Nutro grande stima sul piano personale e politico verso Graziano Del Rio, purtroppo però non riesco a capire la logica della sua iniziativa legislativa in materia di contrasto all’antisemitismo: mi sono documentato, ho letto ed ascoltato attentamente, ma, pur concedendo la buona fede e la retta intenzione, la giudico inopportuna dal punto di vista culturale e politico e soprattutto difficilmente inquadrabile in modo equilibrato e corretto nel contesto storico attuale.
Non è serio legiferare sull’antisemitismo non prendendo atto, non condannando e non combattendo l’autentico genocidio perpetrato dal governo di Israele contro la popolazione di Gaza, senza considerare quindi che l’antisemitismo è anche e soprattutto conseguenza del comportamento a livello istituzionale di Israele. L’antisemitismo è un male, ma per estirparlo efficacemente e non sbrigativamente, bisogna analizzarne le motivazioni, altrimenti rischiamo di usare la chirurgia al posto della medicina. In questo momento storico il male principale mi sembra il genocidio e non chi protesta contro di esso usando talora la pur deprecabile violenza. Giusto preoccuparsi dell’insorgente antisemitismo, ma preoccupiamoci anche e soprattutto della strage degli innocenti a Gaza e dintorni.
Graziano Del Rio non ha visto la vomitevole trionfalistica manfrina parlamentare israeliana alla presenza di Donald Trump l’indomani della tregua bellica, senza alcuna voce dissenziente se non quella di un parlamentare immediatamente isolato e criminalizzato?
Graziano Del Rio ritiene che non sia stata sufficientemente considerata e condannata l’azione terroristica di Hamas. MI permetto di chiedergli se non si è reso conto che tutta la narrazione ruota proprio attorno alla responsabilità di Hamas fino a giustificare la spropositata vendetta israeliana che ha dato sbocco all’odio atavico contro i palestinesi innescandone un vero e proprio genocidio?
Graziano Del Rio non sa che gli ebrei formano una lobby potentissima presente in tutto il mondo e tale da influenzare in modo democraticamente assai discutibile equilibri politici ed economici?
Graziano Del Rio non ricorda che lo Stato di Israele ha continuamente violato e continua tuttora a violare l’ordine internazionale occupando territori altrui e ignorando i richiami dell’Onu al riguardo, fregandosene altamente di tutte le censure persino di quelle provenienti dagli alleati?
Graziano Del Rio è soddisfatto del nulla portato avanti dall’Occidente e in specie dal governo italiano per costringere Israele a più miti consigli e ad interrompere la macelleria in atto a Gaza?
Graziano Del Rio non ritiene che le scandalizzate reazioni a certe esagitate manifestazioni di antisemitismo rappresentino il cercare la pagliuzza nell’occhio dei manifestanti pro-pal tralasciando la trave nell’occhio di Netanyahu e c.?
Graziano Del Rio non pensa che sia settario condannare l’attacco alla sede di un giornale senza considerare l’esasperazione per la mancanza di informazione obiettiva e corretta sul conflitto israelo-palestinese? Un politico prima di condannare non dovrebbe sforzarsi di capire le ragioni e le motivazioni anche di coloro che protestano, sbagliando, con violenza? Non è violenza fare tartufesche distinzioni giornalistiche in materia di genocidio? Cos’altro deve succedere a Gaza per constatare il compimento di un genocidio e per condannarlo apertamente.
Ricordo la rispettabilissima e condivisibile crisi di coscienza di Graziano Del Rio di fronte agli aiuti in armi al governo ucraino. L’Italia non è un’importante fornitrice di armi ad Israele? E allora non andiamo in crisi sapendo che queste armi vengono usate per sterminare i bambini palestinesi?
Ho recentemente titolato un mio commento “la guerra è sinistra, ma non di sinistra”. Giudico Del Rio un politico di sinistra e gli chiedo scusa, ma non capisco questa sua iniziativa legislativa che prende lucciole per lanterne e finisce col brandire impropriamente un’arma contro l’antisemitismo quale arma di distrazione di massa rispetto alle gravissime responsabilità del governo israeliano e di chi lo appoggia direttamente o indirettamente.
