Pier Silvio Berlusconi ieri sera, 10 dicembre, ha incontrato la stampa durante una conferenza stampa pre natalizia nello studio 10 di Cologno Monzese. Tra i temi “caldi” televisivi, politici e privati, l’amministratore delegato Mediaset ha anche tracciato un quadro sul partito fondato dal padre, Silvio Berlusconi, Forza Italia.
Il tema del rinnovamento di Forza Italia resta centrale: “Premesso che io non mi occupo di politica, il mio pensiero non cambia. Che io e Marina ci si appassioni al destino di Forza Italia, siamo onesti, è naturale. Tra i lasciti di mio padre tra i più grandi, se non il più grande, c’è Forza Italia. Siamo due persone che lavorano, appassionate e impegnate nel proprio lavoro ma chi fa l’imprenditore non può essere distante dalla politica”.
Ringrazia il ministro degli Esteri ma guarda al futuro: “Io ho gratitudine vera per Tajani e tutta la squadra che ha mantenuto in piedi il partito dopo la scomparsa di mio padre, cosa per nulla facile. In aggiunta ritengo – continua Berlusconi – che guardando al futuro siano inevitabilmente necessarie facce e idee nuove. Con un programma rinnovato senza mettere in discussione i valori fondanti di Forza Italia e dell’agire politico di Silvio Berlusconi ma con valori che devono essere portati a ciò che oggi è la realtà e all’anno 2025. Sulle facce nuove quello che vale per Forza Italia, vale per la politica in generale e per moltissimi settori”. (FQMagazine)
Entro certi limiti le idee (oltre che le colpe) dei padri ricadono sui figli: è sicuramente il caso dell’umana antipatia e della sufficienza politica con cui Silvio Berlusconi guardava a Giorgia Meloni, che evidentemente si ripercuote sui figli del cavaliere.
Lo stesso discorso vale per l’idea della politica asservita agli affari di famiglia: a Mediaset del governo Meloni interessa soltanto lo spazio che le può garantire in senso strategico, finanziario ed editoriale. Del partito Forza Italia Pier Silvio e Marina Berlusconi hanno un concetto padronale, che ben si sposa con la vocazione piattamente filoberlusconiana di questo partito, ma probabilmente non va d’accordo con la sua staticità e con la mancanza di autonomia rispetto alla maggioranza di destra. I figli oltre tutto aggiungono all’eredità del padre una certa qual spregiudicatezza politico-editoriale che va ben oltre il filo diretto con Forza Italia.
Anche l’angustia filo-trumpiana del governo non fa molto gioco a Mediaset interessata a lavorare con un respiro europeo e su un quadro politico liberaldemocratico. Lo schiacciamento sempre più evidente e difficoltoso di Giorgia Meloni su Trump è imbarazzante e lo è ancor più se accompagnato dal servilismo di Antonio Tajani. Forza Italia ha una fetta di voti, ma li sta usando male e soprattutto non si sta mettendo in grado aumentarli attingendo all’area moderata in libera uscita.
Morale della favola: bisogna darsi una mossa e cambiare. E chi potrà mai pilotare un simile volo? I casi sono due: la discesa in campo dei “Berluschini” riveduti e corretti oppure la scelta di una nuova leadership fatta di “Berluscacci” ossequienti e obbedienti a Mediaset.
Se fossi in Giorgia Meloni non mi sentirei tanto tranquilla: a un italiano su due non piace Trump e in men che non si dica questa sfiducia potrebbe ripercuotersi sui partiti italiani: con una destra sempre più a destra appoggiata da Trump, un centro moderato oscillante fra destra e sinistra, una sinistra europeista e riformista all’acqua di rose.
Un panorama poco appetitoso, ma interessante per la famiglia Berlusconi e i suoi porci comodi, che potrebbe navigare a vista nell’area moderata con tanti saluti a Tajani e c., a Giorgia e ai suoi Fratelli d’Italia, a Salvini e alla sua rimanente ghenga. Il messaggio rivolto a nuora (Taiani) perché suocera intenda (Meloni) è così sintetizzabile: Forza Italia può, anzi deve fare a meno dei Fratelli d’Italia.
