I rigurgiti giudiziari

Anche se, come spesso accade, dopo aver tirato il sasso ha nascosto la mano, il presidente del tribunale di Bologna, Francesco Caruso, ha sferrato un colpo decisamente sotto la cintola durante le ultime schermaglie della campagna elettorale referendaria relativa alla riforma costituzionale rimessa al giudizio dei cittadini. Per sostenere il No il suddetto giudice ha postato sul suo blog una sparata indirizzata ai colleghi, ma in realtà allargata a tutti: «I sinceri democratici che credono al Sì riflettano. Nulla sarà come prima e voi sarete stati inesorabilmente dalla parte sbagliata, come coloro che nel ’43 scelsero male, pur in buona fede. Non avremo più una Costituzione ma un atto di forza. E chi vorrà spiegare la riforma ai ragazzi, dovrà dire che questa riforma è fondata sui valori “del clientelismo scientifico e organizzato”, del voto di scambio, della corruzione e del trasformismo, con un governo che lega le provvidenze a questo o a quello al voto referendario. Si avvera la profezia dell’ideologo leghista Gianfranco Miglio, che nel 1994 proponeva una riforma che costituzionalizzasse le mafie, approvata col 50,01%, perché la Costituzione altro non sarebbe che la legge che la maggioranza impone alla minoranza e che fa rispettare schierando la polizia nelle piazze. Temo che siamo incredibilmente vicini a quel momento».Sono dichiarazioni deliranti che segnano il top della follia scatenatasi durante la campagna referendaria. Che questo apice negativo sia raggiunto da un autorevole giudice a capo di un importante tribunale italiano fa veramente rabbrividire. Credo che un livello simile di scontro politico non sia mai stato raggiunto, considerato anche il pulpito da cui viene la predica. Se questa deve essere l’autonomia della magistratura, ben vengano allora i giudici eletti dal popolo o addirittura nominati dal potere esecutivo. Non so se verranno adottati provvedimenti disciplinari a carico di questo giudice in vena di follie, ma se mi capitasse mai di essere giudicato da lui mi tremerebbero le gambe anche se fossi innocente come una colomba. «Su Salò sono stato frainteso, non ho mai pensato di offendere» ha precisato il dottor Caruso. In effetti forse quello che più ha scandalizzato i media è il meno grave. Che colpisce è il fatto che un giudice possa considerare la Costituzione nella nuova formulazione un atto criminale o almeno criminogeno. Follia, delirio…È proprio vero che il berlusconismo, criminalizzando i giudici, finiva col legittimare le spinte più assurde e politicizzate della magistratura italiana. Tolto il tappo protettivo sta uscendo la feccia giudiziaria. Anche i toni di altri magistrati (non tutti per fortuna…) non sono stati edificanti nella loro radicalità e nello stile più da curva di stadio che da bar del tribunale. E pensare che ho sempre avuto rispetto e riguardo per la magistratura, pur vedendone i limiti. Una prova in più che Renzi, avviando una stagione riformatrice, ha intaccato tali e tanti poteri e privilegi da provocare autentici e vendicativi rigurgiti corporativi. A questo punto se mai avevo qualche dubbio su come votare, il giudice Caruso me lo ha tolto. Purtroppo però mi ha tolto anche una bella fetta di residua fiducia verso la magistratura: queste affermazioni rischiano di rimanere scritte indelebilmente, sovrapponendosi magari allo stucchevole “la legge è uguale per tutti”. Qualcuno si deve dare una regolata. Bersani, che da troppa tempo non ne azzecca una, ha dichiarato: «Non mi metto a giudicare, tantomeno a giudicare i giudici». Evidentemente si sente in colpa per avere scatenato una bagarre dove ci sta tutto e il contrario di tutto. Complimenti!Il brigatista Zagrebelsky«Guardo certi sostegni alla riforma che provengono da soggetti che