A Parma la povertà trascina ai margini sempre più persone. Tra chi vive in strada, chi passa a notte nei dormitori, chi ha una casa ma rischia di perderla da un giorno all’altro e chi è in una struttura per richiedenti asilo, sono 1253 le persone che si trovano in una condizione di disagio estremo, stando ai numeri diffusi in Regione, durante la commissione Politiche per la salute e politiche sociali. Stando alle cifre illustrate in commissione, Parma conta 150 persone che vivono in strada o in alloggi di fortuna, 294 persone che si rivolgono ai dormitori o a strutture di accoglienza notturna, 134 ospiti in dormitori e centri di accoglienza per donne, 450 persone che vivono nelle strutture per immigrati, richiedenti asilo o rifugiati, 200 persone che rischiano di perdere la casa e 25 persone in attesa di essere dimesse dalle istituzioni. (“Gazzetta di Parma” – Pierluigi Dallapina)
Non sono certo cifre da giustificare il consenso record per il sindaco Guerra. Un sindaco di sinistra, come lui dice di essere, non si dovrebbe qualificare per le battaglie contro la povertà piuttosto che per le sbrodolate pseudo-culturali sparse a piena bocca?
«Voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia! Ma non avete il diritto di dirmi: Signor Sindaco, non si interessi delle creature senza lavoro (licenziati o disoccupati), senza casa (sfrattati), senza assistenza (vecchi, malati, bambini) … É mio dovere fondamentale. Se c’è uno che soffre, io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi, con tutti gli accorgimenti che l’amore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia o diminuita o lenita. Altra norma di condotta, per un sindaco in genere e per un sindaco cristiano in specie, non c’è». (Giorgio La Pira, sindaco di Firenze)
Non ho avuto il “coraggio” di votare Guerra alle ultime elezioni amministrative proprio per il motivo che non trovavo nei suoi programmi e ancor meno nella sua sensibilità la giusta attenzione ai problemi della “povera gente”. Le succitate cifre mi danno amara ragione.
Ma non è solo colpa e responsabilità del sindaco e della sua amministrazione comunale. È tutta la città che fa letteralmente schifo: siamo col culo al caldo, siamo delle fighette, soprattutto se ci confrontiamo con le testimonianze provenienti da Mario Tommasini e don Luciano Scaccaglia (tanto per non fare nomi), con l’eredità che ci ha lasciato in dote padre Lino, con una certa tradizione di sensibilità e coerenza insita in un glorioso passato storico.
Ed è un problema che riguarda anche la Chiesa addormentata e incartapecorita. Non c’è ambiente cittadino esente dal virus dell’indifferenza verso le nuove e vecchie povertà: un avvolgente ed elegante manto di menefreghismo ben fotografato ed alimentato dai media cittadini, che tempestano i cittadini di paura per l’insicurezza dovuta alla delinquenza e al degrado. Un modo scientifico per distrarre la gente deviandola dai veri problemi della gente povera, arrivando addirittura ad accostare subdolamente la povertà, soprattutto quella di immigrati e rifugiati, alla delinquenza. Anche il dibattito politico è monopolizzato da questa diatriba sulla sicurezza e sulle misure tampone per garantirla (?).
Una città nazista ebbe a dire molto tempo fa Alberto Bevilacqua (se non ricordo male): razzista, chiusa, sazia e disperata.
Ho vissuto, direttamente o indirettamente, una Parma diversa, fatta di impegno nel volontariato e nella cooperazione sociale. C’è rimasto qualcosa? Penso e spero di sì, anche se si fa fatica a vederlo e soprattutto a trovare spazi per riviverlo concretamente.
È stata inaugurata a Parma la lavanderia “San Francesco d’Assisi”, un progetto promosso dall’Elemosineria apostolica e reso possibile da una sinergia feconda tra aziende, in particolare tra Procter&Gamble, che rifornisce i detergenti per il bucato, e Haier Europe, donatrice di due lavatrici e due asciugatrici, assieme alla Caritas diocesana, che gestisce questa nuovo servizio per le persone in difficoltà. «Un giorno importante – ha aggiunto il sindaco Michele Guerra, tra le autorità presenti insieme con l’assessore ai servizi sociali, il prefetto e il maresciallo dei carabinieri – per la Caritas, per Parma, per tutti». «L’iniziativa – ha proseguito il sindaco – si iscrive all’interno delle azioni che Caritas mette in campo per stare vicino a chi è in difficoltà», aiutando con un ancora più forte slancio, a rafforzare il contrasto alla povertà, in aumento anche a Parma. (Gazzetta di Parma – Cecilia Scaffardi)
Non so se si tratti di una goccia caritativa nel mare dell’indifferenza parmense. Una cosa è certa: per il presenzialista sindaco Guerra sarebbe ora di passare dalle parole ai fatti, dagli elogi alle iniziative altrui agli impegni concreti dell’amministrazione comunale; è facile e comodo mettere il cappello sugli eventi per gettare fumo negli occhi alla gente.
Giorgio La Pira non riusciva a dormire nel suo letto, sapendo che c’erano a Firenze persone che dormivano sotto i ponti. Non so se Michele Guerra soffra di questa insonnia o la combatta contando le pecore del gregge della povertà, ma, come già detto, non è solo un problema di sonno sindacale, ma purtroppo di sonno cittadino. Anche del mio sonno…
