Per il momento è più un consiglio da amico che non una proposta politica, ma il suggerimento avanzato dal ministro dell’Economia alla Cei è di quelli da tenere in buon conto. Anche in senso letterale. Secondo Giancarlo Giorgetti, infatti, le parrocchie farebbero bene a dotarsi di strumenti come i Pos per raccogliere le offerte con modalità digitali e in maniera tracciabile. Ciò potrebbe, verificate altre condizioni, rendere anche deducibili o detraibili tali offerte, garantendo così un beneficio fiscale ai fedeli (e un incentivo alla loro generosità). (da “Avvenire.it)
Proprio in questi giorni ho inviato alla redazione di “Avvenire”, quotidiano cattolico per eccellenza, la seguente mail, senza naturalmente ottenere risposta:
“Sono un assiduo frequentatore del vostro sito internet. Da un po’ di tempo a questa parte registro una forte e fastidiosissima presenza pubblicitaria, tale da rendere quasi inagibile il sito stesso. Capisco le esigenze finanziarie, ma tutto dovrebbe avere un limite, anche e soprattutto per chi si richiama a una certa etica a livello di informazione. È diventato veramente problematico navigare nel vostro sito: quindi spesso sono al limite della rinuncia. Mi dispiace anche perché ne apprezzo i contenuti e la possibilità di accedervi senza pedaggi: se però il prezzo diventa l’invadenza della pubblicità, allora tanto vale… Buon lavoro! Grazie e un cordiale saluto”.
Per non parlare di TV 2000, il canale televisivo pilotato dalla Cei, che inonda le sue trasmissioni di pubblicità: mi aspetto da un momento all’altro che tra un mistero del rosario e l’altro, tra la liturgia della Parola e quella Eucaristica vengano inseriti messaggi pubblicitari magari a sfondo etico-religioso (otto o cinque per mille), tanto per confondere le acque.
Sono un cattolico praticante patito di laicità: non digerisco l’8 per mille, oltretutto, come noto, forzato nelle sue modalità applicative; sono contrario a tutte le prebende di Stato alla Chiesa che dovrebbe autosostenersi senza comodi favoritismi.
Di questo passo arriveremo non solo a sopportare i mercanti nel tempio, ma a portare il tempio nel mercato, commercializzando, anche tramite la pubblicità, tutta la religione con buona pace di Martin Lutero.
Forse oggi Gesù agli apostoli, che gli chiedevano come sfamare la folla che lo seguiva, consiglierebbe di attingere ai fondi dell’otto per mille e di non portare né borsa, né sacca, né sandali, ma di non dimenticare il Pos.
In cauda beneficum venenum: «Condividere con gli ultimi anche la ricchezza della Chiesa. Occorre fare chiarezza nei bilanci parrocchiali, d’istituto. Adoperarsi perché le uscite in favore dei poveri siano più consistenti. Rivedere certe formulazioni tariffarie che danno l’impressione di una Chiesa interessata più alla borsa dei valori che alla vita dei poveri, e insinuano il sospetto che anche i sacramenti si diano dietro il compenso segnato dal listino prezzi» (Don Tonino Bello, vescovo e profeta).