La globalizzazione della presa per il culo

Fa tremare il governo, e arriva molto vicino a Volodymnyr Zelensky, l’indagine per corruzione sulla società statale per l’energia nucleare Energoatom annunciata ieri dall’Ufficio nazionale anticorruzione (Nabu) e dalla procura anticorruzione (Sapo). Le aziende appaltatrici di Energoatom sarebbero state costretta a pagare generose tangenti, il 10-15%, per mantenere i contratti, per un giro da almeno 100 milioni di dollari. (agi.it)

Nuovi dettagli sul caso di Jeffrey Epstein e del suo rapporto con Donald Trump scuotono gli Usa. Secondo alcune e-mail pubblicate dai democratici della Commissione di vigilanza della Camera, l’attuale presidente statunitense “trascorse ore” a casa dell’imprenditore, condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori (e poi morto in carcere), insieme a una donna “vittima del suo traffico sessuale”. E, dalle corrispondenze private, emergerebbe che anche Trump “sapeva delle ragazze”. Epstein avrebbe fatto il nome di Trump “più volte” in uno scambio di messaggi con l’allora fidanzata e storica collaboratrice Ghislaine Maxwell, condannata per traffico sessuale, e lo scrittore Michael Wolff. Dopo le rivelazioni, i dem sono subito andati all’attacco. Ed è stato stabilito che la Camera americana voterà, la settimana prossima, sulla pubblicazione integrale dei documenti su Jeffrey Epstein in possesso del dipartimento di Giustizia, come ha detto lo speaker Mike Johnson. (Sky tg 24)

“Vi invito con la presente a perdonare pienamente Benjamin Netanyahu, che è stato un Primo Ministro formidabile e decisivo in tempo di guerra e che ora sta guidando Israele verso un periodo di pace, che include il mio continuo lavoro con i principali leader del Medio Oriente, per aggiungere molti altri paesi agli Accordi di Abramo che stanno cambiando il mondo”. Così il presidente americano Donald Trump ha chiesto la grazia per il primo ministro israeliano, inviando una lettera al presidente Herzog. Il capo della Casa Bianca sottolinea: “Rispetto assolutamente l’indipendenza del sistema giudiziario israeliano” ma allo stesso tempo ritiene che le accuse di corruzione contro Netanyahu costituiscano “un procedimento politico ingiustificato”.

Il premier israeliano è imputato di corruzione e frode e un reato che in Israele viene indicato come “violazione della fiducia pubblica” (caso 1.000, caso 2.000 e caso 4.000); a Bibi viene contestato di aver concesso favori a magnati dei media in cambio di una copertura positiva e di aver ricevuto regali per migliaia di dollari da un produttore miliardario di Hollywood, in cambio di assistenza per interessi personali e commerciali. Il processo è in corso in un bunker di Tel Aviv per motivi di sicurezza, e si protrae da quattro anni a causa di diversi rinvii, prima per la pandemia e poi per la strage del 7 ottobre 2023 firmata da Hamas, a cui il governo ha risposto con la guerra nella Striscia. (“Il Fatto Quotidiano”)

Il governo ucraino trema, gli Usa sono scossi, gli Israeliani contestano, io mi permetto di avere i brividi. Gli scandali che coinvolgono i responsabili delle nazioni sono gravissimi, ma diventano oltre modo inaccettabili per nazioni che sono coinvolte in guerre da esse definite giuste.

Le guerre non sono mai giuste, ma lo sono ancor meno se considerate tali da governanti corrotti, che pigliano letteralmente per il culo i loro popoli in esse tragicamente coinvolti.

Siamo inseriti in una colossale e globale presa per il culo: Zelensky prende in giro il suo popolo e tutto l’Occidente che lo sta appoggiando; Netanyahu prende in giro gli Israeliani e tutti coloro che credono alla fandonia narrativa corrente che concentra tutte le colpe in capo ad Hamas; Trump, tanto per non fare differenze, prende in giro tutto il mondo.

In questo contesto cosa volete che sia quanto fattomi giustamente osservare dal mio carissimo amico Pino: i russi prendono per il culo gli americani; mentre stanno massacrando gli ucraini sono pronti con Lavrov a incontrare Rubio…

E in tale clima ancor più irrilevante appare la presa per il culo del governo Meloni a carico dei cittadini italiani: a livello di amicizia opera la sommatoria di tutti i peggiori ingannatori di cui sopra. All’appello manca Putin: a quello ci ha pensato da tempo Salvini… Alla fine l’unica chiave interpretativa geopolitica adottabile sembra essere quella della presa per i fondelli.

Mio padre aveva il sano terrore di essere preso in giro e allora a volte si immunizzava preventivamente prendendo in giro chi gli capitava a tiro. Una volta si piegò alle insistenze di mia madre e portò a casa una damigiana di vino da imbottigliare. Lo aiutai maldestramente nelle operazioni. Ogni tanto capitava di avere a che fare con una bottiglia che non ne voleva sapere di essere tappata o meglio con un tappo che non voleva entrare nel collo di bottiglia e opponeva resistenza, costringendoci ad un supplemento di sforzo per riuscire nell’intento. Fui sorpreso dalla battuta con cui accompagnava lo sforzo stesso: «Maledètt ti e chi a t’ cavrà», diceva tra i denti rivolto al tappo in questione.  Mi stupii, perché non era solito imprecare a vanvera e gli chiesi il perché di questo sfogo. Mi spiegò che aveva imparato da suo padre a premunirsi dalla maledizione di chi avrebbe stappato la bottiglia e che presumibilmente avrebbe esclamato: «Maledètt ti e chi a t’ gh’à miss».