Un ponte per giocattolo

Per Giorgia Meloni, siamo di fronte a «un’opera strategica per lo sviluppo di tutta la nazione. Non è un’opera facile» ha ammesso, aggiungendo che «ci piacciono le sfide difficili quando sono sensate». Quest’opera è dunque un motivo di orgoglio nazionale per alcuni e la madre di tutti gli scandali futuri per altri. Subito dopo l’annuncio del Mit, a conclusione del comitato interministeriale, Bonelli (Avs) l’ha definito «il più grande spreco di denaro pubblico mai visto in Italia: 14,6 miliardi di euro dei cittadini, senza un solo euro di investimenti privati» con una chiosa politicissima quanto velenosissima. «Nemmeno Berlusconi aveva osato tanto. È il capolavoro di Matteo Salvini». Poi, l’argomento principe degli ambientalisti: «L’approvazione arriva nonostante il parere negativo dell’ambiente e il rischio sismico, con un pilone che sorge su una faglia attiva. Il governo Salvini, in un atto di pura arroganza, ha ignorato gli enti tecnici competenti, come Anac, Ispra, Ingv e il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Un vero e proprio schiaffo alla trasparenza e alla legalità». Su quest’ultimo punto la battaglia sarà lunga e il Mit lo sa benissimo: una delle prime dichiarazioni del ministro Salvini è stata proprio sul fronte della sicurezza e del contrasto alle infiltrazioni mafiose, che vedrà il governo schierato h24. Per un’opera da 13,5 miliardi, «contrastare ogni qualsivoglia tentativo di infiltrazione sarà una nostra ragion d’essere. Con il Ministero dell’interno si stanno adottando tutti protocolli come già per expo e le Olimpiadi: bisogna attenzionare tutta la filiera, perché sia impermeabile ai malintenzionati. Se si dovesse non fare ponte perché ci sono mafia e ‘ndrangheta allora non facciamo più niente» ha commentato.

Naturalmente, l’opposizione ha già iniziato il fuoco di sbarramento, puramente verbale per adesso. «Il governo trova 13,5 miliardi per il Ponte sullo Stretto, da oggi ufficialmente autorizzato dal Cipess, mentre per l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria mancano ancora 17,2 miliardi per evitare che dal “profondo Sud” ci si possa impiegare anche 20 ore di treno per raggiungere la capitale» recita una nota del senatore M5s Pietro Lorefice. «Altro che giornata storica: oggi è una giornata triste per il Mezzogiorno e per tutto il Paese» ha detto invece Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in Commissione Trasporti alla Camera. Il ministro fa spallucce e conta di avere il via libera della Corte dei Conti per partire tra settembre e ottobre coi cantieri. (da “Avvenire” – Paolo Viana)

Durante un convegno in cui tenni una relazione in materia fiscale – di essa mi occupavo con riferimento alle problematiche delle società cooperative – ricordo di avere inventato di sana pianta il “ministero del buon senso” e di avervi fatto riferimento nelle risposte ai quesiti che mi venivano posti: operazione rischiosa, ma altrettanto proficua, in mezzo ad uno strabiliante ginepraio di norme, interpretazioni e sentenze.

Lasciatemi ricordare altresì come don Raffaele Dagnino, storico prete e punto di riferimento per i cattolici parmensi, fosse solito augurare alle mamme tanto buon senso per i loro figli.

Non è facile definire il buon senso: non si tratta certamente di un banale, comodo ed opportunistico adattamento alla realtà, ma piuttosto di un semplice e coraggioso modo di affrontarla e di cambiarla. Potrebbe essere la ricetta per tornare a governare, a tutti i livelli, in modo concreto ma lungimirante e soprattutto rispondente alle vere e primarie necessità.

Non sono un tecnico delle complesse materie riguardanti la realizzazione di mastodontiche opere infrastrutturali come il ponte sullo stretto di Messina e quindi, a maggior ragione, devo rifarmi alle modalità dettate dal buon senso.

Quando in una famiglia si fa molta fatica a condurre una dignitosa vita comunitaria, difficilmente a qualcuno verrebbe in mente di proporre una ristrutturazione dell’appartamento per dotarlo di un terrazzo per feste e ricevimenti con amici e conoscenti e, se a qualcuno balenasse l’idea, il capo-famiglia lo metterebbe subito a tacere, ricordandogli che il bilancio famigliare non può permettere questo investimento anche se piacevole, ma non certamente primario rispetto alle esigenze famigliari. Mi pare di sentire la mamma casalinga dire: “Io faccio i salti mortali per tirare avanti la baracca e non far mancare il necessario e tu mi proponi il superfluo? Mi prendi in giro? Datti una calmata! Ci sono cose più importanti a cui pensare…”.

Il figlio-ministro prodigo Matteo Salvini ha chiesto alla madre-premier misericordiosa nientepopodimeno che i fondi per costruire un ponte sullo stretto di Messina: richiesta esaudita con enfasi. Mi permetto di fare la parte del figlio maggiore che dà voce a tutto il parentado: “Da tempo chiediamo soldi per la sanità e l’istruzione e rispondete picche accampando scuse di bilancio e ora solo perché Salvini vuol conquistare voti al sud lo accontentate stanziando fondi spropositati al riguardo? Non ci siamo e non ci stiamo!”.

Naturalmente verranno accampati tanti argomenti socio-economici per dimostrare che si tratta di un investimento proficuo con ritorni benefici di vario genere. Tuttavia, quando non c’è il conquibus, si tratta semplicemente del libro dei sogni e di una fuga dalle responsabilità. Il resto è fuffa salviniana ingoiata a livello governativo e spacciata mediaticamente come una grande idea. Al bimbo Salvini viene consentito di giocare con un giocattolo che costa 13,5 miliardi di euro e ai bimbi, che vivono in miseria e/o che non vanno a scuola, viene promesso che col tempo arriveranno tanti giocattoli anche per loro.