I cattolici di merda

Anche il progetto contro la violenza di genere a Cuzco, in Perù, dell’Ong romana Apurimac era evidentemente considerato uno spreco. «È stato eliminato – spiega il direttore Vittorio Villa – un programma di salute mentale e inclusione sociale per vittime di violenza di genere in famiglia. Un taglio indiretto che ha riguardato il nostro partner locale Associazione Santa Rita che ha avuto notizia di sospensione di un progetto finanziato dalla Iaf (Inter American Foundation, di derivazione governativa). Hanno anche inviato una richiesta di rimborso entro 15 giorni della parte non spesa della prima rata di circa 40.000 dollari erogata a dicembre». Dovranno pagare un ente che ha chiuso i battenti. «E il taglio – conclude Villa – colpirà centinaia di donne».

Un messaggio contraddittorio da un presidente che ha appena istituito per decreto marzo mese della donna. Non è l’unica contraddizione in questa storia catastrofica. I quattro giudici della Corte Suprema Usa (che avrebbero dovuto prevedibilmente sostenere Trump, ndr) che hanno votato contro il blocco dei tagli di Usaid, passato per un solo voto, sono tutti cattolici dichiarati di nascita e formazione. Come è cattolico (convertito) il vicepresidente Vance, che ha attaccato volgarmente i vescovi americani dopo che la conferenza episcopale Usa ha intentato una causa contro l’amministrazione Trump per la brusca interruzione dei finanziamenti per reinsediare i rifugiati. (dal quotidiano “Avvenire”)

I cattolici americani, aiutati purtroppo anche da un’incauta e provocatoria dichiarazione papale resa in campagna elettorale, si sono scherniti di fronte alla candidatura democratica abortista di Kamala Harris e hanno finito con l’appoggiare l’anti-abortista Donald Trump. E adesso, dopo avere scherzato col fuoco, si leccano le enormi bruciature. Fare confusione tra politica ed etica è estremamente pericoloso e a volte fuorviante. La politica è l’arte del possibile a prescindere dall’integralismo cattolico.

Mia sorella Lucia era implacabilmente severa nei confronti dei cattolici nel loro approccio alla politica: sintetizzava il giudizio con una espressione colorita, esagerata e disinibita come era nel suo carattere. Non andava per il sottile e li definiva “cattolici di merda”. Diffidava degli integralismi cattolici: quello di chi pensa di poter fare politica come si usa fare in sagrestia, bisbigliando calunnie e ostentando un insopportabile e stucchevole perbenismo; quello di chi ritiene di fare peccato scendendo a compromessi e negando quindi il senso stesso della politica per rifugiarsi nella difesa aprioristica, teorica per non dire astratta dei principi religiosi; quello di chi ritiene la politica qualcosa di demoniaco da esorcizzare, lavandosene le mani e finendo col lasciare campo ancor più libero a chi intende la politica come l’arte dei propri affari; quello di chi pensa di coniugare al meglio fede e politica confabulando con i preti, difendendo il potere della Chiesa e assicurandosi succulente fette di consenso elettorale; quello di chi pensa che i cattolici siano i migliori fichi del bigoncio e quindi li ritiene per ciò stesso i più adatti a ricoprire le cariche pubbliche. Così come non sopportava il clericalismo ad oltranza, a rovescio non digeriva i giudizi sommari contro i cattolici investiti di incarichi pubblici; così come non sopportava i bigotti del tempio, non gradiva i bigotti della cellula di partito. Si riteneva una cattolica adulta, capace pur con tutti i suoi limiti e difetti, di discernere in campo politico, senza fare ricorso agli ordini provenienti dal clero, soprattutto quello di alto bordo.

Adesso il pasticcio è stato combinato e ci vorranno anni per rimettere a posto i cocci. Votare a destra è un gravissimo errore anche e soprattutto per i cattolici, privi spesso di senso politico. Diamo pure la colpa alla sinistra incapace di rappresentare le istanze popolari.

Al riguardo considero stupendo, elegante ma giustamente sferzante il giudizio formulato da Massimo D’Alema su Federico Rampini (sempre più insopportabile amico del giaguaro statunitense): molto comprensivo verso la destra americana con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Attaccare la sinistra per finire col giustificare il voto a destra è uno sport estremo. Non voterei a destra nemmeno se la sinistra candidasse un Adolf Hitler. I cattolici americani, al contrario, non hanno esitato a votare per un gruppo di nazisti riveduti e scorretti. E adesso sono anche cazzi nostri!