La (mala)lingua del governo di centro-destra (il quotidiano “La Verità”) batte dove il dente istituzionale duole (rapporti col Presidente della Repubblica).
Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, chiede alla Presidenza della Repubblica di smentire la notizia pubblicata da La Verità in un articolo titolato “Il piano del Quirinale per fermare la Meloni”, secondo la quale consiglieri del Capo dello Stato, afferma, “auspicherebbero iniziative contro il presidente Giorgia Meloni e il centrodestra, esprimendo altresì giudizi di inadeguatezza nei confronti dell’attuale maggioranza di governo”.
«C’è chi è arrivato a immaginare un candidato moderato di centrosinistra per tentare di ripetere il successo del 1996 con Prodi – scrive Belpietro –. L’operazione, a prescindere da chi la debba guidare, passerebbe però dalla rottura della coalizione di centrodestra per portare una parte centrista in braccio ai compagni».
«A quanto pare – prosegue Belpietro – si ragiona di “una grande lista civica nazionale», una riedizione dell’Ulivo. Ma questo potrebbe non essere sufficiente e allora il consigliere di Mattarella, Francesco Saverio Garofani, invoca la provvidenza: «Un anno e mezzo non basta per trovare qualcuno che batta il centrodestra, ci vorrebbe un “provvidenziale scossone”, sussurra l’uomo del Colle», conclude Belpietro.
Al Quirinale si registra «stupore per la dichiarazione del capogruppo alla Camera del partito di maggioranza relativa che sembra dar credito a un ennesimo attacco alla Presidenza della Repubblica, costruito sconfinando nel ridicolo». È quanto si legge in una nota diffusa dall’Ufficio stampa del Quirinale. (da “La Stampa”)
Non so cosa ci sia di vero in queste notizie. Non mi interessano per niente le indiscrezioni da osteria raccolte da un giornale fazioso e rese possibili, magari in buona fede, da un incauto burocrate in vena di protagonismo.
Mi interessa il nocciolo della questione. È fuori discussione che al centro-destra facciano ombra e paura Sergio Mattarella per l’enorme superiorità etica e politica che dimostra in continuazione, per il consenso di cui gode a livello di pubblica opinione, per il prestigio internazionale che gli viene riconosciuto. Mattarella in un mondo di nani si erge quale autentico gigante; in una situazione di vuoto etico pneumatico globale si presenta come coscienza morale: c’è di che essere fieri di un italiano che onora veramente il nostro Paese.
Anziché tenere un atteggiamento collaborativo evidentemente il governo e le forze politiche che lo sostengono fanno di tutto per screditarne la figura e l’azione. Ciò sta avvenendo a livello istituzionale con la riforma pattumiera che ha nel mirino anche e soprattutto il ruolo del Presidente della Repubblica così come previsto dalla Costituzione e interpretato da Mattarella, ma anche a livello politico con subdoli e denigratori attacchi e atteggiamenti a dir poco equivoci.
Il vero contraltare a Giorgia Meloni non è Elly Schlein, la vera opposizione a questo governo non viene dal centro-sinistra, la vera alternativa etico-politica al centro-destra nei modi e nei contenuti non è costituita dai partiti di minoranza a livello parlamentare, ma è, suo malgrado, tutto nelle mani di Sergio Mattarella quale rappresentante dell’altra politica, che viene da lontano e sa guardare lontano. La sua storia personale è cristallina, tutte le sue iniziative sono perfettamente ineccepibili dal punto di vista istituzionale, corrette sul piano politico, opportune dal punto di vista sociale e importanti a livello internazionale: non è certo colpa sua se mettono oggettivamente in secondo piano (meno male!) un governo che farnetica e arranca e che dovrebbe solo ringraziare il Quirinale per le sponde che gli offre nell’interesse del Paese.
Invece la levatura morale e politica di Meloni e c. è talmente bassa, rabbiosa, rancorosa e penosa da mettere i brividi. Dovranno però stare molto attenti ad aprire un contenzioso con Mattarella, se ne potrebbero pentire amaramente. Non lo trascinino in un conflitto da cui lui uscirebbe alla grande e loro con le ossa rotte. Gli italiani capiscono e continueranno a capire la lingua di Sergio Mattarella? Penso di sì! Il giorno in cui dovesse accorgersi di non rappresentare più l’unità nazionale sarebbe il primo ad andarsene. In fin dei conti hanno insistito tutti perché rimanesse al suo posto, sarebbe veramente curioso che si facessero condizionare e fuorviare da Giorgia Meloni e dai suoi pretoriani prezzolati. Anche se purtroppo alla ignoranza e stupidità non c’è limite…
