Il loro gioioso coinvolgimento è un monito contro ogni e qualsiasi emarginazione operata sulla base di etnia, razza, religione, condizione sociale.I Magi hanno messo la loro  fantascienza a servizio di un Dio lontano mille miglia dalla loro impostazione.Un segno di forte riconciliazione con tutti gli estranei alle nostre culture, ai nostri schemi, ai nostri modelli, al nostro modo di vivere.Anna e Simeone si sono accontentati di provare il brivido della salvezza agognata.Una piena e totale riabilitazione per le persone anziane che riescono a coniugare una fervida speranza sulla base dei loro collaudati valori con il sano realismo frutto della loro esperienza.Poi alla fine della vicenda umana di Gesù sarà più o meno la stessa cosa: al posto di Elisabetta ci sarà Maria Maddalena che si fiderà di un uomo talmente straordinario  nei confronti delle donne da non poter essere che Dio; al posto dei pastori il ladrone capace di accettare la sua punizione e di metterla nelle mani di un Innocente, di affidarsi alla pazienza infinita di uno che sa morire in silenzio senza curarsi dei vomitevoli oltraggi di chi non sa quel che fa; al posto di Erode un centurione romano che sa stupirsi di fronte a quanto sta avvenendo e lo ammette candidamente a costo di fare la figura del credulone.Come si può facilmente arguire, Natale e Pasqua sono le due facce della stessa medaglia cristiana. In mezzo ci stanno i pastori (lerci soggetti), i lebbrosi (gli impuri), le prostitute (donnacce da disprezzare), i pubblicani (squallidi ladri in doppiopetto di allora), l’adultera (una donna da lapidare), la samaritana (una irregolare per antonomasia), i ciechi (tenuti ai margini della società), i poveracci, gli scartati, gli ultimi della pista, i ruderi dell’umanità.Poi c’erano gli scribi, i farisei, i leviti, le brave persone. Gesù si è schierato apertamente fregandosene altamente della Chiesa di allora.In mezzo ci sta la Chiesa di oggi con le sue contraddizioni (non me ne scandalizzo), con la presunzione di salvare gli uomini a suon di regole e precetti (mi danno molto fastidio). Faccio una “faziosa” ma significativa esemplificazione: niente pillole del giorno dopo (per la verità nemmeno quelle del giorno prima), niente aborto volontario nemmeno nei casi più estremi di violenza subita, niente eutanasia nemmeno nei casi di malati terminali con le loro sofferenze atroci. Gesù non era uno scienziato, non era un teologo, non era un prete e su questi temi eticamente sensibili, su questi argomenti caldi, sui cosiddetti principi irrinunciabili (quante rinunce alla carità ha fatto la Chiesa nei secoli…) non ha detto niente.In compenso ha narrato la parabola del Padre misericordioso, la più eloquente sull’atteggiamento divino nei confronti della creatura umana. Provo a mettere al posto del figlio prodigo un malato terminale (il caso più clamoroso che in un certo senso li riassume tutti). Non ce la fa più a sopportare il dolore, è disperato, non trova più la forza di vivere e dice fra sé: «Voglio tornare da mio padre, perché non riesco più ad andare avanti così…». Il padre commosso lo accoglierà a braccia aperte e gli dirà: «Ti aspettavo, ho visto che non riuscivi più a reggere la situazione e hai fatto bene a tornare, è tutto finito, ora sei con me e voglio che tu sia felice con me, non ci lasceremo più…». Ci sarà anche il figlio rompicoglioni che insorgerà e protesterà: «Ma tu non ci hai insegnato che la vita è sacra e che solo tu ce la puoi dare e togliere…». E allora il padre ribatterà: « Tu hai fatto tutto quel che potevi per alleviare le sofferenze di questo tuo fratello? Questo era il tuo compito. Tocca a me giudicare se questo tuo fratello non riusciva più umanamente a vivere, solo io posso capirlo perché ho sofferto con lui e per lui e ora lo prendo con me nella vita eterna che gli ho conquistato sulla Croce». E si farà festa…Urge schierarsi intanto che siamo ancora in tempo e non è detto che si debba stare sempre dalla parte del manico ecclesiale (io preferisco farmi male con la lama evangelica).Non sono sicuro di riuscirci, non so se fare riferimento ai pastori per uscire dalle schifezze della mia vita; se pensare a Giuseppe per capire che il sesso è qualcosa di molto  grande; se guardare ai Magi per ridimensionare le mie spinte pseudoculturali;  se affidarmi a Maria per smettere di voler sapere e capire tutto perché basta e avanza credere a Dio; se consolarmi come il ladrone nell’ultima fase della mia vita.Certamente non voglio fare la parte del figlio benpensante e voglio mettermi accanto a tutti quei personaggi evangelici che ho citato e che hanno capito che quell’uomo nato in una stalla e morto sulla croce era Dio. Il resto viene (dovrebbe) venire da sé.