L’Italia nella palloncina gonfiata

Flotilla, Schlein: “Meloni più dura con loro che con Netanyahu”. «Meloni è andata alle Nazioni Unite per dividere la nostra, di nazione, attaccando, oltre alla Flotilla, giudici e opposizioni. Nessun premier aveva osato tanto. Ha affermato che quanto sta accadendo in Italia, dove si è alzata un’ondata di sdegno per i massacri del governo israeliano, non è per dare sollievo a Gaza, ma per creare problemi a lei. Ma davvero pensa che tra le centinaia di migliaia di persone scese in piazza per la Palestina non ci sia uno che l’ha votata? L’ho già ribadito alla Camera: esca dalla sua megalomania» (dall’intervista di Elly Schlein a “la Repubblica” a cura di Giovanna Vitale)

Uno dei miei, pochi ma buoni, interlocutori mi ha scritto: «Che commedia la meloncina all’Onu…recitava… Si vedeva che aveva imparato a memoria un testo che le avevano scritto. Ottima memoria!? Con la citazione di San Francesco ha raggiunto il massimo della recitazione. Era tesa nel parlare, era evidente, che attrice!!! Si autoconvince di essere una grande statista…. Ma quale martire della libertà? Razzista, antiabortista, pro pena di morte…. La stronzetta vuol precedere tutti nel far suo il messaggio di San Francesco in vista della proclamazione del 04 ottobre festa nazionale. Vuole il voto dei cattolici-coglioni, come quelli di comunione e disperazione… Oh! vuole stare con Trump e San Francesco!!! Non si può tacere. Se i cattolici di sinistra non si svegliano, la Meloni assieme a “comunione e disperazione” ci scippa tutto…che schifo!».

Il filosofo Massimo Cacciari, alle insistenti domande sulle posizioni politiche di Giorgia Meloni, ha risposto con una battuta ironica fenomenale: “Lasciamola sbruffonare in pace…”. Forse effettivamente non merita nemmeno l’attenzione che le viene riservata: prima o poi la palloncina gonfiata scoppierà…Talmente megalomane da cambiarsi, prima o poi il cognome: da Meloni a Cocomeri. Qualcuno ha già pensato di affibbiarle di fatto questo cambio anagrafico…

D’altra parte Silvio Berlusconi l’indomani della nomina di Giorgia Meloni a presidente del Consiglio certificava su un foglietto il suo giudizio. Ecco il testo: «Giorgia Meloni», scritto in alto. E poi: «Un comportamento 1 supponente, 2 prepotente, 3 arrogante, 4 offensivo, 5 ridicolo. Nessuna disponibilità ai cambiamenti. È una con cui non si può andare d’accordo».

La domanda delicata è però questa: quanto è veramente pericolosa questa megalomane, sbruffona, etc. etc.? Basta il seppellirla con una risata oppure bisogna seriamente preoccuparsi? Un giorno potremo liberarcene e superarla come una brutta malattia? Indro Montanelli lo diceva del berlusconismo, però si è sbagliato, se è vero come è vero, che Giorgia Meloni in fin dei conti altro non è che una “berlusconina” riveduta e scorretta (il cavaliere lo aveva capito benissimo e infatti non la sopportava).

Io, chissà perché, sono paradossalmente convinto che ci aiuterà al riguardo Donald Trump: prima o poi la metterà da parte: i megalomani faticano a sopportare i loro simili soprattutto se stanno dalla loro parte… E allora ci toccherà di essere trumpiani almeno per un giorno.