Una Milano da sputare

Si sono rifugiati dalle suore delle Discepole del Vangelo, in via Quarti le famiglie durante lo sgombero di martedì nei casermoni Aler. A raccontarlo scrivendo direttamente al prefetto di Milano Claudio Sgaraglia è stato don Giuseppe Nichetti, parroco della Comunità Pastorale S. Apollinare e sant’Anselmo da Baggio. «Quando sono arrivato a casa loro (delle suore, ndr.) questa sera, dopo cena, ho notato che solo pochissime finestre del loro palazzo erano illuminate e ho trovato la loro casa invasa da mamme con bambini, venute a chiedere una tazza di tè caldo per i loro figli». «L’intervento infatti – scrive ancora don Giuseppe – ha lasciato al buio tantissime famiglie; alcune sono state private anche del gas. Per non parlare dello spavento che tanti anziani hanno provato, questa mattina, quando hanno sentito suonare il campanello e si sono trovati davanti agenti in divisa, che chiedevano di controllare i documenti. Un ragazzo con autismo, che abita al nono piano del civico 31, che è completamente al buio, urlava e piangeva per la paura; così come piangevano per la paura del buio i numerosi bambini che ho trovato nell’appartamento delle suore». (da “Avvenire” – Simone Marcer, Milano)

Mi auguro che nessuno osi compiacersi di questa autentica porcheria milanese che grida vendetta al cospetto di Dio. Non mi si dica che occorre ripristinare la legalità, che l’ordine deve essere difeso, che la sicurezza richiede questi interventi. Questa non è legalità questa è tortura dei poveri; questo non è ordine questo è disordine; questa non è sicurezza ma totale indifferenza per chi soffre e vive in situazioni a dir poco problematiche.

Non so di chi sia la responsabilità: dai prefetti non mi aspetto niente di più che un asettico atteggiamento burocratico, le forze dell’ordine fanno il loro mestiere, è dagli amministratori comunali che esigo operosa e coraggiosa attenzione e interventi a monte e a valle. Il sindaco Sala si dia una svegliata. Dov’è la sua maggioranza di centro-sinistra?

Mia sorella Lucia, quando era in consiglio comunale, non andava per il sottile e di fronte all’inerzia di assessori e sindaco in materia sociale, li invitava caldamente e provocatoriamente ad andare a lezione dal suo parroco (don Sergio Sacchi). La storia è vecchia e si ripete: tante parole e pochi fatti! La sinistra purtroppo non si distingue più di tanto: se non si lascia interrogare da queste situazioni di povertà che sinistra è? Alle assistenti sociali, con tutto il rispetto, si chieda di chiudere le loro stucchevoli agende e di farsi su le maniche alla Mario Tommasini. Non ci si poteva fare niente? Ma fatemi il piacere!

Sono letteralmente schifato da questo vergognoso episodio milanese: un tempo si parlava enfaticamente di una Milano da bere, oggi rettificherei la definizione e parlerei di una Milano da sputare. Non mi interessa lo scaricabarile, non ci può essere giustificazione alcuna a tanta agghiacciante cattiveria amministrativa.

Il mio caro e indimenticabile amico don Scaccaglia non avrebbe esitato ad ospitare nella sua chiesa gli sgomberati. Meno male che un convento di suore ha aperto le sue porte.

«È stata un’operazione che non ha considerato le conseguenze sulla vita delle persone, a partire da quelle più fragili», ha detto sorella Michela Cusinato della comunità “Discepole del Vangelo”. «Così il lavoro fatto per conquistare la fiducia delle persone del quartiere rischia di essere distrutto», gli fa eco Giovanni Valle, della parrocchia di Sant’Anselmo da Baggio, elencando tutti gli interventi che vengono fatti dalla rete di coordinamento di associazioni: accoglienza e ascolto settimanale con i volontari, sostegno scolastico, con la Comunità progetto, aggregazione giovanile con il Gruppo Vincenziano, solo per citarne alcuni.

Il compiacimento per la sensibilità caritatevole di suore, preti e laici non mi esime dal denunciare come cittadino e come cristiano l’assenza della politica dai problemi della povera gente. Vergogna!