È ufficiale: Donald Trump non crede più alla Nato, intende disimpegnarsi dall’Europa (che considera un continente in declino) e vuole concentrare le risorse Usa sulle Americhe. La nuova National security strategy pubblicata dalla Casa Bianca contiene un messaggio scomodo per la Ue: nel momento in cui la guerra preme ai suoi confini, la garanzia americana non è più scontata. Nel documento, che traccia le linee guida della politica americana interna ed estera, emerge infatti con chiarezza che Washington non intende più «reggere da sola l’ordine mondiale» e che sposterà il baricentro della propria presenza militare e politica sull’emisfero occidentale, mettendo il resto del pianeta in secondo piano. Dietro questa svolta c’è un giudizio severo sul futuro dell’Europa, descritta a rischio di «cancellazione di civilizzazione» e di perdita di identità entro vent’anni, per colpa di politiche migratorie, denatalità, burocrazie sovranazionali e «censura della libertà di parola». Gli Stati Uniti spiegano di cercare invece una «stabilità strategica» con Mosca con toni che si avvicinano alle narrative russe e mettono in ombra la principale minaccia militare che l’Europa percepisce mentre subisce incursioni con droni sul proprio spazio di sicurezza. (“Avvenire” – Elena Molinari)
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“Non parlerei di un incrinatura dei rapporti fra Stati Uniti ed Europa, penso che quello che c’è scritto nel documento strategico” degli Usa, “al di là dei giudizi sulla politica europea, alcuni dei quali condivido, come quelli sull’immigrazione che stiamo correggendo, penso che dica con toni assertivi qualcosa che nel dibattito fra Usa e Europa va vanti da molto tempo. E parla di quello che alcuni di noi hanno avuto il coraggio di definire, molto tempo fa, un percorso storico inevitabile” ha detto Meloni, commentando le affermazioni di Donald Trump sulla politica autodistruttiva dell’Europa. (intervista con Enrico Mentana al TgLa7)
I casi sono due: o Donald Trump oltre ad essere un delinquente è anche un deficiente (eventualità piuttosto realistica) oppure costituisce veramente un’enorme mina vagante su cui rischiamo di saltare in aria. Le due ipotesi si possono anche combinare fra di loro.
Proseguo con le ipotesi: non so se Giorgia Meloni ci sia o ci faccia, se sia opportunisticamente infatuata di Trump (oltre che di se stessa) oppure stia portando (in)coscientemente il nostro Paese in un’autentica deriva europea ed internazionale. Le suddette ipotesi possono anche andare perfettamente d’accordo.
Al pensiero che questi personaggi, volenti o nolenti, possano fare la storia, mi vengono i brividi. Sta tornando a galla, in modo peraltro dilettantesco, ma quindi ancor più pericoloso, la volontà di potenza spartitoria tra Usa e Russia con terzo incomodo la Cina, supportata dall’ignobile connubio fra ideologia cattolica americana e ideologia ortodossa russa.
In questo quadro inquietante non trova posto l’Europa, non tanto per la strategia ricattatoria e marginalizzante di Trump, ma per la crisi di valori di riferimento, per la perdita di identità storico-politica, per il pressapochismo sostanzialmente nazionalista dei Paesi membri della UE, per la dispersione del proprio patrimonio culturale, politico, economico e sociale. Al riguardo il presidente Usa prende atto e favorisce compiaciuto questo suicidio europeo, traendone buoni auspici per le proprie scelte di campo.
Possibile che i governanti dei Paesi europei e i responsabili della Ue non se ne rendano conto? Stanno giocando al tanto peggio tanto meglio? Stanno pensando alle prossime elezioni anziché alle future generazioni? Stanno difendendo lo status quo entro cui vivacchiare? Ritengono che sia meglio l’odierno uovo di Trump della gallina da nutrire e allevare nel tempo con impegno e fatica?
E pensare che in molti pensavano che Giorgia Meloni sarebbe stata sepolta da risate europee e mondiali (ero uno di quelli, lo ammetto). Invece è così bassa la qualità della politica internazionale (al limite dell’inconsistenza) da sopportarla e finanche supportarla. L’inconsistenza meloniana lucra dall’inconsistenza degli altri.
Mio padre si fidava del prossimo con una giusta punta di scetticismo e di ironia. A chi gli forniva un “passaggio” in automobile era solito chiedere: “Sit bon ad guidär”. Naturalmente l’autista in questione rispondeva quasi risentito: “Mo scherzot?!” E mio padre smorzava sul nascere l’ovvia rimostranza aggiungendo: “Al fag parchè se pò suceda quel, at pos dir dal bagolon”.
Davanti alla triste realtà di chi non sa guidare e si spaccia per provetto autista, non si può che reagire viaggiando sulle proprie gambe, per meglio dire non si può che aggrapparsi alla propria coscienza ed ai sogni per farli diventare realtà. I sogni danno fastidio e fanno paura: si pensi alla vergognosa polemica contro gli estensori del manifesto di Ventotene. E allora, a maggior ragione, sforziamoci di sognare in grande. Il mondo, nonostante Trump, Putin, Meloni etc. etc. si salverà, la storia la fa qualcun altro che la sa molto più lunga di loro…