non sanno nemmeno cosa sia il bicameralismo perfetto, il senato delle autonomie, la legislazione a data certa, ecc. eppure si sbracciano a favore della “stabilità”…L’alternativa, per me, è tra subire un’imposizione e un’espropriazione di sovranità a favore d’un governo che ne uscirebbe come il pulcino sotto le ali della chioccia, e affermare l’autonomia del nostro Paese, non per contestare l’apertura all’Europa o alle altre forme di cooperazione internazionale, ma al contrario per ricominciare con le nostre forze, secondo lo spirito della Costituzione». Questi alcuni passaggi di un articolo di Gustavo Zagrebelsky a margine dell’ultimo scorcio della campagna referendaria, che lo ha visto impegnato in prima linea sul fronte del No.Dalla visione, peraltro piuttosto apocalittica, dell’insigne giurista emerge un quadro drammatico della realtà: la Costituzione italiana quale novella arca di Noè nel mare tempestoso degli interessi finanziario-speculativi, che tutto hanno in mente, meno la pace e la giustizia evocate dall’articolo 11 della Carta. Una sorta di Costituzione dei buoni in balia degli attacchi concentrici dei cattivi. Non esageriamo per cortesia! La realtà è molto più articolata e complessa. Il sistema capitalistico prevede che esistano gli interessi economici e che tendano a prevaricare su quelli politici: non è una novità per nessuno. E allora? Non mi pare che la riforma costituzionale si genufletta nei suoi contenuti al potere economico, anzi, tendendo a rafforzare l’efficienza e l’efficacia delle istituzioni politiche le mette in grado di resistere meglio agli assalti dell’establishment nazionale, europeo e internazionale. Se poi si pensa che il governo di Matteo Renzi sia permeabile rispetto alla finanza internazionale e lo si vuole demonizzare, si pensi al governo Monti e ad altri governi del passato, non per consolarci del presente ma per rientrare nel solco della razionalità. Renzi sarebbe un cavallo di Troia di questi poteri forti che ci soffierebbero la Costituzione e ci toglierebbero autonomia. Siamo francamente nella fantapolitica o ancor peggio ci avviciniamo ai deliri delle Brigate Rosse e del loro Stato imperialista delle multinazionali. Ormai non ci manca più niente: tutto serve a colpire Renzi e l’equilibrio politico di cui è protagonista. E per fortuna che era lui a voler personalizzare il discorso. Buttiamolo pure a mare, poi vedremo le alternative che, dall’alto della sua onniscienza, ci proporrà Gustavo Zagrebelsky. Resto in spasmodica attesa…Il ritorno dei cervelliPer fortuna esiste chi riporta il dibattito politico alla razionalità e alla realtà togliendolo dalle iperboli giudiziarie e scientifiche. Un gruppo di studenti e ricercatori di Harvard e MIT dagli Usa sceglie un approccio pragmatico ed equilibrato rispetto alla riforma costituzionale. Sono cosiddetti cervelli in fuga che non nutrono alcuna acredine verso l’Italia e che intendono invece agevolarne il rinnovamento. Poche e chiare motivazioni:La riforma imperfetta può aiutare comunque il Paese ad adattarsi al 21esimo secolo;L’Italia nell’epoca moderna non può più permettersi l’immobilismo decisionale dettato da governi fragili e di breve durata, da maggioranze dissonanti in due Camere paritarie o da veti incrociati fra Stato e Regioni;La Costituzione o cambia aggiornandosi al contesto politico e sociale o rischia di perdere efficacia come strumento di organizzazione della vita comune;La scelta non è tra riforma in discussione e un’utopica costituzione, ma tra la prima e uno status quo difettoso;Ogni cambiamento non è perfetto e comporta dei rischi, ma apre anche a molte opportunità.Una bella lezione che ci viene da connazionali impegnati all’estero. Che siano loro ad aiutarci a ragionare è tutto dire… Grazie comunque!