Ogni simile ama il suo simile

“Amo l’Italia, è un Paese molto importante. C’è una donna meravigliosa come leader e oggi era nelle discussioni del G7, penso che l’Italia stia facendo molto bene e abbia una leadership molto forte con Giorgia”. Il presidente americano, Donald Trump, accanto al presidente francese Emmanuel Macron nello Studio Ovale prima del bilaterale, elogia la premier italiana Giorgia Meloni.

(…)

“Grazie a Donald Trump per le sue parole. Italia, Stati Uniti ed Europa condividono valori e responsabilità comuni. Lavoreremo insieme per affrontare le sfide globali con determinazione e visione”, scrive intanto sui social Giorgia Meloni dopo le parole del leader Usa. (da adnkronos)

Posso fare un commento lapidario? Me la cavo con un proverbio: “Ogni simile ama il suo simile”.

 

Lunedì gli Stati Uniti si sono schierati per due volte con la Russia in due votazioni all’ONU sulla guerra in Ucraina: prima nel voto di una risoluzione non vincolante all’Assemblea generale, che è stata respinta, e poi nel voto di un’altra risoluzione al Consiglio di sicurezza, che invece è stata approvata. Soprattutto il primo voto ha fatto molto discutere perché nella risoluzione, presentata dagli Stati Uniti stessi, si chiedeva la fine della guerra in Ucraina, ma senza mai menzionare l’invasione russa cominciata il 24 febbraio del 2022.

Il voto è avvenuto peraltro in una data dal valore simbolico estremamente importante, dato che lunedì era il terzo anniversario dall’inizio della guerra in Ucraina. Dal suo insediamento, lo scorso 20 gennaio, il presidente statunitense Donald Trump ha segnalato in vari modi l’avvicinamento della sua amministrazione alle posizioni del presidente russo Vladimir Putin: aprendo alla possibilità di negoziati senza includere l’Ucraina e gli alleati europei, chiedendo la rimozione dei termini «paese aggressore» da altri importanti documenti e dicendo cose false e in linea con la propaganda russa sulla guerra.

Alla fine l’Assemblea generale ha respinto il tentativo degli Stati Uniti di far passare la risoluzione. Prima di procedere al voto, i 193 membri dell’Assemblea avevano approvato delle modifiche sostanziali alla bozza statunitense, per chiarire il ruolo della Russia come paese aggressore e la violazione delle norme internazionali; poi la risoluzione emendata è stata approvata con 93 voti favorevoli, 8 contrari e 73 astenuti. Gli Stati Uniti si sono astenuti, mentre la Russia ha votato contro (l’Italia ha votato a favore).

Dopo aver fallito nel tentativo di far passare la propria risoluzione all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti ne hanno presentata un’altra al Consiglio di sicurezza in cui avevano chiesto una pace immediata in Ucraina, senza menzionare l’invasione russa o attribuire alcuna colpa. In questo caso la risoluzione è stata approvata con 10 voti favorevoli su 15, tra cui Stati Uniti e Russia: si sono astenuti invece Francia e Regno Unito, i principali paesi europei membri del Consiglio. A differenza delle risoluzioni dell’Assemblea generale dell’ONU, quelle adottate dal Consiglio di Sicurezza sono teoricamente vincolanti, ma comunque possono non essere rispettate dai paesi coinvolti.

Sempre lunedì l’Assemblea ha votato a favore di una risoluzione sostenuta dai paesi dell’Unione Europea, con cui si chiedeva più chiaramente il ritiro immediato delle truppe russe dal suolo ucraino. Questa è stata approvata da 93 paesi, con 18 contrari e 65 astenuti. Anche se alla fine entrambi i voti sono andati a favore dell’Ucraina, in passato le risoluzioni di condanna dell’invasione russa erano passate con un consenso più ampio. (ilpost.it)

Questa volta ci sono di mezzo i rapporti fra Trump e Putin, ma la morale della favola è sempre la stessa: “Ogni simile ama il suo simile”. E l’Onu conta come il due di coppe quando è briscola bastoni.